La fantascienza non è poi così lontana, e i ricercatori della Columbia Engineering si son dati da fare per convincerci che, in fondo, è proprio così. Dagli Stati Uniti arriva infatti un’invenzione che potrebbe esser ben innestata all’interno dei migliori film sci-fi, e che dimostra come i progressi scientifici possano effettivamente rivoluzionare le nostre vite (in meglio): gli studiosi della Columbia Engineering sono infatti riusciti a stampare il primo e vero muscolo in 3D. E non è finita qui.
La novità è piuttosto ghiotta. Anche se macchine e essere umani non possono certamente scambiarsi i pezzi con così tanta apparente facilità, è anche vero che le protesi più moderne sono sempre più avanzate, e i “pezzi” sono sempre più simili agli organi umani.
A conferma di ciò, sia sufficiente dare uno sguardo all’ultima creazione dei già accennati ricercatori della Columbia Engineering, che sono riusciti a costruire alcuni parti del corpo umano, per arrivare a un robot, dalle sembianze quasi umane, morbide e tutt’altro che fredde.
Per giungere a tale obiettivo, il primo step (riuscito) è stato quello di realizzare un muscolo morbido, sintetico e – soprattutto – stampabile.
Le buone notizie non sono però finite qui. Grazie al team di ricerca coordinato dal professor Hod Lipson, infatti, gli studiosi sono riusciti a sviluppare un muscolo di un tessuto unico al mondo, dotato di una serie di interessanti peculiarità.
Tra le varie, ricordiamo come questo muscolo robotico possa funzionare come un vero e proprio muscolo, essendo dotato di una significativa capacità di espansione. In aggiunta a ciò, e a differenza di tutti quelli che sono stati realizzati in precedenza, il muscolo può funzionare senza l’utilizzo di speciali apparecchiature o di alta tensione. Tutto qui?
No. Perché se già quanto sopra è sufficientemente fantascientifico, lo è ancora di più il fatto che il muscolo presenta una densità di tensione 15 volte maggiore di un muscolo naturale e che, applicato a un robot, consente di sollevare fino a 1000 volte il proprio peso.
Stiamo facendo grandi passi per la mente dei robot, ma i corpi sono ancora primitivi. Questo è un grosso pezzo del puzzle e il nuovo dispositivo può essere modellato e riformato in mille modi. Abbiamo superato una delle barriere finali per rendere i robot davvero realistici
dichiarano dall’istituto americano.
A questo punto, in chiusura di questo breve focus sui nuovi ritrovati della robotica, qualcuno potrebbe domandarsi quali siano gli scopi che renderebbero necessaria la spesa di tutto questo tempo e soldi nella realizzazione di robot che siano simili agli esseri umani. Anche in questo caso, però, la risposta è abbastanza semplice: gli scienziati vogliono realizzare androidi che possano efficacemente interagire con gli esseri umani, soprattutto nel campo della salute, attraverso sistemi che possano muoversi in maniera naturale, al fine di poter afferrare con precisione gli strumenti e compiere lavori scrupolosi.
Le basi sembrano esserci, e le prospettive future sono a dir poco eccezionali.