La Salazoprina, è un farmaco indicato per il trattamento di tutte quelle patologie infiammatorie del tratto intestinale, compresa l’artrite reumatoide che ha interessamento intestinale. All’interno del farmaco è presente la Sulfasalazina, ovvero una molecola ottenuta dalla fusione di un antibiotico, appartenente alla categoria dei sulfamidici.
La Salazoprina, assunta per os, ovvero mediante compresse gastroresistenti, raggiunge velocemente l’intestino, dove viene assorbita in minima parte dal tenue. Una volta qui, successivamente viene eliminata dalla bile, ed il restante, scissa dalla flora intestinale attraverso i due metaboliti che svolgono attività terapeutica:
1. Grazie alla Sulfapiridina, si inibisce la sintesi dell’acido folico batterico, che è in grado di svolgere sia localmente che sistematicamente una azione batteriostatica. Questa si dirige verso l’intestino, sia nei confronti della flora che negli elementi patogeni e Clostridi.
2. L’acido 5 aminosalicilico, si inibiscono gli enzimi Ciclossigenasi, ovvero i maggiori responsabili della sintesi di mediatori infiammatori, quali le prostaglandine, prostacicline e trombossani. In questa maniera, si riduce lo stimolo flogistico persistente, presente nelle patologie infiammatorie come la rettocolite ulcerosa, oppure il morbo di Crohn e l’artrite reumatoide.
Una volta che i principi attivi espletano le proprie qualità a livello intestinale, queste vengono successivamente eliminati mediante le feci ed in minima parte con la minzione.
Il dosaggio terapeutico di Salazoprina nel formato in compresse gastroresistenti da 500 mg, può variare sensibilmente in base al tipo di patologia da trattare. Anche il quadro clinico generale e le caratteristiche fisiopatologiche del paziente, possono influire sul dosaggio e sul tempo di somministrazione del farmaco. Generalmente la dose consigliata è pari a 2 o 4 compresse da somministrare 4 volte al giorno. In base ai regimi crescenti o decrescenti, tale quantitativo risulta essere efficace garantendo la remissione sia della sintomatologia sia del quadro clinico istologico.
Prima della somministrazione della Salazoprina, è importante aver eseguito una visita dal medico specialista, il quale dovrà monitorare costantemente l’esame emocromocitometrico, le funzionalità epatica e renale. L’impiego prolungato, potrebbe determinare la comparsa di reazioni allergiche. Spesso queste, potrebbero avere inoltre un decorso clinico molto lungo, caratterizzato da cristalluria, e crisi emolitiche, specie nei pazienti affetti da deficit enzimatico di glucosio 6 fosfato deidrogenasi. Per evitare la comparsa di gravi quadri clinici anche gravi, il medico è tenuto ad informare il paziente sulle possibilità che vi sono di manifestare effetti indesiderati.
Attualmente non vi sono dati certi, su eventuali effetti collaterali dovuti alla somministrazione di tale farmaco durante la gravidanza. Nonostante questo però, non possiamo escludere, che il principio attivo possa inibire la sintesi di acido folico e concentrasi nel latte materno. Per questo, è vietato l’impiego di Salazoprina sia durante la gestazione, che nel periodo seguente all’allattamento al seno.
La somministrazione di Salazoprina è controindicata nei soggetti con ipersensibilità al principio attivo o ai componenti. Il farmaco non deve essere assunto in presenza di insufficienza renale, patologie epatiche e diatesi emorragiche. Queste controindicazioni inoltre, dovrebbero essere estesi anche alle donne in gravidanza o durante la fase di allattamento, per il rischio di aumento della bilirubina. A seguito della somministrazione di questo farmaco, si potrebbero manifestare diversi effetti collaterali che interrano organi e diversi apparati.
I principali ed i più frequenti, colpiscono il tratto gastroenterico. Si possono manifestare infatti episodi di nausea, inappetenza, dolori crampiformi e diarrea. Non sono da escludere la cefalea, emicrania, insonnia e cute maggiormente esposta a reazioni di ipersensibilità al prodotto. Anche i reni ed il fegato possono essere interessati dagli effetti indesiderati. In casi molto rari, si sono manifestati reazioni molto gravi, tali da richiedere la sospensione del farmaco ed il ricovero ospedaliero.