Il tema è di quelli delicati e, generalmente, viene trattato non senza grande pudore. Abbattendo qualsiasi prudenza, però, vogliamo correre dritti al punto: in tema di flatulenza, è facile notare che certi peti puzzano più di altri. Ma perché accade questo?
Se pensate che nessuno se lo sia domandato, vi sbagliate di grosso: ha infatti cercato di fornire una risposta puntuale il dottor Myron Brand, gastroenterologo e specialista di medicina interna, secondo cui a favorire i cattivi odori dei gas intestinali sarebbero alcune situazioni concomitanti. Curiosi di sapere quali sono?
Naturalmente, il primo incriminato è il cibo, visto e considerato che quanto va a finire nell’intestino viene trasformato (anche) in gas. Insomma, a seconda del tipo e della quantità di cibo che mangiamo, cambia anche il tipo di sostanze gassose che vengono prodotte dai batteri. Guai, in tal senso, a pensare che un peto dal cattivo odore equivalga sempre a una situazione di scarsa salute dell’intestino:
Il cattivo odore può significare soltanto che i carboidrati assunti sono stati mal digeriti, in questo caso si ha un odore di fermentato
dichiara l’esperto. A conferma di ciò, il fatto che spesso più il cibo è salutare, e più il peto sarà portato a puzzare. In particolare, più è alto il volume di alimenti ricchi di fibre che viene assunto nella dieta, e più sarà anche il contributo alla proliferazione dei batteri intestinali buoni, che hanno – tra i principali effetti – anche quello di produrre gas dalla digestione del cibo.
L’elenco degli “incriminati” è lungo: si pensi ai cavoli, broccoli, carne rossa, latte e proteine vegetali, e tanto altro ancora, identicamente in grado di favorire la produzione di gas, spesso maleodorante e simile a quello di “uova marce”, determinato dalla scomposizione del cibo in idrogeno solforato.
Se il vostro obiettivo è quello di evitare di produrre peti puzzolenti (ma ne vale la pena?) meglio preferire le proteine, piuttosto che i carboidrati. Difatti, le proteine non provocano molto gas, ma lo fanno i carboidrati. Come medico, cerco di condizionare questo fenomeno con cose come la dieta FODMAP o i probiotici prosegue ancora lo specialista, ricordando che la dieta a basso contenuto di carboidrati FODMAP è quella che limita alcuni tipi di carboidrati che tendono a fermentare nell’intestino e che producono gas rancido. La cattiva notizia è che tale dieta è difficile da seguire, visto che elimina purtroppo anche i cibi anche sani come le cipolle e gli asparagi.
Se poi si soffre di problemi davvero gravi di flatulenza, meglio rivolgersi direttamente a un gastroenterologo o un nutrizionista esperto, che possa aiutarvi a scoprire quali siano i carboidrati che provocano tale situazione di disagio, in maniera tale prendere in considerazione solamente i cibi che hanno meno tendenza a fermentare e dunque, a produrre meno gas.
L’esperto ricorda tuttavia che l’emissione di gas è una cosa normale, e che una persona in salute tende a emettere gas dall’intestino tra le 10 e le 20 volte al giorno. Dunque, se si rientra in questi parametri (e se si ha la pazienza di “contare” le emissioni di gas”) non ci si deve affatto preoccupare e, solo in casi eccezionali, sarà necessario prendere dei provvedimenti. Insomma, val forse la pena continuare a mangiare quel che si è abituati a mangiare (se non ha controindicazioni) e, per i peti particolarmente puzzolenti, ricorrere a tapparsi il naso. E voi che ne pensate di queste conclusioni?