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Aneurisma cerebrale: come si forma e come si può intervenire

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Nella maggior parte dei casi, non ci sono sintomi e questo passa inosservato. In rari casi, tuttavia, può succedere che venga rilasciato del sangue nel cranio, causando un ictus. Il risultato di questa rottura viene chiamato emorragia subaracnoidea. A seconda della gravità dell’emorragia, l’aneurisma cerebrale può portare a danni nel cervello o alla morte del soggetto. La posizione più comune per un aneurisma cerebrale è nella rete di vasi sanguigni alla base del cervello, il poligono di Willis.

Non si nasce con un aneurisma, nella maggior parte delle persone si sviluppano dopo i 40 anni. Gli aneurismi cerebrali di solito si sviluppano nei punti di ramificazione delle arterie e sono causati da una pressione costante provocata dal flusso sanguigno. Spesso si ingrandisce lentamente e si indebolisce man mano che cresce, proprio come un palloncino si indebolisce mentre si allunga. Gli aneurismi possono essere associati ad altre tipologie di disturbi vascolari come la displasia fibromuscolare, l’artrite cerebrale o la dissezione arteriosa, ma si tratta di casi insoliti.

Non esiste una predisposizione genetica con l’aneurisma cerebrale ma questi possono svilupparsi più facilmente se esiste già una storia familiare. Alcuni aneurismi sono dovuti a infezioni, assunzione di droghe (anfetamine, cocaina) che danneggiano i vasi sanguigni del cervello, trauma cerebrale diretto a causa di un incidente.

Chi è più a rischio?

Nello specifico, il pericolo di sviluppare un aneurisma cerebrale è più alto nelle persone adulte che hanno un’età che va dai 30 fino ai 60 anni. In un terzo dei casi le conseguenze sono serie e possono portare alla morte della persona colpita. In un altro terzo dei casi l’esito è fatale dopo breve tempo oppure si sopravvive, ma con dei deficit particolarmente gravi. Infine, l’ultimo terzo dei pazienti colpiti in questa fascia di età sopravvive senza particolari conseguenze o con dei deficit comportamentali e cognitivi di poco rilievo. In base a diversi studi e statistiche, le donne presentano un rischio più elevate di dover soffrire di tale problema. L’aneurisma al cervello viene considerato davvero molto rischioso nel caso in cui abbia una dimensione pari a 15 mm. In questa situazione, difatti, i vasi sanguigni potrebbero cominciare a sanguinare e, per via di tale motivazione, provocare una pressione sempre più alta sul cervello. Ed è proprio questo il momento in cui possono iniziare i problemi più gravi. Nel momento in cui i vasi sanguigni cominciano a rompersi e parte il sanguinamento nel cervello, ecco che si verifica un accidente cerebrovascolare emorragico, che provoca a sua volta altri aneurismi. L’aneurisma cerebrale, in ogni caso, è un evento davvero poco frequente, visto che si sviluppa una volta ogni 10 mila persone. Inoltre, si verifica davvero molto di rado nei primi dieci anni di vita.

Aneurisma cerebrale, capirlo per prevenirlo in tempo

Gli aneurismi cerebrali sono tutti diversi, non ve ne è uno uguale. Differiscono per dimensioni, forma e posizione. Ma entriamo nei dettagli.

Dimensione

  • i piccoli aneurismi misurano meno di 5 mm
  • gli aneurismi di medie dimensioni misurano dai 6 ai 15 mm
  • gli aneurismi di grandi dimensioni misurano dai 16 ai 25 mm.

Forma

Un aneurisma cerebrale può essere:

  • di forma sacculare con un collo ben definito
  • di forma sacculare con collo largo
  • fusiforme senza un collo distinto.

Posizione

Un aneurisma cerebrale di solito si trova lungo le principali arterie profonde, all’interno delle strutture cerebrali. Gli aneurismi possono verificarsi nella parte anteriore del cervello (circolo anteriore) o nella parte posteriore del cervello (circolo posteriore).

Le cause

Come accennato in precedenza, predisposizioni genetiche non ce ne sono, ma una persona può ereditare la tendenza nella formazione di aneurismi. Oppure, un aneurisma cerebrale si può sviluppare a causa dell’indurimento delle arterie e dell’invecchiamento.

Alcuni fattori di rischio che contribuiscono alla formazione di aneurismi possono essere controllati, altri invece no. Ecco quali sono.

  • storia familiare

le persone che hanno in famiglia soggetti che hanno già avuto un aneurisma cerebrale, hanno più probabilità di svilupparne uno.

  • aneurisma precedente

chi ha già avuto un aneurisma cerebrale ha maggiore probabilità di svilupparne un secondo o di subire un’emorragia subaracnoidea.

  • genere

le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare un aneurisma cerebrale rispetto agli uomini.

  • etnia

sono gli afro-americani le persone con più probabilità di sviluppare gli aneurismi cerebrali.

  • alta pressione sanguigna

il rischio di emorragia subaracnoidea è maggiore nelle persone che soffrono di pressione alta.

  • fumo

oltre a essere una delle cause dell’alta pressione sanguigna, fumare può aumentare notevolmente la possibilità di rottura di un aneurisma cerebrale.

I sintomi

La maggior parte degli aneurismi nel cervello non comporta sintomi e possono essere scoperti per caso, per esempio durante un esame medico svolto per una condizione non correlata. A volte, un aneurisma cerebrale non rotto causerà problemi perché preme sulle aree del cervello. Quando questo accade, la persona coinvolta soffrirà di gravi mal di testa, vista offuscata, dolore al collo e difficoltà di formulare un discorso di senso compiuto. L’intensità e la tipologia dei sintomi dipende da quali aree del cervello sono interessate e da quanto è grave l’aneurisma.

I segnali di una rottura dell’aneurisma cerebrale spesso compaiono all’improvviso. E sono i seguenti:

  • improvviso mal di testa grave, diverso dal solito mal di testa passeggero
  • dolore al collo
  • nausea e vomito
  • sensibilità alla luce
  • perdita di coscienza
  • convulsioni.

Gli aneurismi cerebrali non rotti

Gli aneurismi cerebrali che non sono rotti vengono piuttosto di frequente individuati nel corso di vari accertamenti diagnostici. Si tratta di lesioni che possono essere curate o, in ogni caso, monitorate con estrema attenzione. Quindi si tratta di vere e proprie lesioni che tante volte vengono scoperte per caso. Nel momento in cui viene portata a termine la diagnosi, tale aneurisma può rappresentare certamente un problema. In primis si tratta di una complicazione per il paziente, poi ovviamente anche per il neurochirurgo, dal momento che quest’ultimo dovrà fare una valutazione approfondita circa la reale necessità di effettuare un intervento oppure mantenere solamente alta l’attenzione circa questo caso. Tra le più importanti cause che sono legate allo sviluppo di aneurismi cerebrali non rotti troviamo sicuramente l’ipertensione, ma anche il fumo, gli aneurismi multipli, nonché la malattia dei connettivi.

I sintomi e la diagnosi di questo tipo di aneurismi

In alcuni casi, questa tipologia di aneurismi rimane praticamente senza “farsi sentire” per tutta la vita. Capita molto di rado che possa portare ad un incremento progressivo delle dimensioni fino a provocare alcuni sintomi legati a questo effetto. E i sintomi correlati a questa situazione sono tendenzialmente cefalea, crisi epilettiche, compressione di nervi cranici che diverse problematiche relative alla motilità oculare. La percentuale legata ad una possibile rottura è davvero molto ridotta. Le dimensioni di questa particolare sacca rappresentano certamente un indice della possibile rottura. Nel caso in cui l’aneurisma abbia dimensioni inferiori a 6-7 millimetri, allora c’è un pericolo di sanguinamento piuttosto basso. Nel caso in cui, invece, le dimensioni vadano oltre i 7 millimetri, allora è necessario un trattamento. Chiaramente ogni decisione deve essere presa in relazione anche all’età del paziente e ad un successivo approfondimento legato al pericolo di sanguinamento.

La diagnosi degli aneurismi cerebrali non rotti

Ad un primo livello spesso la diagnosi viene portata a termine mediante una TAC encefalo che può essere utile quantomeno per arrivare ad un sospetto. Piuttosto di frequente, però, tale situazione si può individuare grazie a delle RM effettuate per altre ragioni e cause. Ad un secondo livello, c’è la possibilità di effettuare altri esami, come ad esempio l’angio Rm, ovvero una normale Tac senza mezzo di contrasto, oppure l’AngioTac, che però ha bisogno del mezzo di contrasto. Ad un terzo livello possono essere utili esami come l’angiografia cerebrale. In questo caso serve anche un’anestesia locale che deve essere svolta a livello inguinale. Durante questo esame viene eseguito un cateterismo mediante l’arteria femorale fino ad arrivare ai vasi intracranici, con l’iniezione del mezzo di contrasto. In questo modo c’è l’opportunità di ricavare una totale visualizzazione dinamica del flusso cerebrale. Questo esame, in ogni caso, è suggerito solamente nei casi poco chiari o in cui ci sia l’esigenza di capire quale sia il flusso cerebrale e le diverse variazioni a livello anatomico.

La cura degli aneurismi cerebrali non rotti

Chiaramente è compito del neurochirurgo capire se la lesione possa aver bisogno di una terapia o solamente di essere mantenuta in osservazione. L’approccio migliore è quello di effettuare una valutazione diversa per ciascun caso concreto, certamente contando anche l’età del paziente, il punto in cui si è manifestata la lesione e lo stato psicologico del paziente stesso. La cura di un aneurisma non rotto può comportare spesso dei pericolo di morbilità e mortalità notevolmente più bassi in confronto all’emorragia subaracnoidea che si può considerare un’ulteriore malattia che fa seguire diverse complicazione che non hanno legami con la lesione vascolare, ma correlate invece al sangue che va ad irritare la superficie cerebrale.11

La diagnosi

Poiché gli aneurismi cerebrali spesso non comportano sintomi, molti vengono scoperti durante il trattamento di una condizione clinica differente. Se il medico ritiene che potrebbe essere in atto un aneurisma cerebrale, può richiedere alcuni esami specifici:

  • tomografia computerizzata

si tratta di una TAC che può aiutare a identificare il sanguinamento nel cervello. In caso di sospetto aneurisma cerebrale con emorragia subaracnoidea, il medico può eseguire una puntura lombare.

