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Sorbitolo, dolcificante naturale spesso usato come alternativa allo zucchero

Pubblicato da
Lorenzo

Tra le principali caratteristiche del sorbitolo troviamo il suo potere edulcorante. Quest’ultimo, infatti, corrisponde al 60% di quello dello zucchero. Quando il peso è lo stesso, però, apporta un quantitativo di calorie inferiore. Si tratta di circa il 40% di calorie in meno. Il confronto è tra 2,6 Kcal/g contro le 4 Kcal/g del saccarosio.

Il sapore del sorbitolo è piuttosto fresco e anche molto piacevole. Ciò che emerge, però, è la caratteristica del sorbitolo di garantire consistenza al prodotto. Infatti, è in grado di trattenere l’umidità e, di conseguenza, favorire una migliore conservazione. Proprio in questo senso, bisogna sottolineare come vada a inibire la formazione di muffe, lieviti e altri tipi di microrganismi. Si tratta di una peculiarità del sorbitolo, che prende il nome di igroscopicità.

In questo modo, tale sostanza diventa estremamente utile anche in altre occasioni. Come nel caso in cui ci sia la necessità di conservare per un tempo maggiore la morbidezza di certi prodotti di pasticceria. Come ad esempio nel caso di plum cake, pan di spagna e così via. Stesso discorso per prolungare la morbidezza di prodotti lievitati, come brioches, cornetti e panettoni.

In quali alimenti si può trovare

Il sorbitolo si può riscontrare, in natura, in varie tipologie di frutta. Nello specifico si può trovare all’interno del sorbo, frutto da cui prende anche la denominazione. Ad ogni modo, in ambito industriale, viene prodotto senza troppi problemi mediante l’abbassamento del gruppo aldeidico del glucosio. Il sorbitolo che viene ricavato tramite questo procedimento viene utilizzato in vari ambiti. Nello specifico viene utilizzato per la realizzazione di caramelle e chewingum senza zucchero al loro interno. Allo stesso modo viene impiegato per la produzione di prodotti dolciari generici. Inoltre, il sorbitolo viene sfruttato anche per la produzione di cibi dietetici dedicati alle persone che soffrono di diabete.

Il suo assorbimento nel corpo umano

Il sorbitolo è una sostanza che viene assorbita dal nostro organismo in maniera incompleta e parziale all’interno dell’intestino. Inoltre, non va a produrre alcun stimolo nei confronti della secrezione di insulina. Una delle principali caratteristiche del sorbitolo è senz’altro quella di richiamare acqua all’interno dell’intestino.

Proprio tale particolarità permette di capire il notevole effetto lassativo nel momento in cui viene assunto in elevati dosaggi. Nei soggetti che hanno predisposizione, il sorbitolo può portare ad un aggravamento dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile. In questi casi possono insorgere dei gonfiori e dei crampi che si verificano a livello addominale.

Il legame con l’iperglicemia

Nel caso in cui il paziente soffra di iperglicemia, caratteristica dei diabetici, tale sostanza ha una tendenza specifica. Ovvero quella di depositarsi nelle cellule e poi a fuoriuscirne in maniera molto complicata. Proprio per via della sua caratteristica di trattenere l’acqua, può portare a delle problematiche ben determinate. Come ad esempio cataratte, renitinopatia e neuropatie periferiche.

La sintesi del sorbitolo non avviene solamente grazie all’apporto degli alimenti. Infatti, di solito subisce tale processo da parte delle cellule all’interno del glucosio. Il merito è dell’azione dell’enzima aldoso reduttasi NADP-dipendente, in quella che viene chiamata via dei polioli. Quest’ultima presenta un’intensa attività nel momento in cui l’enzima glicotico esochinasi subisce la saturazione.

Gli effetti nei pazienti diabetici

Nel caso in cui un paziente soffra di diabete, il processo di conversione da glucosio a sorbitolo si verifica all’interno dei tessuti insulinoindipendenti. Anche se è presente l’iperglicemia, le varie cellule dell’organismo sono in uno stato di sofferenza per via della mancanza di glucosio. Infatti, lo zucchero non ha la capacità di penetrare per via dell’assenza di insulina. Dopo che il sorbitolo ha subito la sintesi all’interno della via dei polioli, ecco che può subire la conversione in fruttosio. Da chi? Da parte della sorbitolo deidrogenasi NAD-dipendente.

Tenendo conto anche delle potenziali conseguenze enteriche, questa sostanza non viene suggerita come alternativa allo zucchero nei pazienti che soffrono di diabete. Questa sostanza viene spesso usata anche all’interno dei dentifrici, collutori e vari tipi di cosmetici. È proprio tale dolcificante naturale a renderli così pastosi e morbidi.

Bibliografia e credit

Lorenzo