Non c’è una causa specifica per cui i batteri infettano i reni. Semplicemente accedono dall’uretra, salgono su per il tratto urinario, colpiscono vescica e dopo reni. Probabilmente i batteri entrano in circolo perché trasferiti dall’ano all’uretra. In rari casi si sviluppa quando ci sono funghi o batteri che infettano la pelle e si diffondono dopo dal sangue al reni. Anche un’attività sessuale frequente espone maggiormente al rischio.
I sintomi della pielonefrite invece, sono piuttosto evidenti. L’infezione ai reni può infatti aumentare la temperatura corporea fino ai 39°C, provoca anche tremori, brividi e debolezza diffusa. La persona colpita da questi batteri prova un dolore acuto al fianco e un fastidio nella zona bassa della schiena oltre che d’intorno ai genitali. Solitamente perde l’appetito, soffre di diarrea ed ha una sensazione generale di malessere. Alcune volte si accompagna alla cistite o l’uretrite, cosa che provoca un forte bruciore durante la minzione, oltre che uno stimolo frequente.
Anche i bambini possono soffrire di pielonefrite. I sintomi sono gli stessi degli adulti, solo che possono accusare anche altre forme di malessere come l’irritabilità, la mancanza di energia e un dolore addominale. Alcune volte può comparire anche il sangue nelle urine (come per la cistite emorragica) e sono possibili casi d’incontinenza notturna.
Sia quando vi è il sospetto di pielonefrite in un bambino piccolo o in un adulto, è importante contattare il medico immediatamente. Le infezioni ai reni sono molto comuni e indistintamente dall’età, possono colpire. Sembra comunque più comune nelle donne, con un rapporto di 1 uomo per ogni 6 donne. Il motivo risiede nell’apparato urinario. Le donne hanno un uretra più corta e i batteri riescono a raggiungere con maggior facilità i reni.
L’intervento tempestivo del medico riesce nella maggior parte dei casi a evitare le complicazioni.
Le più comuni sono comunque l’aggravarsi dell’infezione, l’avvelenamento del sangue e l’ascesso renale.
Si tratta di un’infezione e perciò il modo migliore per scongiurare la pielonefrite è appunto quello di mantenere uretra e vescica al sicuro dal contagio di batteri. Considerando che la costipazione può aumentare il rischio di contrarre il problema, è importante agire al fine di evitare stipsi e di conseguenza infezione ai reni. Anche la scelta dei contraccettivi deve essere effettuata in modo sano.
Non vanno usati preservativi e diaframmi che contengono spermicida, in quanto tale sostanza stimola la formazione dei batteri. Inutile ricordare poi che è fondamentale una corretta igiene intima.
Questa malattia può presentarsi in modo più o meno invasivo e in maniera più o meno reiterata. La reiterazione della patologia può trasformare ben presto una pielonefrite acuta in una cronica. Le due versioni della malattia, acuta e cronica, hanno aspetti anatomici, patologici, velocità infettiva diversa.
Questa malattia è sostanzialmente un’infiammazione che ha origine batterica e ha la caratteristica di diffondersi in tutto l’apparato urinario. Le vie che i batteri utilizzano per infettare gli altri organi possono essere diverse a seconda dei casi:
La pielonefrite è un’infiammazione causata dagli agenti patogeni che ritroviamo spesso come responsabili delle infezioni dell’apparato urinario, di quello genitale e gastroenterico (vescica, prostata, vagina, retto, cervice, uretra), ovvero l’Escherichia coli, la Klebsiella, il Proteus, l’Enterococcus ecc. Questi sono anche i patogeni della flora fecale che in caso di una peristalsi inefficiente risalgono. Questo è piuttosto raro comunque poiché solitamente la peristalsi, ovvero i movimenti di contrazione e distensione delle pareti delle vie urinarie, svolge un’azione protettiva efficace contro le infezioni, meno efficace è invece nei confronti di microbatteri, di lieviti, di funghi e del Corybacterium urealyticum.
La pielonefrite viene curata mediante una terapia antibiotica che, se viene svolta con attenzione e viene fatta tempestivamente, porta il paziente ad una perfetta guarigione in circa 15 giorni. Il trattamento con cicli antibiotici specifici conduce all’eliminazione definitiva e radicale degli agenti patogeni scatenanti presenti nelle urine e che dovrebbe anche avere un valore preventivo per un’eventuale reiterazione. In casi in cui si rende necessario, più gravi, bisogna ricorrere ad un intervento di tipo chirurgico, ovvero l’uretroscopia (metodo usato per operare su calcoli, stenosi e neoformazioni uroteliali) oppure la nefrectomia (rimozione chirurgica del rene o di parte di esso).