La somatostatina è un ormone che presenta una derivazione proteica che subisce una sintesi da parte dell’ipotalamo. Non solo, visto che viene sintetizzato anche da varie cellule all’interno dell’apparato digerente. Nello specifico tale processo si verifica a livello delle isole di Langerhans all’interno del pancreas. Per via dell’interazione con i cinque recettori, tale ormone è in grado di svolgere un gran numero di funzioni fondamentali per l’organismo. La somatostatina è in grado di garantire un effetto particolarmente intenso dal punto di vista inibente sulla secrezione di GH e di prolattina.
Le possibili applicazioni in ambito medico
Proprio quest’ultima proprietà ha fatto in modo di considerare questo ormone perfetto per combattere i rischiosi effetti che sono correlati ad una produzione eccessiva di GH. Si parla in questi casi di acromegalia per le persone adulte e di gigantismo per gli infanti. La produzione della somatostatina si verifica anche all’interno del sistema APUD. Le cellule di tali sistema si trovano dislocate a vari livelli all’interno dell’apparato digerente. Non solo GH, visto che la somatostatina ha la tendenza a svolgere una funzione inibitoria anche sull’azione secretoria di insulina, renina, cortisolo e ormoni tiroidei. Inoltre, ha un effetto inibente anche in relazione alla secrezione gastrica di colecistochinina, gastrina, acido cloridrico e secretina.
L’impiego nel campo anti-tumorale
Al giorno d’oggi vengono usati dei farmaci a base di somatostatina anche in ambito medico. Nello specifico per la diagnosi e il trattamento di varie tipologie di cancro. Il merito è soprattutto legato all’individuazione di sostanze simili che hanno una derivazione sintetica. Si tratta, ad esempio, dell’octreotide e del lanreotide. Da un buon numero di anni varie ricerche si sono concentrate sulle presunte e potenziali proprietà benefiche della somatostatina contro i tumori. Purtroppo è stato una continua escalation di notizie tra conferme e smentite. Proprio questa situazione porta ad avere dei dubbi sul ruolo benefico svolto da tale sostanza. In tali occasioni, ecco che la somatostatina sarebbe in grado di svolgere un’attività efficace per l’inibizione della diffusione delle cellule tumorali. È esattamente per via di tali proprietà che è stata particolarmente discussa e chiacchierata nella fase finale degli anni Novanta. Nello specifico, era la sostanza più importante per quanto riguarda le tesi e il trattamento previsto dal prof. Di Bella.
Il metodo DI Bella
L’ipotesi relativa alla possibilità che tale sostanza avesse una proprietà in grado di bloccare la proliferazione tumorale. Come abbiamo detto, sul finire degli anni Novanta, si accese una grande discussione in ambito medico. La si riteneva una molecola, almeno potenzialmente, ottima per i trattamenti antineoplastici. Questa ipotesi fu sostenuta in modo particolare dal dottor Di Bella. Quest’ultimo si prodigò notevolmente per mettere in evidenza. In poche parole, secondo tale tesi, la somatostatina sarebbe fondamentale per la cura di varie forme di tumore. Nel corso dei vari test e sperimentazioni, però, si giunse alla conclusione che tale molecola in realtà non comportava alcun effetto positivo. Anzi, in alcuni casi, poteva anche arrecare danno al paziente malato di tumore. Ecco spiegata la ragione per cui tale molecola non venne mai approvata alla stregua di farmaco antitumorale.
Quali sono le funzioni della somatostatina
La somatostatina ha un buon numero di funzioni. Prima di tutto va a inibire la secrezione dell’ormone dello sviluppo, detto anche GH. Successivamente va a inibire la secrezione di glucagone ed insulina. Bisogna evidenziare, però, come svolga un’azione soppressiva sul glucagone 50 volte più potente in confronto all’insulina. Inoltre va a inibire la secrezione di gastrina e istamina. Tra le altre funzioni troviamo quelle di inibire la secrezione di motilina, secretina, acido cloridrico, pepsina e olipeptide intestinale vasoattivo. La somatostatina svolge una funzione interessante sia come eccitatore che come inibitore dell’attività neuronale. Non solo, ma anche sulla diffusione di neurotrasmettitori. Diversi studi hanno messo in evidenza come all’interno dei gangli delle radici dorsali del midollo, questo ormone svolga una funzione molto interessante. Ovvero, va ad antagonizzare la diffusione nocicettiva mediata dalla sostanza P attivando il recettore SSTR2 sulle fibre sensoriale che sono afferenti.
Come agisce la somatostatina
La somatostatina va a diffondere i suoi effetti grazie all’interazione con un gruppo di cinque recettori. Questi ultimi sono accoppiati con delle proteine G inibitorie. In tal modo, si porta all’inibizione dello sviluppo di AMP-ciclico. Al tempo stesso si va ad abbassare la presenza di citoplasmatica di ioni calcio. Inoltre, si porta anche all’attivazione dei canali del potassio. La conseguenza, in questo caso, non è altro che la iperpolarizzazione della membrana cellulare. In tanti casi la somatostatina viene impiegata come vero e proprio medicinale.