La colecisti alitiasica, o colecisti senza calcoli, è un problema che può riguardare molte persone, e che può avere degli impatti particolarmente significativi sul proprio quadro clinico. Si tratta infatti di una colecisti che nonostante sia priva di calcoli, si infiamma provocando fastidi piuttosto ingenti e rendendo spesso necessario l’intervento chirurgico prima che questa subisca delle cattive evoluzioni (si pensi, tra i pregiudizi più pericolosi, alla perforazione della cistifellea.
I sintomi della colecisti alitiasica si manifestano nello stesso modo in cui si manifestano i sintomi della colcistiti acuta: forti dolori nella zona dell’addome, in alto a destra, particolarmente prolungati, e spesso mal integrati con sensazioni di nausea e di febbre alta.
Purtroppo, a rendere ancora più complesso il fronteggiare della malattia, c’è da dire che tutti i sintomi si manifestano in maniera improvvisa e anche se il paziente non ha avvertito alcun fastidio in precedenza.
Numerose possono essere le cause della colecisti alitiasica. Si pensi ai traumi di natura addominale, all’ostruzione della colecisti, alle ustioni gravi, a un digiuno prolungato nel tempo, all’aver subito alcuni interventi di natura chirurgica, e così via. Può dipendere infatti anche da infezioni serie oppure deficit a livello immunitario.
Per una cura idonea è necessario individuare come prima cosa la causa. Una diagnosi da parte del medico permette in poco tempo di inquadrare la natura del problema. Dopo, deciderà come risolvere la questione. La strada percorribile, una volta che è stato appurato attraverso l’ecografia addominale la colecisti alitiasica, è quella dell’operazione chirurgica.
La colecisti alitiasica è una condizione molto dolorosa che dovrebbe indurre a un immediato intervento. Di norma la risoluzione del problema avviene mediante la rimozione della colecisti o della cistifellea attraverso un’operazione chirurgica, effettuata per evitare che le infezioni creino delle ripercussioni gravi sul proprio quadro clinico. La colecisti non è un organo vitale perciò può essere rimosso senza che il paziente ne risenta in qualità della vita. Anzi, è necessario intervenire subito proprio perché non curare le colecisti alitiasica può portare a un processo di cancrena e la perforazione della cistifellea. La mortalità in questi casi è stimata al 65%.
La colecisti è un piccolo organo presente all’interno del nostro corpo: una sorta di “deposito” in cui viene riversata la bile prodotta dal fegato, per poter aiutare la digestione, e rilasciata proprio nel momento in cui iniziano i processi di natura digestiva. L’infiammazione “tipica” viene determinata dai calcoli che si formano all’interno dell’organo, spesso a causa dell’eccesso di colesterolo contenuto al suo interno, causando così un’infiammazione viene appunto risolta mediante un intervento di natura chirurgica. In alcuni casi, la colecisti con calcoli non viene portata in intervento, ma “curata” mediante specifiche terapie alternative all’intervento chirurgico, o una dieta più equilibrata.
Come sopra indicato, l’alimentazione influenza in maniera rilevante la comparsa dei calcoli, che sono alla base della formazione del maggior numero di colecisti. Non è certo un caso che la maggior parte delle persone che ne soffrono sono persone che hanno un’alimentazione squilibrata e ricca di grassi, o ancora coloro che sono particolarmente in sovrappeso, o ancora coloro che attuano delle diete molto drastiche per ridurre il peso.
I calcoli alla colecisti sono infatti determinati soprattutto dall’eccesso di colesterolo nella bile: una cattiva alimentazione provoca il suo incremento all’interno di questo organo, e di seguito l’impossibilità di smaltirlo correttamente. Le quantità che rimangono all’interno della colecisti si solidificano creando i calcoli, piccoli “sassolini” delle dimensioni di pochi millimetri, di colore giallastro.
Ebbene, per cercare di ridurre il rischio di calcoli è bene cercare di consumare molte fibre anti-colesterolo. Mangiare dunque molta frutta e verdura, e incrementare l’apporto di fibre con la crusca, potrebbe essere il primo passo. Cercate inoltre di privilegiare le carni bianche e il pesce azzurro, evitando – di contro – le carni che sono ricche di grassi, o ancora i formaggi molto stagionati, il latte intero, gli insaccati, le fritture, i salumi.
Cercate inoltre di abbinare un’alimentazione corretta a una frequente (anche leggera) attività fisica: è probabile che con questi semplici accorgimenti possiate riuscire a tenere a bada il colesterolo e, dunque, prevenire il dannoso problema delle colecisti e dei calcoli, e migliorare il vostro benessere complessivo.
La colecisti dismorfica è una particolare colecisti il cui aspetto non è quello tipico a pera allungata. Non si parla propriamente di una patologia ma di una condizione. Non vuol dire che funziona male. E’ una condizione che può essere sia congenita che ereditaria.
Alcune volte possono esservi disturbi collegati, come quello della digestione. Gli esperti comunque hanno pareri discordanti in merito. C’è chi dice tra i medici che la colpa è della colecisti dismorfica e chi invece no. Attraverso l’ecografia, il medico può capire se vi sono alcuni mal funzionamenti e intervenire poi nel miglior modo.
L’intervento è la soluzione di prima scelta per chi soffre di colecisti infiammata. Non è però consigliata a chi soffre di disturbi cardiaci, renali e polmonari. Quando vi è una complicazione, come la cancrena la perforazione o l’ascesso è ugualmente necessario intervenire perché ci sono maggiori rischi a lasciar tutto com’è piuttosto che a intervenire.
L’operazione è fatta mediante il laparoscopio. Un tubicino flessibile con telecamera. Sono usati anche altri tubicini con i vari strumenti chirurgici necessari per rimuovere la cistifellea, questi sono inseriti in delle incisioni fatte nell’addome.
Quando ci sono gravi infiammazioni o shock, il radiologo intervenista va a inserire un catetere di drenaggio nella colecisti. Deve anche trattare con gli antibiotici il paziente, così da ridurre l’infiammazione.
Quando la cistifellea viene rimossa di solito non vi sono complicazioni. Possono presentarsi piccoli dolori ma nel tempo spariscono. Rari invece i casi di diarrea.
Alcune volte si parla di colecisti aliatiasica in correlazione al fango biliare. Questo perché il fango biliare ha come possibile sintomo proprio l’infiammazione della cistifellea. Ma cos’è questo fango biliare?
Si tratta di una sostanza che può portare i calcoli alla vescica, organo legato all’apparato digestivo. Questo organo ha lo scopo di immagazzinare i sali biliari che produce il fegato, i quali consentono poi lo scioglimento dei grassi. Quando vi è uno squilibrio, può invece formarsi il fango biliare. E’ formato da cristalli (di colesterolo soprattutto) e granuli di bilirubina. E’ molto rischioso per lo sviluppo dei calcoli biliari.
Tra i sintomi principali troviamo il dolore addominale, il gas, il gonfiore addominale, l’infiammazione della vescica, la nausea, il vomito e il poco appetito. Non è detto comunque che in ogni persona siano sempre gli stessi ed è vero anche che delle volte è asintomatico.
Nella maggior parte dei casi guarisce da sola ma nel 10-15% il paziente sviluppa la colelitiasi. Quando sono presenti i sintomi potrebbe essere che diventi una colecisti acuta. E’ consigliato in questo caso la colecistectomia.