Il Lansoprazolo appartiene a un gruppo di farmaci conosciuti come inibitori della pompa protonica. Viene utilizzato dalla maggior parte delle persone per combattere l’acidità di stomaco. Ma il suo compito non finisce di certo qui. Il farmaco è stato pensato e creato per il trattamento e la prevenzione delle ulcere intestinali, dell’esofagite e di altre condizioni cliniche caratterizzate da un’eccessiva produzione di acido all’interno dello stomaco.
Ci teniamo, però, ad avvertire che il Lansoprazolo non è indicato per garantire il sollievo immediato dai bruciori di stomaco. Non si tratta, quindi, di un analgesico o di un antidolorifico, ma è un farmaco a se state con una funzione ben precisa.
Viene immesso in commercio da diverse case farmaceutiche, famose e non, in quanto il suo brevetto non ha più validità.
Una dose iniziale comprende 30 mg per via orale una volta al giorno, per un massimo di 8 settimane. Dopodiché il dosaggio viene ridotto a 15 mg, sempre una volta al giorno. L’assunzione deve comunque essere descritta dal medico.
Il Lansoprazolo, che si trova all’interno di vari farmaci, è un principio attivo che fa parte del gruppo degli inibitori della pompa protonica. L’attività terapeutica è legata alla capacità di andare ad inibire in modo selettivo la pompa H+/K+ATPasi che viene espressa dalle cellule parietali che si trovano nello stomaco. Questa pompa è legata alla secrezione acida del lumen intragastrico, comportando un abbassamento del livello acido nello stomaco di circa l’80%. Questo farmaco riesce a toccare il picco di massima efficacia dopo una settimana. Ovvero nel momento in cui la sua azione inibente riesce ad arrivare a valori anche oltre l’80%. In confronto ai principi attivi usati in precedenza, come ad esempio l’omeoprazolo, il lansoprazolo presenta diversi miglioramenti sotto il profilo farmacocinetico. Infatti, è in grado di toccare una biodisponibilità pari all’80-90% in confronto al dosaggio assunta. Il punto massimo plasmatico si rileva entro due ore da quando viene assunto. Successivamente ad un metabolismo epatico, i metaboliti del lansoprazolo vengono espulsi soprattutto mediante le urine.
Il bruciore di stomaco corrisponde ad uno dei sintomi che colpiscono con la maggiore frequenza i cittadini degli stati Occidentali. Inoltre, non è sempre correlato ad una particolare malattia. Tra le varie cure previste c’è anche quella a base di lansoprazolo. Si consiglia un’assunzione di 15 mg al giorno per due settimane. Pare che sia una delle terapie migliori, sia dal punto di vista dell’efficacia che per quanto concerne la tollerabilità. Inoltre, può essere importante anche nella cura della gastrite. Quest’ultima è una patologia infiammatoria che colpisce la mucosa gastrica. Diversi approcci terapeutici innovativi hanno rilevato come un’associazione tra inibitori selettivi delle COX2 e lansoprazolo portare a notevoli miglioramenti. Soprattutto grazie all’azione di modulazione dell’attivazione dei linfociti. Infine, è emersa l’utilità dell’azione degli inibitori della pompa protonica anche per debellare il reflusso gastroesofageo. In modo particolare come elemento predittivo dello sviluppo di tale malattia, così come per capire il livello potenziale di efficacia della terapia.
Il Lansoprazolo va preso esattamente come indicato nel bugiardino o come prescritto dal medico di base. Non modificare le dosi da sé, il medico è un professionista e sa di che cosa hai bisogno.
Si tratta di un medicinale che va preso, di solito, prima dei pasti, meglio se prima della colazione.
Per assumere il farmaco in soluzione orale, ti basta agitare la confezione e misurare il contenuto, utilizzando la siringa dosatrice fornita all’interno della scatola.
Nel caso di compresse, basta aiutarsi con un bicchiere d’acqua per mandarla giù. Se proprio fai fatica a deglutire e non ce la fai, puoi aiutarti ugualmente con una siringa sterile. Come fare? Apri la capsula e infila i granuli nella siringa. Aggiungi 4 ml di acqua in caso di una pastiglia da 15 mg, 10 ml invece per quella da 30 mg. Agita con delicatezza fino a quando la compressa non si disperde, poi spingi il composto in gola con la siringa entro 15 minuti dalla miscelazione. Infine, riempi di nuovo la siringa con dell’acqua, agita ancora e finisci di assumere i residui rimanenti.
Il Prevacid OTC, il principio attivo del Lansoprazolo, dovrebbe essere assunto una sola volta al giorno per un massimo di 15 giorni. È assolutamente sconsigliato prendere più di una compressa ogni 24 ore ed è necessario lasciar trascorrere almeno 4 mesi prima di riprendere il trattamento una seconda volta.
Il metabolismo di questo principio attivo comporta che tale farmaco sia esposto a tante diverse interazioni con dei principi attivi che vengono metabolizzati dalla medesima struttura. Nello specifico, le principali interazioni sono quelle con farmaci come il ketaconazolo, itraconazolo, fluvoxamina, macrolidi e inibitori della proteasi. Questi medicinali possono provocare un notevole aumento della presenza di lansoprazolo. In questo modo, si va ad incrementare anche il pericolo che insorgano degli effetti collaterali. Invece, il lansoprazolo può comportare una modifica nelle proprietà farmacocinetiche di teofillina, fenitoina e farfari. Nel caso in cui venga assunto in associazione con degli antiacidi e sucralfato può comportare una riduzione della sua biodisponibilità.
Prima di cominciare un trattamento a base di lansoprazolo è bene indagare circa il motivo da cui derivano le malattie gastro-intestinali. Si punta ad evitare, infatti, che la cura a base di tale principio attivo possa nascondere segnali e sintomi di una diagnosi più precisa, rimandando l’intervento terapeutico. Per via del metabolismo epatico e della secrezione renale di tale principio attivo, è bene che l’assunzione venga sottoposte a rigide regole. Prima di tutto, il medico curante dovrà valutare attentamente benefici e svantaggi. In secondo luogo, invece, bisogna prestare la massima prudenza con i soggetti che presentano una minor funzionalità renale ed epatica. Bisogna evidenziare come un trattamento troppo prolungato può comportare un maggiore pericolo di contrarre infezioni da Salmonella e Campylobacter. Una concentrazione di saccarosio all’interno del farmaco potrebbe portare allo sviluppo di affezioni del tratto gastro-intestinale. Soprattutto in quei soggetti che soffrono di una minore tolleranza rispetto al fruttosio, galattosio/glucosio. Oppure anche rispetto a coloro che soffrono di saccarasi, isomaltasi oppure deficit enzimatico di maltasi. L’insorgere di cefalea, vertigini e sonnolenza potrebbe comportare una perdita parziale delle capacità percettive del paziente. Di conseguenza si sconsiglia di mettersi alla guida o di usare macchinari di precisione dopo la sua assunzione. Questo farmaco si può acquistare esclusivamente previa presentazione della prescrizione del medico.
Il Lansoprazolo può dare qualche effetto collaterale. I meno comuni, ma i più pericolosi sono:
Gli effetti collaterali più frequenti sono, invece:
Gli studi scientifici effettuati finora non sono riusciti a dimostrare prove tangibili sulla pericolosità del Lansoprazolo in gravidanza. La tesi viene avvalorata da un esperimento recente che ha monitorato alcune donne in età fertile e in dolce attesa durante l’assunzione del farmaco. La ricerca non ha mostrato alcun aumento della frequenza di malformazioni e/o altri effetti dannosi, diretti e indiretti, sul feto.
Al contrario, gli studi sugli animali affermano il contrario. Nelle cavie, infatti, si è notato aumento dell’incidenza di danni al feto. Questo significa che è necessario porre molta attenzione ed evitare l’assunzione di Lansopranzolo in stato interessante e durante l’allattamento, a meno che non sia strettamente necessario e sotto controllo medico.
Il reflusso acido, è un comenu fastidio che colpisce gran parte della popolazione, e che almeno una volta nella vita abbiamo avuto tutti. Esso si manifesta quando lo sfintere esofageo situato nella parte inferiore, che separa lo stomaco e l’esofago, si apre, e così facendo lascia passare l’acido dello stomaco nell’esofago, provocando nella persona colpita dei sintomi molto fastidiosi. A determinare tale disturbo possono esserci alla base le cattive abitudini alimentari, oppure il consumo eccessivo di alcol e di caffè. Il reflusso gastroesofageo di può manifestare anche nelle donne in gravidanza, causato dai cambiamenti ormonali. Per far fronte a tali disturbi, come abbiamo visto, possiamo utilizzare il Lansoprazolo, oppure semplicemente modificare il nostro stile di vita, in particolare le abitudini alimentari. Vi sono anche moltissimi rimedi naturali al 100% in grado di alleviare la fastidiosa sintomatologia dell’acidità di stomaco, che ora vedremo insieme: