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Pielonefrite: cause, sintomi e complicazioni

Pubblicato da
Lorenzo

Non c’è una causa specifica per cui i batteri infettano i reni. Semplicemente accedono dall’uretra, salgono su per il tratto urinario, colpiscono vescica e dopo reni. Probabilmente i batteri entrano in circolo perché trasferiti dall’ano all’uretra. In rari casi si sviluppa quando ci sono funghi o batteri che infettano la pelle e si diffondono dopo dal sangue al reni. Anche un’attività sessuale frequente espone maggiormente al rischio.

I sintomi della pielonefrite invece, sono piuttosto evidenti. L’infezione ai reni può infatti aumentare la temperatura corporea fino ai 39°C, provoca anche tremori, brividi e debolezza diffusa. La persona colpita da questi batteri prova un dolore acuto al fianco e un fastidio nella zona bassa della schiena oltre che d’intorno ai genitali. Solitamente perde l’appetito, soffre di diarrea ed ha una sensazione generale di malessere. Alcune volte si accompagna alla cistite o l’uretrite, cosa che provoca un forte bruciore durante la minzione, oltre che uno stimolo frequente.

Sintomi nei bambini

Anche i bambini possono soffrire di pielonefrite. I sintomi sono gli stessi degli adulti, solo che possono accusare anche altre forme di malessere come l’irritabilità, la mancanza di energia e un dolore addominale. Alcune volte può comparire anche il sangue nelle urine (come per la cistite emorragica) e sono possibili casi d’incontinenza notturna.

Sia quando vi è il sospetto di pielonefrite in un bambino piccolo o in un adulto, è importante contattare il medico immediatamente. Le infezioni ai reni sono molto comuni e indistintamente dall’età, possono colpire. Sembra comunque più comune nelle donne, con un rapporto di 1 uomo per ogni 6 donne. Il motivo risiede nell’apparato urinario. Le donne hanno un uretra più corta e i batteri riescono a raggiungere con maggior facilità i reni.

L’intervento tempestivo del medico riesce nella maggior parte dei casi a evitare le complicazioni.

Le più comuni sono comunque l’aggravarsi dell’infezione, l’avvelenamento del sangue e l’ascesso renale.

  • L’ascesso renale è complicazione piuttosto rara, ma è comunque molto seria. In pratica nel tessuto del rene si forma il pus. Secondo alcuni studi sono maggiormente a rischio che si formi tale complicanza, in quei pazienti che soffrono di diabete. Quando l’ascesso è piccolo il dottore sceglie di solito la cura antibiotica, quando è grande si rivela necessario l’intervento chirurgico.
  • Anche l’avvelenamento del sangue è raro ma, quando non preso in tempo, è potenzialmente fatale. I batteri si diffondono dai reni al sangue. La persona ha un brusco abbassamento di pressione, prova disorientamento, non riesce a controllare il tremore e soffre di sudorazione eccessiva. La temperatura può essere molto alta o più bassa del solito. Il battito cardiaco è accelerato. Un’evenienza simile richiede il ricovero immediato in terapia intensiva.
  • L’aggravarsi dell’infezione invece, è anch’essa potenzialmente fatale, si parla in questo caso di pielonefrite enfisematosa. I tessuti vengono distrutti in modo rapido e vi è un rilascio di gas tossici nei reni. Di solito si verifica appunto nelle persone che soffrono di diabete. Per risolvere questa complicazione è necessario l’intervento chirurgico, che prevede l’asportazione di una parte del rene infetto o, quando necessario, tutto.

Prevenzione

Si tratta di un’infezione e perciò il modo migliore per scongiurare la pielonefrite è appunto quello di mantenere uretra e vescica al sicuro dal contagio di batteri. Considerando che la costipazione può aumentare il rischio di contrarre il problema, è importante agire al fine di evitare stipsi e di conseguenza infezione ai reni. Anche la scelta dei contraccettivi deve essere effettuata in modo sano.

Non vanno usati preservativi e diaframmi che contengono spermicida, in quanto tale sostanza stimola la formazione dei batteri. Inutile ricordare poi che è fondamentale una corretta igiene intima.

