Il mughetto nei neonati è una infezione micotica tipica dei lattanti, che è causata da un fungo denominato “Candida Albicans”: si tratta dello stesso fungo che provoca un’altra serie di irritazioni nel neonato, come quelle che purtroppo possono determinare i “fastidi da pannolino”, e che determinano nel bimbo prurito e altri elementi di disagio in grado di infastidirlo e rovinargli la serenità quotidiana.
Fortunatamente, non si tratta di situazioni irreversibili o gravissime, anzi. In buona parte dei casi si può cercare di risolvere tempestivamente queste infezioni fungine grazie a medicamenti piuttosto semplici, contribuendo a dare al bimbo un ritrovato benessere.
Come abbiamo già anticipato, il mughetto nel neonato è una condizione che colpisce i più piccoli, prevalentemente nei primi sei mesi di vita, che si contrae di norma al momento della nascita, mediante il passaggio dal canale del parto.
L’infezione si manifesta con la comparsa in bocca, sulla lingua, sulle gengive, nell’interno delle guance e a volte sulle labbra, di piccoli puntini e chiazze biancastre che non possono essere asportate facilmente. Proprio questa loro “persistenza” li rende facilmente distinguibili rispetto ai comuni residui di latte che potrebbero permanere nel cavo orale del bimbo, e che sono invece rimuovibili con facilità senza particolari interventi.
Oltre alla presenza di queste chiazze bianche, non è raro intravedere tra di esse una mucosa infiammata, che in alcune ipotesi può anche sanguinare.
Il mughetto nel neonato non è affatto una condizione pericolosa e, come tale, non deve indurre in gravi preoccupazioni i genitori che vendono la bocca del proprio bimbo parzialmente occupata da queste chiazze biancastre. Naturalmente, quanto sopra non deve nemmeno indurre papà e mamma a trascurare la salute del proprio figlio, considerato che sebbene dopo qualche settimana generalmente il mughetto tende a scomparire, c’è qualcosa che si può fare per poter intervenire positivamente nell’alleviare i fastidi del bimbo e accelerare la guarigione.
Un intervento proattivo da parte dei genitori e del medico è inoltre richiesto per poter evitare qualsiasi tipo di complicazione: l’infezione potrebbe infatti rendere difficoltosa la poppata per il bambino, ed è dunque sempre preferibile intervenire tempestivamente prima che il mughetto possa consolidarsi ed espandersi all’interno della cavità orale del bimbo. Ma che cosa fare?
Innanzitutto, dopo ogni poppata (e tale buona regola vale sia nell’ipotesi di allattamento al seno che nell’ipotesi di allattamento artificiale) è opportuno pulire la bocca del bebè con una garza sterile che sia imbevuta in soluzione fisiologica. Domandate al medico quale prodotto utilizzare o, in alternativa, procuratevi – sempre dopo averne parlato con il pediatra – una soluzione a base di acqua e di bicarbonato, preparata aggiungendo un cucchiaino di bicarbonato in un bicchiere di acqua bollita).
Nel caso in cui il semplice accorgimento di cui sopra non dovesse essere sufficiente per poter permettere al problema di risolversi, potrebbe essere opportuno ricorrere all’acquisto di appositi medicinali antimicotici, liquidi o in gel, che possono essere somministrati fino alla completa guarigione. Tenete naturalmente in considerazione il fatto che l’acquisto dei farmaci antimicotici deve essere prescritto dal proprio pediatra di fiducia, evitando pertanto qualsiasi tentativo di cura fai-da-te che potrebbe peggiorare la situazione.
In tal senso, chiariamo ovviamente che nelle ipotesi di febbre alta, vomito, tosse o diarrea, o altri sintomi di malessere del piccolo, sarà opportuno rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia e ottenere così una diagnosi approfondita e la conseguente scelta della terapia più idonea da seguire per la pronta guarigione del piccolo.
In conclusione di questo nostro approfondimento sul mughetto, non possiamo che ricordare brevemente come i genitori possano fare ben più di qualcosa per poter prevenire tale fastidio, andando a garantire la migliore igiene.
Ora, considerato che il mughetto nel neonato “nasce” soprattutto nel momento del passaggio dal canale del parto, è possibile prevenirlo (o ridurre l’incidenza della probabilità di contrazione di tale infezione) mantenendo il più elevato possibile il livello igienico sia per quanto concerne la pulizia del corpo sia per quanto concerne la sterilizzazione delle cose e degli oggetti che riguardano il piccolo.
Inoltre, prima di ogni poppata (sia al seno che con il biberon) è opportuno lavarsi con cura le mani, che spesso possono divenire veicoli di virus e di batteri. Durante l’allattamento al seno sarebbe inoltre opportuno incrementare le cure che già normalmente dovrebbero essere dedicate al proprio seno, mantenendo una perfetta pulizia dei capezzoli, e asciugandoli perfettamente al termine di ogni poppata.
Se invece il piccolo viene allattato attraverso l’uso del biberon, al termine di ogni poppata non è sufficiente lavare la bottiglia, bensì sarà necessario procedere alla sterilizzazione delle tettarelle, mediante apposito dispositivo. Lo stesso potrà ben dirsi per quanto concerne i ciucci: cambiateli frequentemente e puliteli con la massima cura.
Per poterne sapere di più, vi consigliamo naturalmente di contattare il vostro medico di riferimento, evitando di sottovalutare una condizione comunque non grave, ma che potrebbe risultare fastidiosa.