Le manifestazioni petecchiali non presentano alcuna sintomatologia. Si tenga presente che le manifestazioni petecchiali non sono neanche dolorose. Le manifestazioni petecchiali possono derivare da qualche forma di alterazione delle capacità di coagulazione del sangue. In particolare ricordiamo l’amiloidosi, le artriti reumatoidi, l’emofilia, il lupus eritematoso, le terapie anticoagulanti, la piastrinopenia, il morbillo e la mononucleosi.
Le petecchie possono altresì derivare da alcune altre malattie: ad esempio delle carenze di vitamina k, la dengue, le endocarditi batteriche, lo scorbuto, alcuni traumi, la tosse ed il vomito, la sindrome di Cushing.
Le terapie per curare le petecchie dipendono, com’è naturale, dalle cause che hanno scatenato il fenomeno. In realtà per liberarsi delle petecchie occorrerà curare la malattie che hanno generato le petecchie.
Come abbiamo visto le petecchie si configurano come delle piccole emorragie, a carattere puntiforme, con un diametro inferiore ai tre millimetri. Dipendono dalla fuoriuscita di sangue da vasi sanguigni di piccolo calibro. Il sangue, quando non trova delle vie d’uscita, tende ad accumularsi sotto cute e per tale motivo dà vita a questa macchiolina, tipicamente rossa, che contraddistingue la petecchia. Unitamente ad ecchimosi e porpora, le petecchie vengono identificate come sanguinamenti (sovente superficiali) nelle mucose ma più spesso sulla cute.
Pur non costituendo che una forma molto lieve di sanguinamento, e, per di più, superficiale, senza che venga perso del sangue, le petecchie, però, a volte potrebbero associarsi ad una emorragia più consistente e, pertanto, più grave.
E’ infrequente l’osservazione di sole una o due petecchie sulla cute: spessissimo, difatti, queste emorragie di lievissima entità si raggruppano, così da costituire un vero e proprio fenomeno noto come “rush cutaneo”. Le petecchie non di rado si sovrappongono oppure crescono le une accanto alle altre, e, così facendo, vengono comunemente confuse per vere e proprie ecchimosi o per porpora.
Vediamo ora, un po’ più nel dettagli, quali siano le caratteristiche generali delle petecchie, quali cause possano scatenarle e se e quali trattamenti si possono utilizzare per combatterle.
Le manifestazioni petecchiali si caratterizzano per essere delle macchioline puntiformi e iperpigmentate che si localizzano sulle mucose e sulla cute.
In generale la loro formazione è dovuta a delle carenze a carico degli elementi che, nel sangue, si occupano della coagulazione.
Tali piccolissime macchie cutanee hanno, più o meno, le dimensioni della capocchia di uno spillo. La loro superficie è liscia. Presentano dei contorni irregolari. La loro forma, pur irregolare, è in genere tondeggiante.
Poiché stiamo parlando di versamenti ematici nei tessuti in dipendenza della rottura di qualche micro vaso sanguigno, anche la petecchia presenta tipicamente, le variazioni cromatiche che caratterizzano ciascuna tipologia di ematomi. All’inizio le manifestazioni petecchiali si colorano di rosso intenso, poi la colorazione tende al bluastro o al viola per terminare poi il loro percorso cromatico al giallo dorato o verdastro. Possiamo affermare con certezza che le petecchie guariscono spontaneamente nel giro di qualche giorno.
Premendo le petecchie con un dito esse non sono soggette allo schiarimento.
Le manifestazioni petecchiali tipicamente si localizzano sulla cute. Il cosiddetto rush petecchiale ha la tendenza a manifestarsi particolarmente sugli arti inferiori, soprattutto sulle caviglie e sui piedi.
Ciononostante non è infrequente riscontrarne la presenza sull’addome o su altre aree del corpo umano.
Le manifestazioni petecchiali potrebbero, idealmente, localizzarsi su una qualsiasi area anatomica, non rappresentano, pertanto, una lesione propria solo della cute, come erroneamente, generalmente si presume. Le lesione di natura petecchiale potrebbero, perciò, localizzarsi in qualsiasi tessuto umano che venga irrorato da vasi facenti parte della circolazione di tipo sistemico. Infatti fra i segni che si associano alla endocardite di origine batterica, troviamo, e tra i principali, anche le manifestazioni petecchiali.
La contemporanea presenza di lesioni di natura petecchiale sulla retina, sulla cute, su alcune mucose (soprattutto quella sublinguale) e, magari, anche sui reni, è bene che sia causa di giusta apprensione: in questa situazione è probabile che la loro causa sia proprio una endocardite batterica. In tali situazioni, a livello dei reni, le petecchie potrebbero tendere a svilupparsi in area corticale, e li generano un quadro conosciuto con il nome di “punture di pulce”.
Le petecchie hanno u decorso completamente asintomatico: infatti queste macchioline sulla cute non si associano, in genere, ad alcun fastidio o, tanto meno, dolore. Quindi più che a qualche sintomo, si può dire che le manifestazioni petecchiali sono associabili a dei “segni”. In pratica delle manifestazione a carattere esclusivamente estetico.
Abbiamo sin qui affermato che le manifestazioni petecchiali si configurano come una immediata conseguenza della rottura di piccoli vasi ematici. Ma perché questi piccoli vasi sono soggetti a rottura? La rottura dei capillari, con il conseguente versamento ematico nel tessuto sottostante, potrebbe essere la conseguenza di una diminuzione delle capacità ematiche di coagularsi. Ma anche ad altre (e tante) malattie o altro tipo di disturbi.
Le petecchie che dipendono da qualche alterazione della capacità coagulativa ematica possono essere prodotte da:
Nonostante le manifestazioni petecchiali altro non siano che un puro e semplice disturbo di carattere estetico, occorre non dimenticare che esse possono nascondere una malattia sottostante anche seria. Di conseguenza il parere del medico personale è sempre fondamentale.
Non esistono terapie specifiche per curare le manifestazioni petecchiali, i trattamenti sono subordinati alle cause scatenanti. Per esempio se trattiamo le petecchie causate dallo scorbuto, opteremo per una terapia fondamentalmente basata sulla assunzione di vitamina c.
Le petecchie causate da piastrinopenia saranno, invece, curate con farmaci steroidei (molto efficaci nella riduzione delle emorragie) o con la somministrazione di immunoglobuline (nei casi di trombicitopenie dipendenti da una anomala risposta immunitaria.