Pielonefrite di tipo acuto e di tipo cronico

Questa malattia può presentarsi in modo più o meno invasivo e in maniera più o meno reiterata. La reiterazione della patologia può trasformare ben presto una pielonefrite acuta in una cronica. Le due versioni della malattia, acuta e cronica, hanno aspetti anatomici, patologici, velocità infettiva diversa.

  • La versione acuta di questa malattia si presenta con sintomi come febbre alta, dolori nella zona lombare, minzione dolorosa, risposta sofferente a pressioni nella zona renale, nausea, segnali di infezione nell’ultimo tratto urinario come ematuria e disuria. Anche se dolorosa, la pielonefrite acuta con la giusta terapia in circa due settimane può guarire.
  • La pielonefrite cronica ha in generale sintomi meno intensi. Essa può manifestarsi a partire da infezioni recidive (con batteri sempre dallo stesso ceppo) oppure da re-infezioni (originate da batteri diversi). Il continuo tornare della malattia da luogo ad infiammazioni importanti di tutto il sistema escretore. L’evoluzione della malattia cronica può essere infatti la pionefrosi, ovvero una patologia del rene che si riempie di pus e che finisce col danneggiarsi irrimediabilmente, oppure con l’urosepsi, un’infiammazione sistemica dell’intero apparato urinario, o l’insufficienza renale, fino a culminare nei casi più gravi con il bisogno di un trapianto d’organo.

Tre vie di infezione per i batteri

Questa malattia è sostanzialmente un’infiammazione che ha origine batterica e ha la caratteristica di diffondersi in tutto l’apparato urinario. Le vie che i batteri utilizzano per infettare gli altri organi possono essere diverse a seconda dei casi:

  • Via vescica: è sicuramente la via più classica: dal perineo oppure dal vestibolo vaginale, i microorganismi ascendono in direzione dell’uretra, quindi nella vescica, arrivando al rene. Nelle donna la causa di questo è spesso la deformazione dell’uretra nei rapporti sessuali, invece negli uomini è conseguente alla prostatite.
  • Via ematica: attraverso il sangue i batteri patogeni durante la setticemia scendono al rene portando nefriti e ascessi.
  • Via linfatica: gli agenti patogeni si muovono attraverso il circolo linfatico che collega il colon al rene.

La pielonefrite è un’infiammazione causata dagli agenti patogeni che ritroviamo spesso come responsabili delle infezioni dell’apparato urinario, di quello genitale e gastroenterico (vescica, prostata, vagina, retto, cervice, uretra), ovvero l’Escherichia coli, la Klebsiella, il Proteus, l’Enterococcus ecc. Questi sono anche i patogeni della flora fecale che in caso di una peristalsi inefficiente risalgono. Questo è piuttosto raro comunque poiché solitamente la peristalsi, ovvero i movimenti di contrazione e distensione delle pareti delle vie urinarie, svolge un’azione protettiva efficace contro le infezioni, meno efficace è invece nei confronti di microbatteri, di lieviti, di funghi e del Corybacterium urealyticum.

Cura e terapia

La pielonefrite viene curata mediante una terapia antibiotica che, se viene svolta con attenzione e viene fatta tempestivamente, porta il paziente ad una perfetta guarigione in circa 15 giorni. Il trattamento con cicli antibiotici specifici conduce all’eliminazione definitiva e radicale degli agenti patogeni scatenanti presenti nelle urine e che dovrebbe anche avere un valore preventivo per un’eventuale reiterazione. In casi in cui si rende necessario, più gravi, bisogna ricorrere ad un intervento di tipo chirurgico, ovvero l’uretroscopia (metodo usato per operare su calcoli, stenosi e neoformazioni uroteliali) oppure la nefrectomia (rimozione chirurgica del rene o di parte di esso).

Approfondimenti e credit

  • Rugarli. Medicina interna sistematica. Estratto: Malattie del rene e delle vie urinarie. Claudio Rugarli, Andrea P. Stella; Ed. Edra; 2016
  • Medicina Interna. Compendio essenziale per la pratica clinica. Gerd Herold; Ed. Monduzzi Editoriale; 2016
  • MANUALE DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI. Torricelli pietro; zompatori maurizio; Ed. Esculapio; 2016
Lorenzo