Una interessante scoperta è stata formalizzata poche settimane nel nostro Paese, e pubblicato sulla rivista Jama Oncology. Pare infatti che il propanololo, un medicinale molto comune, economico e sicuro, utilizzato di consueto per poter trattare l’ipertensione, sia utile anche per una ragione totalmente diversa da quella per la quale era stato sviluppato: bloccare la progressione del melanoma, un pericoloso tumore della pelle che viene generalmente trattato con altri strumenti e altre terapie. Ma quali sono le caratteristiche di questa nuova strategia per affrontare il melanoma?
Secondo quanto ricorda Vincenzo De Giorgi del Dipartimento di Scienze Dermatologiche Università degli Studi di Firenze, primo autore dello studio tutto italiano,
in pratica ci siamo accorti che avevamo pazienti ‘long survivors’ con melanomi molto aggressivi e abbiamo notato che tutti avevano ipertensione e altre patologie per cui sono indicati i farmaci beta bloccanti.
Una intuizione che ha portato evidentemente a ottime conseguenze, tanto che gli scienziati si sono ulteriormente impegnati per poterne sapere di più
Per avere una conferma abbiamo iniziato ad usare questo farmaco su diversi pazienti una volta scoperto il tumore, e abbiamo visto che la progressione del melanoma si riduce dell’80% senza effetti collaterali
ha rammentato ancora De Giorgi.
Lo studio è stato condotto su un campione di 53 pazienti, di cui 19 venivano trattati con il propanololo, il medicinale utilizzato per poter contenere l’ipertensione, nonché uno dei principali beta bloccanti.
Ebbene, a tre anni dall’avvio dello studio, è emerso che il 41% dei pazienti non trattati era andato incontro a una progressione della malattia, mentre tra i pazienti che erano stati trattati con l’assunzione del medicinale contro l’ipertensione, chi era andato incontro a un peggioramento della malattia era solamente il 16%.
Ora inizieremo un esperimento in doppio cieco per avere un dato più forte ma questo studio è molto promettente al punto che altri gruppi stanno studiando il possibile effetto dei beta bloccanti su diversi tumori
ha poi aggiunto De Giorgi.
Ma per quale motivo i farmaci beta bloccanti sono così apparentemente efficaci sulla lotta ai tumori? De Giorgi parla di diverse ipotesi alla base, che dovrebbero essere approfondite in altri studi. In particolar modo, l’esperto sottolinea come una ipotesi sia certamente legata allo stress a cui sono sottoposti i pazienti: una simile tensione determina il rilascio di adrenalina, che a sua volta favorisce la comparsa dei tumori, e i cui recettori sono bloccati dal propanololo.
In aggiunta a ciò, la classe di farmaci dei beta bloccanti va ad impedire la vascolarizzazione del tumore, che è una condizione necessaria per la crescita. Insomma, il risultato finale di questa osservazione è che il tumore diventa una malattia cronica, ed è pertanto necessario utilizzare il betabloccante per un lungo periodo di tempo per poter avere degli effetti benefici, senza tuttavia andare incontro agli effetti tipicamente negativi dei farmaci biologici.
A questo punto, non ci resta che osservare le conclusioni cui giungeranno le ulteriori analisi su questa interessante evoluzione medica.