L’acronimo che li contraddistingue è SNRI. Si tratta di tutta una serie di medicinali dedicato alla cura della depressione. Possono tornare anche per il trattamento di altri disturbi, come ad esempio l’ansia.
Le persone che soffrono di depressione o ansia, pare che abbiano dei livelli più ridotti di serotonina e di noradrenalina all’interno del cervello. Per il momento non si è ancora a conoscenza dell’intero meccanismo con cui agiscono tali farmaci antidepressivi. Ad ogni modo, sembra che vadano a favorire un aumento dei valori di serotonina e noradrenalina. Questo farmaco viene essenzialmente utilizzato per la cura della depressione.
Zarelis può essere utilizzato anche per tutte quelle persone adulte che soffrono di ansia. Nello specifico, può tornare quando si tratta di curare l’ansia sociale. Nel caso in cui il paziente sottovaluti la sua condizione patologica, può andare incontro a diversi rischi. Infatti, se non viene trattato in modo adeguato, questo disturbo può trasformarsi in un problema estremamente grave e difficile da risolvere. Il principio attivo venlafaxina che si trovano all’interno di questo farmaco antidepressivo è stata autorizzata anche per altri usi. Deve essere chiaramente il medico a indicare per cosa possa essere utile Zarelis.
Una persona adulta deve evitare di assumere questo farmaco nel caso in cui presenti un’allergia nei confronti del principio attivo. Ovviamente, la stessa cosa vale quando il paziente è allergico rispetto ad altri componenti di tale medicinale. Bisogna evitare questo antidepressivo anche nel caso in cui il paziente sia in cura con altri farmaci I-MAO. Ovvero quei medicinali che vengono usati per la cura della depressione, ma anche del morbo di Parkinson. Quando vengono assunti un I-MAO irreversibile insieme a Zarelis, gli effetti possono essere molto gravi. Addirittura il paziente metterà a rischio anche la sua stessa vita. Prima di assumere ogni tipologia di farmaco I-MAO irreversibile, è bene attendere almeno sette giorni dalla fine della terapia con Zarelis.
Prima di assumere Zarelis, è sempre meglio chiedere il consiglio del proprio medico curante. Infatti, in associazione con altri medicinali, può comportare un più alto rischio di contrarre la sindrome serotoninergica. Particolare attenzione con l’assunzione di tale farmaco dovrà essere prestata anche in altre situazioni. Come nel caso in cui il paziente soffra di gonfiore o altre problematiche allo stomaco o all’intestino. Ovvero di problemi che comportano una minore capacità di deglutizione. Altrettanta prudenza è necessario quando il paziente soffre di disturbi agli occhi o al cuore. Così come quando ha dei precedenti di pressione sanguigna alta. Particolare attenzione anche quando il paziente ha sofferto in passato di convulsioni, così come ha dei livelli di sodio bassi nel sangue.
Prima di cominciare il trattamento, è sempre bene informare il medico se il paziente è in gravidanza oppure se sta provando ad avere un figlio. Sarà il medico a fornire un’attenta valutazione sui benefici e i pericoli potenziali sul feto. Anche l’ostetrica deve essere a conoscenza del fatto che il paziente è in cura con Zarelis. Se tale farmaco antidepressivo viene assunto nel corso della gravidanza, il bambino potrebbe soffrire di un problema molto grave. Si tratta dell’ipertensione polmonare persistente nel neonato. Questa problematica va a causare un aumento della respirazione nel bambino. Inoltre, quest’ultimo assumerà un particolare colore bluastro. Si tratta di sintomi che insorgono nelle 24 ore successive alla nascita del bambino. Tra gli altri sintomi che potrebbe avvertire il bambino troviamo ipotonia, pianto continuo, tremore, irritabilità, complicazioni nel riposarsi e nel mangiare. Zarelis può finire all’interno del latte materno. Proprio in tal senso c’è un pericolo che l’uso di questo farmaco possa provocare danni al bambino allattato al seno. Tra i principali sintomi connessi troviamo irritabilità, problematiche del sonno, pianto costante.