La sintomatologia del soggetto colpito da ipotermia è differente in base alla temperatura che caratterizza il suo corpo. In base alla temperatura e dei sintomi che si manifestano si può portare a termine un’utile classificazione. Nel momento in cui la temperatura è compresa tra 32 e 35 gradi i sintomi più diffusi sono i brividi, l’incremento del ritmo cardiaco, l’incremento della respirazione in un minuto, ma anche una minzione troppo elevata, che porta ad uno stato lieve di confusione mentale che può provocare delle problematiche di coordinamento nei movimenti.
Tra gli altri sintomi troviamo l’ipoglicemia e, molto più raramente, l’iperglicemia. Quando la temperatura è compresa tra 28 e 32 gradi centigradi, i brividi decrescono, ma interviene la brachicardia, portando ad una diminuzione del ritmo cardiaco e ad una notevole confusione mentale, con una netta mancanza di coordinazione tra i movimenti. Il paziente è cianotico.
Nei casi più gravi di ipotermia, ovvero quando la temperatura si aggira tra 20 e 28 gradi centigradi, i brividi sono del tutto scomparsi, la muscolatura è estremamente rigida e la frequenza cardiaca si riduce sempre di più e tale dato si può rinvenire nell’elettrocardiogramma tramite la presenza di un’onda anomala denominata onda di Osborn.
La pressione arteriosa e la frequenza di respirazione diminuiscono, l’apparato renale risulta ormai compromesso e la confusione mentale è totale. Nei casi di ipotermia profonda, la temperatura può scendere al di sotto dei 20 gradi centigradi e portare ad uno stato complessivo di incoscienza, edema polmonare e anche l’arresto cardiaco con conseguente morte del paziente.
Cause
L’ipotermia viene differenziata in base alle cause che l’hanno provocata. L’ipotermia primaria si caratterizza per essere provocata per essere rimasti per diverso tempo in un ambiente in cui la temperatura era particolarmente ridotta. In tali condizioni, l’organismo lascia per strada molto più calore del quantitativo che riesce a produrre. Non sempre, però, sono necessarie delle condizioni climatiche o ambientali estreme per portare alla temperatura corporea bassa. Infatti, alcuni soggetti come le persone anziane, i neonati o le persone colpite da importanti malattie l’ipotermia può insorgere comunque, sopratutto per colpa di impianti di riscaldamento non molto potenti.
L’ipotermia secondaria deriva da una malattia o da altre condizioni che portano anomalie negli organi e in quei processi che gestiscono la termoregolazione. In questi casi le cause possono derivare da traumi cranici, da ictus cerebrali (i neuroni subiscono importanti danni per colpa di un’emorragia o di un’ischemia), da tumori cerebrali, dal morbo di Parkinson, dalla sindrome di Wernicke, che si forma per via di un apporto molto scarso di vitamina B1, dalla sindrome di Shapiro (detta anche ipotermia periodica spontanea), da lesioni che hanno colpito il midollo spinale, da ipoglicemia, da un’insufficienza tiroidea, delle ghiandole surrenali, dell’ipofisi, da intossicazioni e da diverse cause.
L’ipotermia terapeutica, in cui la temperatura corporea bassa viene indotta. Si tratta di un trattamento che ha come obiettivo quello di diminuire i pericoli legati alle lesioni ischemiche, dopo un arresto cardiaco o un ictus.
Fattori di rischio
Ci sono diversi fattori che possono incrementare i rischi connessi all’ipotermia: tra questi troviamo l’età, con i neonati e gli anziani che sono i soggetti più deboli, il consumo abituale ed eccessivo di alcol e droghe e condizioni di disagio mentale.
Diagnosi
La diagnosi si raggiunge mediante una visita obiettiva, osservando i vari sintomi avvertiti dal paziente. Per effettuare una misurazione il più corretta possibile è meglio impiegare un termometro rettale realizzato proprio individuare le basse temperature. Una buona alternativa è rappresentata da un termistore applicato su un catetere che viene inserito all’interno della vescica.
Terapie
Una delle terapie consigliate è quello di posizionare il paziente all’interno di un ambiente riscaldato, oppure la somministrazione di ossigeno umidificato, che va ad aiutare la respirazione. Nei casi più gravi può essere necessario l’impiego di un macchinario per le emodialisi o per la circolazione extra corporea.
Approfondimenti e credit
- Harrison. Principi di medicina interna. Dennis L. Kasper, Anthony S. Fauci, Dan L. Longo; Ed. CEA; 2016
- Physical examination of the heart and circulation. PERLOFF J.K.; Ed. Decker; 2009
- Dionigi Rugarli. Chirurgia e medicina interna. Renzo Dionigi, Claudio Rugarli; Ed. EDRA; 2016