Il termine che si utilizza per individuare questa patologia, “metaplasia”, ricorda termini ben più nefasti e lugubri, termini che riportano a patologie spesso gravi, se non gravissime, e che hanno segnato la vita di molte persone e, soprattutto chi ha avuto in famiglia casi di carcinomi (anche se molti di essi oggi si curano ed assicurano al paziente che ne è uscito una vita praticamente normale), al solo nominare un termine clinico che inizia per il prefisso “meta” inorridisce e pensa al peggio. Ebbene, grazie a Dio, no: non è questo il caso. Il termine metaplasia, anche associato a “squamosa” (metaplasia squamosa) indica un processo del tutto fisiologico che avviene nelle donne quando raggiungono l’età della fertilità. In particolare è il collo dell’utero che molto più spesso di altre parti, è la zona interessata dal processo di modificazione epiteliale che prende il nome di metaplasia squamosa.
Le cause
Le cause dalle quali prende origine la metaplasia squamosa dono del tutto di natura fisiologica, le alterazioni sono di natura benigna (infatti il termine medico non nasconde alcuna patologia grave e nemmeno preoccupante). Oltre al prefisso “meta” (che ricorda quello di “metastasi”, anche il suffisso “plasia” ricorda quello di “neoplasia”, ma non è mai inutile sottolineare che la metaplasia squamosa non ha niente a che vedere con un tumore o, peggio, con un cancro.
Nel dettaglio una neoplasia (tumore maligno, carcinoma o, ancora, cancro) la si può descrivere brevemente come un ammasso di cellule che si moltiplica in modo incontrollato ed anomalo, mediante un processo che, purtroppo, è irreversibile e che quindi richiede cure invasive (radioterapia e chemioterapia) e, spesso, un intervento chirurgico. A volte il carcinoma originario “metastatizza”, cioè diffonde cellule tumorali maligne nel resto del corpo, creando un circolo vizioso che, a volte, porta alla morte del paziente.
Una metaplasia, al contrario, è un processo REVERSIBILE che riguarda sempre un agglomerato cellulare, ma che consiste in una trasformazione delle cellule che potremmo definire “normale”, e non nella loro proliferazione incontrollata, caratteristica dei tumori. Anzi l’organismo, sovente, usa questo tipo di modificazioni in risposta ad alcuni processi infiammatori o se ci si trova in situazione di sbalzo ormonale.
La caratteristica della reversibilità fa sì che la metaplasia, quindi anche la metaplasia squamosa, una volta cessata la causa del processo di modificazione, quindi il processo infiammatorio o la situazione di sbalzo ormonale, cessi di esistere, nel senso che le cellule terminano questo processo di modificazione rientrando alla loro situazione fisiologica, senza aver causato danno alcuno all’organismo che le ospita.
Per completezza ci corre l’obbligo di aggiungere che la metaplasia, anche la metaplasia squamosa, in RARISSIMI casi può evolvere negativamente in una patologia dagli aspetti più gravi, ma, in ogni caso, in modo meno subdolo dei tumori, lasciando tutto il tempo che occorre per porre rimedio anche alla patologia più grave.
In gravidanza
La metaplasia squamosa che viene individuata mediante la colposcopia piuttosto che in seguito ad un pap test si può considerare come un reperto locale che si ritrova con grande frequenza in tante donne. Per sgomberare subito il campo da possibili equivoci, è bene sottolineare per le donne in gravidanza che non si tratta di una malattia che può creare alcun tipo di problema o impedimento in una gravidanza, né all’inizio né durante il suo sviluppo naturale.
I rischi e le cure
Relativamente alla metaplasia squamosa si può tranquillamente affermare che i rischi sono quasi del tutto inesistenti, tutt’al più si potrebbe pensare alla metaplasia squamosa come ad un campanello d’allarme per quale disturbo appena più “impegnativo”. Ripetiamo che solo in rarissimi casi una metaplasia squamosa potrebbe essere intesa come il campanello d’allarme di una situazione pre-cancerosa.
Nonostante tutte le nostre rassicurazioni in merito alla metaplasia squamosa, non ci stancheremo mai di ripetere che, in ogni caso, tutte le situazioni cliniche, anche le meno gravi e preoccupanti come questa, vanno fatte controllare in prima istanza dal proprio medico di base e, soprattutto se ciò ci viene da egli consigliato, successivamente è bene rivolgersi anche ad uno specialista per quel tipo di patologie. Anche in caso di problemi, come una metaplasia, ritenuto la stragrande maggioranza delle volte un processo fisiologico e normale, anzi, a volte addirittura una risposta dell’organismo a qualche sorta di attacco dall’esterno.
Stante tutto quanto sopra, risulta abbastanza evidente che la metaplasia squamosa non necessita di alcuna cura, essendo per lo più un processo a carattere transitorio per cui l’organismo recupera uno status di normalità autonomamente, senza l’aiuto di terapie farmacologiche. In ogni caso, se nutrite anche un solo dubbio, rivolgetevi al vostro medico di fiducia. Se la metaplasia squamosa vi ha colpito all’utero, potete contattare direttamente il vostro ginecologo.
