Questi incrementano l’escrezione degli ioni idrogeno (H+) e favoriscono il riassorbimento di ioni bicarbonato. Quando anche questo sistema di compensazione del corpo è insufficiente, ecco che si manifesta l’acidosi respiratoria. La forma acuta di questo disturbo, determina confusione mentale, cefalea e sonnolenza. Le cause sono di vario genere, in generale si può dire che sia dato da una ventilazione insufficiente. Per rimediare al problema è necessario innanzitutto risolvere il fattore scatenante.
I segni dell’ acidosi respiratoria sono condizionati in particolare dalla malattia che l’ha determinata. In molti casi comunque si caratterizza per la confusione mentale, la sonnolenza e la cefalea. Tali manifestazioni compaiono in maniera evidente nelle forme acute. Quando questa condizione si manifesta in forme croniche con lenta evoluzione, come nella broncopneumopatia cronica ostruttiva, la sintomatologia è più lieve, ma gradualmente più invadente.
Nel tempo si incorre quindi in disturbi del sonno, alterazione dello stato di coscienza (in alcuni casi sino al coma), tremori, dispnea (difficoltà a respirare), tachicardia e cianosi (colorazione violacea della cute). Se viene ridotta la pressione dell’ossigeno nel sangue si parla anche di ipossiemia.
Le cause dell’ acidosi respiratoria sono da ricercare nella ventilazione inferiore. Questo disturbo infatti in molti casi si manifesta a seguito di patologie cardiopolmonari. Esse fanno sì che si riducano gli scambi gassosi nel corpo umano. Alla base del problema può esserci una broncopneumopatia cronica ostruttiva, un edema polmonare, una grave polmonite, asma, ostruzioni delle alte vie aeree, fibrosi diffuse, pneumotorace. L’ipoventilazione può essere il risultato di un cattivo funzionamento dei centri respiratori cerebrali, dovuto a farmaci o a malattie neurologiche dei muscoli respiratori. Per esempio botulismo, miastenia grave, sindrome di Guillain Barré, traumi toracici.
In base alla rapidità dell’evoluzione della malattia, si distingue tra:
Distinguere tra l’una e l’altra forma permette di scegliere la migliore terapia. Nella forma acuta, il disturbo è dovuto ad una reazione cellulare interna all’organismo. In questa forma il pH plasmatico avrà un valore inferiore rispetto alla norma, con una pressione di anidride carbonica aumentata. In qualche giorno, il compenso renale dovrebbe riportare però l’intervallo fra bicarbonati e l’anidride carbonica alla normalità.
Fra i rimedi per l’ acidosi respiratoria vi sono:
Questi rimedi servono per contrastare il livello di ossigeno basso nel sangue e limitare la quantità di anidride carbonica. In alcuni casi si può rendere necessario l’utilizzo della respirazione assistita o artificiale, al fine di controllare la respirazione. In genere la terapia adottata deve essere fatta per la cura della malattia che sta alla base dell’insufficienza respiratoria. È utile in certi casi l’assunzione di soluzioni alcaline, che possono riportare al corpo il giusto equilibrio.
L’acidosi respiratoria si diagnostica con l’emogasanalisi effettuata sul sangue arterioso. Questo esame mostra in modo evidente la presenza di un aumento di pressione parziale di anidride carbonica, accompagnata da un pH del plasma ridotto sotto la norma. La concentrazione poi di bicarbonato nel plasma è da normale a aumentato lievemente, nella forma acuta, o fortemente salito, nella cronica. La malattia in tal modo viene diagnosticata. Vanno tuttavia escluse malattie che determinano anomalie della funzione renale, che possono dare disturbi confondibili, come l’acidosi metabolica.