La macula è la regione centrale della retina, situata al polo posteriore dell’occhio, tra le arterie temporali superiori e inferiori. È la parte della retina che produce la visione centrale e che ci permette di vedere le cose su cui cerchiamo di concentrarci da vicino. È quella parte che supporta la rilevazione del dettaglio e ci supporta nella lettura. È la cosiddetta visione funzionale.
Ha una misura di 5,5 millimetri di diametro e contiene al suo interno la fovea con un diametro di 1,5 millimetri dove all’interno vi è la foveola con una superficie di 0,35 millimetri la quale ospita la più alta concentrazione di fotorecettori del cono della retina. Si occupa di consentire la massima acuità della visione centrale. La foveola è interamente fornita dai capillari sottostanti.
Sono tanti i problemi che possono influenzare il corretto funzionamento della macula, la più conosciuta, e anche una delle più rare, è la maculopatia, detta anche degenerazione maculare. Ma sono tantissime le forme in cui può comparire, ognuna con la sua causa e il suo trattamento. Le vediamo una per una.
La causa più frequente della degenerazione maculare è l’invecchiamento stesso dell’occhio. Gli specialisti sottolineano tuttavia che può esserci anche una predisposizione ereditaria al problema. Quando in famiglia ci sono persone affette da maculopatia è consigliato, superati i quarant’anni, fare controlli periodici. Ci sono anche altre cause, tra cui possibili traumi oculari, infiammazioni, infezioni o anche la miopia.
La degenerazione maculare senile è la causa più frequente di cecità. Secondo le statistiche, il 20% delle persone ne soffre, in particolar modo tra le donne. Cecità che di solito riguarda un solo occhio. Che anche l’altro si ammali vi è un rischio tra il 5 e il 15%.
Di tutte le maculopatie esistenti, quella atrofica (detta anche secca) è la più comune e riguarda il 90% di quelle che colpiscono.
Invecchiando, l’occhio inizia a ricevere meno sia di sangue che di elementi nutritivi. I tessuti della retina iniziano così a deteriorarsi e assottigliarsi e sotto la macula, si vanno a depositare vari depositi gialli, i quali alterano le funzioni di quelle cellule incaricate alla visione centrale. Queste cellule iniziano ad atrofizzarsi.
C’è poi la degnerazione maculare essudativa, detta anche umida. E’ molto più rara di quella senile. In pratica sotto la macula si formano vasi sanguigni anomali, i quali sono dentro sottili e deboli membrane neovascolari.
Membrane talmente sottili che possono far uscire il plasma fuori. Ciò comporta un danneggiamento delle cellule della macula o possono essere la causa di emorragie della retina. L’occhio tenta a questo punto di riparare il tessuto, cosa che porta alla formazione di una cicatrice. E’ necessario ricorrere a una terapia nel giro di pochissimi mesi altrimenti le cellule nervose vengono danneggiate gravemente. E’ un processo irreversibile.
Si tratta di una rara anomalia congenita associata a un difetto del campo visivo. In rare occasioni, la macula può essere coinvolta in tale condizione, dove si accumula fluido sottoretinico dallo spazio subaracnoideo. I soggetti coinvolti sono per lo più gli adolescenti che presentano, durante la pubertà, un deficit visivo indolore e progressivo. Infatti, la condizione è asintomatica e spesso non si ci rende conto di averla, se non dopo un normale controllo dall’oculista.
I modi di affrontare la malattia sono due: il trattamento laser e, occasionalmente, l’intervento chirurgico. L’esito dipende dal grado di coinvolgimento maculare e della necessità del trattamento stesso.
È provocata dalle radiazioni solari che causano effetti fotochimici nella retina a seguito di una lunga esposizione diretta, o indiretta, alla luce del Sole. Si presenta da una a quattro ore dopo l’esposizione con una compromissione della visione centrale. In alcuni casi si presentano delle piccole macchie unilaterali o bilaterali di colore giallo intorno alla macula. Nelle due settimane successive, queste si circondano di chiazze.
Per curare questo tipo di maculopatia occorre un periodo di osservazione. Il risultato è in genere buono, con un recupero dell’acuità visiva normale, o quasi normale, entro sei mesi. Lievi sintomi possono, però, persistere nel tempo.
Nascono come conseguenze di anomalie strutturali degenerative negli strati della neuroretina e si manifestano sotto la forma di deiscenze associate alla deposizione di calcio. Tali cambiamenti strutturali sono il risultato di una malattia sistemica nel 50 per cento dei casi, le più importanti sono: la sindrome di Ehlers-Danlos, la malattia di Paget e l’anemia falciforme.
Si presenta all’inizio con una riduzione asintomatica della vista la quale nel corso del tempo diventa molto marcata. È una malattia che influenza il nervo ottico e comporta lesioni bilaterali di colore marrone. In alcuni casi è possibile trattare la condizione con un trattamento laser o la chirurgia con l’asportazione della membrana neovascolare. In oltre 85 per cento dei soggetti coinvolti, le striature strisciano sopra la fovea e causano delle perdite essudative nella macula con conseguente emorragia.
È molto raro che accada, ma a volte la maculopatia è una malattia sistemica connessa a un cancro in altre parti del corpo. Tende a verificarsi in associazione con piccole cellule del cancro al polmone e, occasionalmente, altri tumori epiteliali. Addirittura può essere la prima manifestazione di questi tumori ed è caratterizzata da una distruzione del fotorecettore senza metastasi oculari.
Si presenta con una graduale insorgenza dell’abbassamento della vista associata a fotopsia (lampi di luce). In alcuni casi possono apparire immagini visive bizzarre e cecità notturna. I sintomi sono bilaterali, ma possono essere asimmetrici, e progrediscono nel tempo.
In questo caso non esiste, purtroppo, una cura ma alcune persone rispondono in positivo agli steroidi sistemici. È chiaro che non si tratta di una cura contro il cancro, ma serve a lenire la maculopatia legata alla malattia.
Un certo numero di maculopatie si possono manifestare a seguito dell’assunzione di un farmaco sistemico. La gestione ottimale per tali condizioni è sospendere il medicinale, quando possibile, e una visita di controllo oculistica in ambulatorio. La maculopatia da farmaco si riduce da sé con il passare del tempo.
È un sanguinamento intraoculare che si verifica occasionalmente a causa di un improvviso aumento della pressione intratoracica o intra-addominale. Il soggetto lamenta un’improvvisa distorsione della visione centrale su uno o su entrambi gli occhi e una piccola e isolata emorragia maculare.
In questo tipo di maculopatia è necessario il riposo e una terapia conservativa. Il risultato è eccellente e la vista tornerà normale giorno dopo giorno.
La diagnosi della maculopatia deve essere fatta da uno specialista. Con un oftalmoscopio esamina la retina centrale. Probabilmente effettua anche un Test Color, per testare la capacità di vedere i colori e un elettrofisiologia oculare.
Per riconoscere una maculopatia però, serve anche la fluoroangiografia. Solo questo test permette di capire in modo dettagliato come funziona la circolazione sanguigna di retina e coroide. Per eseguire il test viene iniettata nel sangue la fluorescina, sostanza colorata che nel giro di una manciata di secondi arriva alla circolazione retinica. Attraverso il fluorangiografo sono analizzati i capillari e fotografati. Altro test simile, che mette in evidenzia i danni, l’angiografia.
C’è poi l’OCT, una sonda cattura le strutture dell’occhio attraverso un raggio luminoso e nel giro di poco offre una mappatura retinica precisa che mette in evidenza tutte le più piccole alterazioni.
C’è poi la griglia di Amsler. E’ formata da varie linee dritte, perpendicolari. Va posizionata l’immagine del reticolo a 35 cm di distanza dagli occhi. Deve essere fissato il puntino nero al centro con un solo occhio. Se la persona soffre di maculopatia o altre patologie oculari, alcune linee possono sembrare confuse e distorte. Questo è un veloce test che può essere fatto anche in casa.
La maculopatia è una malattia irreversibile, perciò non è possibile far tornare la vista. Tuttavia grazie ad alcune terapie moderne, è possibile fermare o rallentare quasi del tutto il suo avanzamento. Come abbiamo visto poco fa, ogni tipo di degenerazione maculare ha una sua cura e molto dipende anche dallo stadio in cui la malattia si trova.
La terapia farmacologica prevede l’uso degli antiangiogenici. Sono adatto soprattutto per quella umida. I farmaci vengono iniettati nell’occhio, bloccando il processo. Il 95% dei pazienti manteneva una visione stabile mentre il 40%, addirittura un miglioramento.
La terapia fotodinamica viene usata sempre per la maculopatia umida. Via endovena viene iniettata una sostanza che si lega ai capillari responsabili. Dopo attraverso un raggio laser vengono illuminati i capillari, così da attivare il farmaco e chiuderli. E’ un trattamento efficace e può essere combinata con la terapia farmacologica.
Recente la scoperta della terapia 2RT con il laser. Va a ringiovanire la retina ed è ultimissima la scoperta nel campo della degenerazione maculare. Va bene per chi è ai primi stadi della malattia. E’ indolore e non danneggia l’occhio. Vengono uccise le cellule malate e sostituite con altre nuove. Permette di migliorare la vista.
C’è poi la traslocazione retinica, molto delicata e con diverse controindicazioni. Va usata solo in casi estremi, quando le altre cure sono fallite. La prima fase è quella del distacco della retina, la seconda il suo ritaglio e la terza la rotazione nell’occhio, così da spostare la macula in una zona dove l’occhio è sano. In questo modo inizia a funzionare da sola.
Grazie infine ad alcuni ausili ottici è possibile imparare a sfruttare soprattutto la visione laterale. In questo modo rallentando la malattia con i farmaci, è possibile condurre una vita perfettamente normale con la vista laterale.
Infine vi ricordiamo l’importanza della prevenzione. Il rischio di sviluppare la malattia è più forte tra chi fuma. Queste cellule poi sono sensibili ai radicali liberi, perciò è utile ridurre al minimo l’assunzione di grassi saturi e alcol e praticare molta attività fisica. Va tenuto sotto controllo il colesterolo.