Si può sfruttare singolarmente oppure in associazione con altri analgesici. Proprio come il paracetamolo. Coefferalgan si può considerare, di conseguenza, sia un farmaco analgesico che uno tra i vari antipiretici anilidi.
Questo farmaco può essere impiegato in tutti quei soggetti che hanno almeno 12 anni. L’obiettivo è quella di curare, per un trattamento nel breve periodo, una sensazione di dolore moderata. Questo medicinale deve essere utilizzato quando altri antidolorifici non hanno fatto effetto. Di solito, viene sfruttato nel momento in cui il paracetamolo o l’ibuprofene da soli non sono riusciti a dare sollievo al paziente.
Questo medicinale non può essere utilizzato nei bambini che hanno meno di dodici anni. Per quanto riguarda il paracetamolo, è importante che i soggetti che soffrono di ipersensibilità nei confronti del paracetamolo oppure rispetto al propacetamolo non lo assumano. Chiaramente, la stessa accortezza deve essere mantenuta anche nel caso di ipersensibilità rispetto agli altri eccipienti. In riferimento alla codeina, invece, i soggetti che presentano ipersensibilità rispetto a tale principio attivo dovrebbero evitare di usare tale farmaco.
Inoltre, è sconsigliato l’uso anche quando il paziente soffre di insufficienza respiratoria. Infatti, la codeina si caratterizza proprio per svolgere un effetto depressivo nei confronti dei centri di respirazione. Si sconsiglia anche nei soggetti che metabolizzano molto velocemente la codeina in morfina. Anche le mamme durante l’allattamento al seno farebbero meglio a non usare tale medicinale. I soggetti che sono intolleranti al fruttosio non devono assumerlo per via della presenza del sorbitolo.
La somministrazione del paracetamolo deve avvenire con la massima prudenza nei pazienti che soffrono di insufficienza epatica. In modo particolare, quando quest’ultima è lieve oppure moderata. Particolare attenzione anche quando il paziente soffre di epatite acuta, anemia emolitica oppure carenza di glucosio 6-fosfato-deidrogenasi.
Al tempo stesso, la somministrazione di tale farmaco deve avvenire con notevole prudenza rispetto ai pazienti che soffrono di insufficienza renale. Nel caso in cui si dovessero verificare delle reazioni di natura allergica, è fondamentale sospendere immediatamente l’assunzione. Altrettanta prudenza deve essere posta quando i soggetti soffrono di alcolismo cronico, anoressia, bulimia o malnutrizione cronica.
Un dosaggio troppo alto o un trattamento troppo lungo di tale medicinale possono causare un’epatopatia ad elevato rischio. In alcuni casi possono causare anche delle importanti conseguenze sui reni e sul sangue. In alcuni casi può provocare anche dipendenza.
È importante che Coefferalgan non venga usato nel corso della cura cronica con dei medicinali che possono portare all’induzione delle monoossigenasi epatiche. Questo farmaco è in grado di provocare una sensazione di sonnolenza. Per questa ragione, è bene evitare che lo assumano i pazienti che si devono mettere alla guida di veicoli o devono iniziare dei lavori di particolare concentrazione.
I dati epidemiologici sull’impiego di dosaggio terapeutici di paracetamolo orale hanno permesso di ottenere alcune informazioni utili. Ad esempio, il farmaco non crea effetti indesiderati nelle donne che si trovano in stato di gravidanza. Al tempo stesso, non va ad incidere sulla salute del feto oppure in quella dei neonati. Il paracetamolo deve essere impiegato nel corso della gravidanza solamente dopo che il medico ha provveduto a soppesare i rischi e i benefici.
Nei pazienti durante la gravidanza, il dosaggio consigliato e la durata della cura devono essere sempre tenuti sotto controllo. Per quanto riguarda, invece, l’allattamento, se ne sconsiglia assolutamente l’impiego. Infatti, sia la codeina e la morfina rischiano di finire all’interno del latte materno.
Il dosaggio che viene consigliato è di solito pari a 1-2 compresse in base a quanto è fastidioso il dolore. Una o due compresse che devono essere assunte da una fino a tre volte al giorno. Tra ciascuna somministrazione devono passare come minimo quattro ore. Nel caso in cui il soggetto soffra di grave insufficienza renale, allora si devono attendere almeno otto ore tra una somministrazione e la successiva. Nelle persone anziane, il dosaggio iniziale deve essere pari alla metà di quello che viene suggerito per gli adulti. Successivamente, sempre sotto il controllo del medico, può essere incrementato.
La cura di questo medicinale non deve proseguire per oltre tre giorni. Nel caso in cui il dolore non dovesse migliorare dopo tale trattamento, allora è necessario discutere con il medico. Le compresse effervescenti si devono sciogliere all’interno di un bicchiere d’acqua.