Si suddivide in due categorie. La prima è l’insufficienza cardiaca sistolica, la seconda è quella diastolica. In pratica:
Insufficienza cardiaca sistolica: il pompaggio è meno potente.
Insufficienza cardiaca diastolica: è così definita quando il cuore non si riempie completamente di sangue. E’ frequente nei pazienti con più di 75 anni di età e in quelli affetti da ipertensione. C’è una predisposizione maggiore negli uomini rispetto che nelle donne.
Possono essere diverse. Ad esempio malattie che impediscono al cuore di pompare sangue a sufficienza. Oppure patologie che richiedono più ossigeno di quanto il cuore sia capace di fornire. Anche l’età gioca un ruolo fondamentale, perché invecchiando i muscoli del cuore si indeboliscono.
Tra i disturbi che causano l’insufficienza cardiaca congestizia troviamo ad esempio la malattia coronarica, la pressione alta, la miocardite, le malattie cardiache congenite, la cardiomiopatia, l’aritmia cardiaca, l’ipertiroidismo, emocromatosi, anemia, amilodosi, assunzione di cocaina, esposizione a tossine e chemioterapia.
L’insufficienza cardiaca congestizia può avere vari fattori di rischio, come ad esempio l’età, il fumo e l’alcol, l’obesità, lo stile di vita sedentario, l’ipertensione arteriosa, il diabete, ereditarietà, stile di vita sbagliata (come una dieta ricca di colesterolo, grassi saturi e sale), sindrome metabolica e precedenti attacchi di cuore!
In base alla parte del corpo colpita, cambiano i sintomi. Quando l’insufficienza cardiaca è a sinistra (più frequente), i sintomi possono essere la stanchezza, la debolezza, le palpitazioni, la mancanza di respiro, catarro rosato, minor produzione di urine, respiro affannoso, mancanza di respiro la notte, ritenzione di liquidi nei polmoni, aumento di peso.
Quelli della parte destra sono simili. I piedi, la pancia e le gambe sono gonfie. Questo perché si accumulano i liquidi nel corpo. Aumenta il bisogno di urinare. Le vene del collo sono sporgenti, il fegato s’ingrossa e c’è la possibilità che la persona soffra di ittero. Ancora può portare a stanchezza cronica, mancanza di respiro, svenimento, palpitazioni. Ma anche febbre e incapacità di concentrarsi.
Per diagnosticare la malattia viene effettuata la radiografia al torace, l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma.