I complessi QRS sono quelle onde che iniziano con una deflessione, in positivo o in negativo, facilmente riconoscibili in serie di 2 o 3 flessioni. Questo genere di aritmia inizia con un battito ventricolare prematuro caratterizzata da:
La tachicardia ventricolare con la torsione di punta è un genere di tachicardia che si manifesta in particolare quando si hanno soggetti con patologie particolari a carico del cuore. Si parla anche di una complicazione della sindrome del QT lungo, in cui il sangue pompato poi dal cuore è scarso. Chi soffre di sindrome di tachicardia ventricolare con torsione di punta può avere anche fibrillazione ventricolare. In sostanza la torsione di punta può determinare un battito cardiaco caotico che può scatenare svenimenti e attacchi epilettici. Se l’anomalia persiste per lungo tempo può anche verificarsi una morte improvvisa del soggetto.
Le cause possono essere diverse, si va dai farmaci a motivazioni genetiche. Una volta diagnosticato il disturbo grazie ad un elettrocardiogramma, si può continuare una vita normale con degli accorgimenti nello stile di vita o può essere necessario un intervento chirurgico. Tutto dipende dalla gravità della situazione.
Il cuore batte 100mila volte al giorno per far circolare in tutto il corpo il sangue. Queste azioni sono date da impulsi elettrici che sono creati nel nodo del seno, cioè un gruppo di cellule che si trovano nella camera in alto a destra a livello del cuore. Questi impulsi passano nel cuore per dare il battito. Dopo ogni battito, il sistema si prepara per un nuovo impulso e un nuovo battito. Questo processo è chiamato ripolarizzazione: durante questa il cuore si riallarga e si riempie di sangue. Nella torsione di punta il muscolo ha necessità di un intervallo maggiore per ricaricarsi fra un battito e l’altro. Tale disturbo si vede bene nell’elettrocardiogramma.
I soggetti che di solito soffrono di questo problema sono affetti da patologie al cuore. Questa sindrome può essere congenita, in altri casi invece ha origine da livelli bassi di potassio, da un ritmo cardiaco piuttosto lento o dalle azioni di farmaci. L’allungamento del tratto QT che da inizio all’aritmia può essere causato in particolare da farmaci antiaritmici di tipo I e III, ma anche da alcuni psicotropi, antidepressivi e farmaci antivirali e antimicotici.
Altre cause importanti sono: squilibri elettrolitici (ipokalemia, ipomagnesemia), lesioni a livello del sistema nervoso centrale, miocardite, marcata bracardia, ischemia del miocardio.
In molti casi le persone con questo problema e con il QT lungo non si accorgono nemmeno del problema perché non si manifesta nessun sintomo apparente. In questi casi solo un elettrocardiogramma di routine potrebbe mostrare il problema. Chi ha una storia familiare con soggetti con QT lungo di solito si sottopone a esami del caso. In alcune situazioni altri test generici hanno mostrato la presenza di un’anomalia.
I soggetti con un problema di torsione di punta evidente invece possono soffrire di:
In caso di torsione di punta ereditario, i soggetti possono manifestare qualche problema sin dai primi mesi di vita o anche molto dopo nella mezza età. Nella maggior parte dei casi, chi soffre di sintomi legati a questo problema ha comunque i primi episodi che indicano il problema entro il 14esimo anno di età. Di solito i segni del disturbo non si manifestano durante le ore del sonno. Se lo svenimento è durante uno sforzo fisico, durante un’emozione o dopo l’assunzione di un farmaco è bene sempre farsi visitare da un medico per escludere questa sindrome.
L’elettrocardiogramma può mostrare la presenza della torsione di punta, infatti si vedono subito la deflessione, in positivo oppure in negativo rispetto alla linea di base. Le deflessioni possono essere in singolo o in serie di 2-3 flessioni. Altri esami sono la registrazione ECG tramite Holter, encefalogramma, test farmacologici, test genetici.
La torsione di punta è curabile. In casi meno gravi può essere necessario solamente limitare l’attività fisica, evitando determinati farmaci per prevenzione. In altri casi si può ricorrere ad un intervento chirurgico o all’impianto di un dispositivo per correggere il funzionamento del cuore.