Anche in alcuni estratti erboristici, nel tè e nel vino rosso, è presente tale sostanza. In natura non si trova nella forma isolata, ma come aglicone di diversi glicosidi. Sotto questa forma si trova in quantità di rilievo nell’estratto di ippocastano, gingko biloba, calendula, biancospino, camomilla, levistico ed iperico.
Questa sostanza conosciuta per il suo potere antiossidante ed antinfiammatorio, viene introdotta come supplemento di formulazione nell’attività antiaging ed antiossidante. Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato la potenzialità nella prevenzione e nel trattamento di diverse condizioni sia morbose e non:
Invecchiamento precoce cutaneo: la sostanza svolge un’azione riconducibile alla capacità, che si esplica sia per via orale che mediante trattamento topico. È in grado di contrastare l’attività negativa della radiazioni solari. Queste infatti conducono verso la sintesi di reazioni da parte dell’ossigeno. Queste formano radicali liberi, che hanno la capacità di alterare la struttura della sintesi del collagene e dell’elastina mediante i fibroblasti dermici.
1. Patologie nelle quali lo stress ossidativo e l’infiammazione di natura cronica hanno un ruolo fondamentale: rientrano a far parte le allergie, la resistenza all’insulina, l’aterosclerosi, le aritmie, il morbo di Alzheimer, la psoriasi, il lupus e tante altre malattie che sono legate all’invecchiamento. In questo caso specifico, la sostanza riesce ad inibire le fasi che determinano la liberazione della istamina e la produzione di prostaglandine e leucotrieni che hanno una azione pro-infiammatoria.
Sono implicati gli enzimi 5-lipossigenati e la fosfolipasi A2. Inoltre esercita una azione antiossidante potente sia in maniera diretta ed indiretta, in maniera tale da proteggere l’attività dei sistemi enzimatici antiossidanti andogeni come la catalasi, il superosside dismutasi, il glutatione perossiadisi ed il glutatione reduttasi. Grazie all’attività antiaggregante piastrinica ed antitrombotica della Quercetina, la riduzione del rischio cardiovascolare può essere favorito.
Essa inoltre potrebbe aiutare nella prevenzione del cancro, ed essere utilizzata insieme a farmaci chemioterapici come coadiuvate. Grazie alla ricerca in vitro e su modelli animali, è stato possibile evidenziare come sia in grado di arrestare la crescita o condurre all’apoptosi, ovvero la morte cellulare, colonie di cellule tumorali di origine differente ed in diversi stadi di replicazione.
2. Insufficienza venosa, emorroidi e fragilità capillare: molto nota la capacità da parte dei glucosidi come ad esempio la rutina, di agire sull’organismo come antiemorragico ed antiedemigeno, con un importante ruolo nel trattamento delle emorroidi, vene varicose, e sintomatologia dell’insufficienza venosa,come i crampi notturni, i dolori, il gonfiore e la pesantezza delle gambe.
Come abbiamo visto la Quercetina contribuisce alla riduzione della formazione dei radicali liberi e di sostanze che tendono alla formazione di infiammazioni, rivelandosi così un prezioso flavonoide per il benessere del nostro organismo. Nonostante le numerose ricerche in vitro o su modelli animali, non vi sono ancora studi clinici con ampio raggio in grado di confermare la sua utilità nella cura delle malattie di cui sopra.
Attualmente le attività di ricerca sono intense e lo possiamo notare grazie alle numerose pubblicazioni avvenute di recente e rintracciabili su Pubmed. Il dosaggio giornaliero consigliato è pari a 500 mg/die, mentre l’apporto quotidiano è stimato per circa 30 mg nei soggetti che hanno abitudini culinarie e dietetiche occidentali. La forma glicosilata della Quercetina viene assorbita maggiormente dall’organismo rispetto alla forma isolata.
Lo studio della farmacocinetica e della biodisponoibilità delle varie tipologie somministrabili di tale sostanza, ricopre un aspetto fondamentale nello sviluppo di eventuali trattamenti della molecola. A causa dell’attività antiaggregante piastrinica ed antitrombotica, è importante avere particolare cautela nell’impiego della Quercetina da pazienti che stanno assumendo farmaci antiaggreganti piastrinici come l’Aspirinetta e la CardioAspirin, oppure anticoagulanti per impiego orale come Coumadin e Sintrom. Determinati studi in vitro, hanno ascritto la sostanza un’attività mutagenica, che non è mai stata confermata mediante studi in vivo a lungo termine.
L’integratore alimentare alla Quercetina può essere utilizzato per la cura di diversi disturbi che ora vedremo insieme:
1. Ridurre il mal di testa
2. Ridurre la cistite interstiziale, ovvero una condizione che comporta molto dolore alla vescica
3. Contrastare la nausea
4. Affrontare gli attacchi di asma
5. Prevenire il cancro
6. Controllare i picchi dell’ipertensione arteriosa
7. Rinforzare il sistema immunitario ed in grado di replicare il virus HIV
8. Fronteggiare i casi di allergia
Tale flavonoide, così come l’Esperdina, la Rutina, la Narangina ed i Bioflavonoidi, è anche un importante detergente per il nostro organismo, perché in grado come abbiamo più volte citato, di liberare l’apparato dai radicali liberi, ovvero i maggiori responsabili dell’invecchiamento precoce delle cellule.
La Quercetina è presente in natura ed i suoi supplementi presentano un quantitativo di effetti collaterali molto basso. Nonostante questo è importante ricordare che essa non è esente dal poter determinare la comparsa di interazioni farmacologiche.
Il suo impiego è sconsigliato alle donne in gravidanza o che stanno allattando perché al momento non abbiamo notizie su eventuali effetti sia sul feto che sul bambino. Inoltre non deve essere assunta da persone affette da patologie renali, o da persone che stanno assumendo farmaci anticoagulanti e che stanno eseguendo un ciclo chemioterapico, perché in entrambi i casi si potrebbero ampliare gli effetti del farmaco con il rischio di mettere in pericolo di vita il malato.