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Radicolopatia, disturbo patologico che incide sulle radici dei nervi spinali

Pubblicato da
Lorenzo

In gran parte dei casi, la radicolopatia viene causata da una compressione che aggredisce le radici dei nervi spinali. In alcuni casi, tutto ciò deriva da alcune specifiche patologie o disturbi. Tra le principali cause, quindi, possiamo trovare ernie discali, artrite reumatoide e meningiti. In quest’ultimo caso, tali patologie possono arrivare ad attaccare anche completamente le radici dei nervi spinali.

Tra le altre cause troviamo la scoliosi, un aumento di spessore dei legamenti vicino ai nervi spinali e la presenza di osteofiti. In alcuni casi, anche dei tumori della colonna vertebrale possono portare a tale disturbo. Questi ultimi, però, sono degli eventi che si manifestano molto di rado.

Il ruolo delle infezioni

La radicolopatia può essere provocata anche da varie tipologie di infezioni. Tra le altre, troviamo l’Herpes Zoster, la patologia di Lyme, la sifilide e l’istoplasmosi.

Altre volte, questo problema può essere una vera e propria conseguenza del diabete. Altre volte, invece, degli eventi traumatici che colpiscono la colonna vertebrale possono avere come complicazione proprio la radicolopatia. Ad esempio, può accadere nel caso di una frattura che colpisce le vertebre.

Tutti coloro che svolgono particolari sport o lavori che comportano dei carichi molto alti sulla colonna vertebrale possono essere spesso soggetti a tale disturbo patologico.

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In relazione alla radice nervosa che è stata colpita i sintomi possono essere diversi. Inoltre, tanto dipende anche dall’entità del danno che ha subito il nervo. I sintomi, tra l’altro, possono coinvolgere anche diverse zone del corpo del paziente. I nervi spinali, tra l’altro, coinvolgono vari distretti del corpo. Ecco spiegato il motivo per cui la radicolopatia cervicale può comportare vari sintomi sul collo.

La forma lombare, invece, produce una serie di sintomi che si manifestano di più sugli arti inferiori. Tra i più importanti sintomi troviamo astenia, iperalgesia e dolore in numerose zone del corpo. Ad esempio sulle spalle, sul collo, sulla schiena e sulle articolazioni. Altri sintomi frequenti sono la parestesia, ipoestesia, iperreflessia, tetraparesi spastica e rigidità dell’apparato muscolare.

Come si arriva alla diagnosi

La diagnosi di questo disturbo deve essere eseguita chiaramente dal medico. Spetterà a quest’ultimo valutare ogni sintomi che viene avvertito dal paziente. Inoltre, il medico può consigliare tutta una serie di esami che devono essere svolti dal paziente.

Tra quelli suggeriti più di frequente troviamo tac, risonanza magnetica, raggi X, elettromiografia e le analisi del sangue. In questo modo, c’è la possibilità di avere una conferma definitiva circa la diagnosi. Dopo che la radicolopatia è stata verificata anche mediante degli esami, ecco che si può ricercare la causa che l’ha provocata. In questo modo, si potrà iniziare la terapia migliore per ciascun paziente.

Quali sono le principali terapie

La terapia per la radicoloterapia prevede prima di tutto di trovare la causa. Successivamente si potrà cominciare un trattamento adeguato per curarla. Ad ogni modo, visto che la radicoloterapia si presenta essenzialmente come una problematica dolorosa, i sintomi possono scatenarsi sulla quotidianità.

Ecco spiegato il motivo per cui il paziente potrebbe essere in difficoltà nell’affrontare la vita di tutti i giorni. Per questa ragione, spesso il medico decide di prescrivere dei farmaci che permettano di gestire il dolore e i vari sintomi correlati.

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La terapia farmacologica

Per la cura dei sintomi correlati con la radicoloterapia sono numerosi i farmaci che possono essere prescritti. I farmaci antinfiammatori non steroidei, detti FANS, vengono spesso usati. Ad esempio, si tratta dell’ibuprofene, del naprossene e del ketoprofene. Tali principi attivi sono in grado di svolgere un’azione a due facce. Infatti, agiscono sotto il profilo antinfiammatorio e anche dal punto di vista analgesico. In alcuni casi possono essere prescritti anche farmaci antidepressivi.

Nello specifico si tratta di quelli che fanno parte della categoria dei triciclici, come ad esempio la clomipramina. In altri casi vengono consigliati anche quelli inibitori selettivi del reuptake di serotonina e noadrenalina, come ad esempio la duloxetina. Si tratta di principi attivi che di solito vengono utilizzati per la cura della depressione.

Ad ogni modo, sono particolarmente utili anche per il trattamento del dolore neuropatico. Un’altra categoria di farmaci piuttosto diffusi con questa problematica sono gli anticonvulsivanti. Si tratta, ad esempio, del gabapentin piuttosto che del pregabalin. In alcuni casi vengono prescritti anche dei farmaci miorilassanti, come tizanidina e baclofen.

Approfondimenti e credit

  • Acufene cervicale: che cos’è, cause e cura
  • Fosfomicina, un antibiotico naturale contro le infezioni
  • Sistema Nervoso – Neurologia – Neurochirurgia – Neuroradiologia. P. Barone, A. Brunetti, P. Cappabianca, A. Filla, M. Gangemi, E. Maiuri, L. Santoro; Ed. Idelson-Gnocchi; 2017
  • The Lumbodorsal Fascia as a Potential Source of Low Back Pain: A Narrative Review. Jan Wilke, Robert Schleip, Werner Klingler, Carla Stecco; BioMed Research International; 2017
  • Common Questions About Chronic Low Back Pain. CHRISTOPHER M. HERNDON, KIMBERLY SCHIEL ZOBERI, MD, BRUCE J. GARDNER, MD; American Family Physician; 2015
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Lorenzo