E ricordate: una “passeggiata” dal vostro medico di fiducia e, in alcuni casi, da un medico specialista, non è mai tempo perso, se non altro può fugarci ogni dubbio!
Metaplasia nella cervice
Questo termine viene utilizzato per indicare quel particolare processo con cui una certa tipologia di epitelio del tutto differenziato assume dei connotati completamente differenti. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di una modifica adattativa che si verifica come una vera e propria risposta nei confronti di un’irritazione cronica piuttosto che di uno stimolo a livello ormonale. Nel momento in cui la donna raggiunge e supera la pubertà e diviene adulta, ecco che i cambiamenti a livello ormonale possono provocare l’eversione della cervice. In questi casi, l’epitelio ghiandolare, che è particolarmente fragile, subisce un’esposizione maggiore ad un ambiente decisamente più duro e acido rispetto alla vagina. Un processo con molte caratteristiche in comune si verifica anche nel corso della gravidanza. Questa particolare eversione, che viene chiamata anche con il termine inglese di ectropion, spesso viene ribattezzata, in modo errata, erosione cervicale per via proprio del suo aspetto, dal momento che una rima rossa va a circondare sostanzialmente l’introito cervicale.
I tre stadi istologici principali
Quando si parla di metaplasia squamosa, è bene evidenziare come siano stati individuati ben tre differenti stadi istologici. Il primo stadio è rappresentato dall’iperplasia delle cellule di riserva. Le cellule di riserva che si trovano all’interno dell’epitelio endocervicale, in questa fase, cominciano la loro suddivisione. Il secondo stadio è rappresentato dalla metaplasia squamosa immatura. In questa fase le cellule di riserva cominciano a moltiplicarsi e diffondersi in maniera tale da realizzare un numero maggiore di strati di cellule immature parabasali. Uno strato a livello superficiale di cellule colonnari mucinose si può notare piuttosto di frequente senza troppe difficoltà in superficie. Il terzo stadio corrisponde alla metaplasia squamosa matura. In questa fase, le cellule immature si differenziano in epitelio squamoso maturo. Quest’ultimo è veramente impossibile da differenziare rispetto all’epitelio squamoso presente in origine. Le cripte a livello endocervicale si possono individuare praticamente sotto all’epitelio di superficie, facendo in modo di mostrare l’origine della metaplasia squamosa.
Epitelio endocervicale e cervice
Dal momento della nascita fino alla fase della pubertà, l’epitelio endocervicale è formato da delle cellule colonnari, mentre l’epitelio ectocervicale è composto da delle cellule squamose native. Tra i due epiteli l’interfaccia principale viene chiamata giunzione squamocolonnare originale. Nel corso della fase della pubertà e durante la prima gravidanza, la cervice incrementa le sue dimensioni in relazione ai cambiamenti che intervengono a livello ormonale. L’epitelio endocervicale protrude all’interno dell’ectocervice, praticamente mettendola in esposizione rispetto al ph acido che caratterizza la vagina. Proprio quest’ultimo ph acido è in grado di garantire uno stimolo alla modifica metaplastico dell’epitelio colonnare. Il processo che caratterizza la metaplasia si può considerare plurifocale. Infatti, ha inizio all’interno delle cripte e agli apici dei villi endocervicali che, man mano e in maniera progressiva, si fondono. Con il passare del tempo, tutto l’epitelio endocervicale protruso può lasciare il posto all’epitelio squamoso.
La metaplasia squamosa nella cervice
All’interno della cervice, la zona che caratterizza l’epitelio che ha subito la metaplasia prende il nome di punto o zona di trasformazione, detta ZT. Un gran numero di studi hanno messo in evidenza come il CIN di rango elevato va a comprende, almeno da un punto di vista iniziale, le cellule epiteliali metaplastiche immature che caratterizzano la zona di trasformazione. È proprio in questo punto che si sviluppano gran parte, se non praticamente tutti, i tumori della cervice. La cervice si caratterizza per avere ben quattro regioni che si possono distinguere dal punto di vista anatomico. Si tratta dell’etocervice, della giunzione squamocolonnare, detta GSC, del canale endocervicale e dell’endocervice. La giunzione squamocolonnare subisce spesso un’eversione in seguito alla fase della pubertà e della gravidanza, per poi fare ritorno all’interno del canale endocervicale con l’arrivo della fase della menopausa.
La metaplasia immatura va a svilupparsi all’interno di una zona di trasformazione che è collocata tra la giunzione squamocolonnare e l’ectocervice, a partire dalle cellule di riserva che si trovano esattamente alla base. Le lesioni precancerose di elevato grado si sviluppano soprattutto a partire dalla zona di trasformazione. L’endocervice può contare su una protezione molto importante, che corrisponde ad un tappo di muco all’interno del canale endocervicale, la cui composizione può variare nei vari cicli riproduttivi e nel corso della fase della gravidanza.