  • CTA

è un metodo più preciso che permette di valutare i vasi sanguigni meglio di una TAC standard. La CTA utilizza una combinazione tra la TAC, speciali tecniche informatiche e contrasto per produrre immagini dei vasi sanguigni.

  • angiografia a risonanza magnetica

simile a un CTA, utilizza un campo magnetico e impulsi di energia dell’onda radiofonica per fornire immagini di vasi sanguigni all’interno del corpo. Viene spesso utilizzato un mezzo di contrasto.

  • angiogramma cerebrale

durante questo esame a raggi X, viene inserito un catetere attraverso un vaso sanguigno situato nell’inguine o nel braccio, e viene spostato attraverso il vaso nel cervello. Viene iniettato un mezzo di contrasto nell’arteria cerebrale che consente la visione di problemi nell’arteria, compresi gli aneurismi.
Questo test è più invasivo e rischioso rispetto ai precedenti, ma risulta essere il modo migliore per individuare i piccoli aneurismi cerebrali.

Trattamenti

Prima di decidere il trattamento migliore, il medico deve pensare a diverse cose. Ciò che determineranno il tipo di cura include l’età, la dimensione dell’aneurisma, eventuali fattori di rischio aggiuntivi e l’indicazione dello stato di salute generico.

Poiché il rischio di rottura di un piccolo aneurisma è basso e un intervento chirurgico è spesso rischioso, il medico può decidere di continuare con l’osservazione della condizione piuttosto che metterci mano. Può anche suggerire alcuni modi per mantenere i vasi sanguigni più sani possibili. Per esempio, può aiutarvi a gestire la pressione alta e a smettere di fumare.

Se l’aneurisma cerebrale è di grandi dimensioni o causa dolori e altri sintomi, allora l’intervento chirurgico è un’opzione raccomandata. Le procedure descritte di seguito vengono utilizzate per il trattamento di aneurismi cerebrali rotti e non.

  • embolizzazione endovascolare

durante tale procedura, viene inserito un piccolo tubo nell’arteria interessata e posizionato vicino all’aneurisma. Vengono quindi inserite delle spirali metalliche che vengono spostate attraverso il tubo nell’aneurisma, riempiendolo e rendendolo meno incline alla rottura. Nella procedura di embolizzazione, si riduce il flusso di sangue all’aneurisma. Queste procedure sono meno invasive di un intervento chirurgico ma comportano dei rischi, compresa la rottura dell’aneurisma cerebrale.

  • clipping chirurgico

questo intervento prevede il posizionamento di una piccola clip metallica intorno alla base dell’aneurisma, per isolarlo dalla normale circolazione sanguigna. Questo diminuisce la pressione sull’aneurisma e ne impedisce la rottura.
Non è un intervento che si può eseguire sempre; dipende dalla posizione dell’aneurisma, dalle sue dimensioni e dalla salute generica del paziente.

Alcuni aneurismi si gonfiano in modo tale che devono essere tagliati e le estremità del vaso sanguigno devono essere cucite, ma ciò succede molto raramente. A volte l’arteria non è abbastanza lunga per poter essere cucita e c’è bisogno di prelevare e utilizzare un pezzo di un’altra arteria.

Un aneurisma cerebrale con emorragia è molto grave. In molti casi porta alla morte del soggetto o all’invalidità. Il trattamento include il ricovero in ospedale in terapia intensiva, per alleviare la pressione nel cervello e mantenere le funzioni vitali come la respirazione e la pressione sanguigna.

Fonti e bibliografie

  • Sistema Nervoso – Neurologia – Neurochirurgia – Neuroradiologia. P. Barone, A. Brunetti, P. Cappabianca, A. Filla, M. Gangemi, E. Maiuri, L. Santoro; Ed. Idelson-Gnocchi; 2012
  • Cerebral aneurysms: Formation, progression and developmental chronology. Nima Etminan, M.D., Bruce A. Buchholz, Ph.D., Rita Dreier, Ph.D., Peter Bruckner, Ph.D., James C. Torner, Ph.D., Hans-Jakob Steiger, M.D., Daniel Hänggi, M.D., and R. Loch Macdonald, M.D; 2013
  • Unruptured Cerebral Aneurysms: Evaluation and Management. Ajiboye N, Chalouhi N, Starke RM, Zanaty M, Bell R; 2015
Francesca Rotondo