Il mercurio cromo, ovvero la merbromina, è un metallo a base di mercurio, che ha numerose virtù batteriostatiche verso i batteri Gram- positivi e Gram- negativi. Nel 1919 vennero scoperte per la prima volta le caratteristiche antisettiche.
Attualmente, viene venduto in moltissimi paesi, mentre in altri, ne è stata vietata la commercializzazione.
Attualmente sono moltissimi i paesi nel mondo che hanno ritirato la commercializzazione del mercurio cromo. Questo a causa della sua presunta tossicità ancora non confermata dalla ricerca.
Dal 1998, la vendita del mercurio cromo è stata vietata infatti negli Stati Uniti da parte della Food and Drug Adninistration, poi successivamente anche il Brasile ha smesso di commercializzare il prodotto. Oggi i governi di Germania ed Inghilterra, stanno discutendo sulla presunta tossicità del mercurio cromo. Il suo uso andrebbe limitato, oppure vietato dal commercio.
Al di là della sua tossicità o meno, il mercurio da cui deriva il medicinale, è velenoso, perché è capace di legarsi ad enzimi e proteine. Questi legami alterano in maniera negativa le sue caratteristiche naturali. È bene fare un impiego limitato di mercurio cromo, soprattutto in relazione al fatto che esso viene utilizzato in moltissimi ambienti, compreso come abbiamo più volte citato quello sanitario.
La membromina, presente nel mercurio cromo, viene impiegata principalmente per la disinfezione e la pulizia di ferite. Viene usato anche come cicatrizzante per piccole abrasioni ed ustioni. Il quantitativo da utilizzare è minimo, infatti bastano 2 o 3 gocce da impiegare nella zona lesionata, per 2 o 3 volte al giorno. Fino a qualche anno fa, il mercurio cromo, svolgeva una azione antisettica i determinati paesi paesi del mondo.
Successivamente è stato necessario ricorrere ad agenti più efficaci, ed abbandonare tale prodotto, lasciando il posto allo iodopovidone, al cloruro di benzalconio ed al cloroxilenolo.
Il mercurio cromo, viene impiegato moltissimo anche come tintura in ambito sanitario, per mettere in evidenza i margini di campione di tessuto che deve essere analizzato nei laboratori. È usato in ambito industriale come prodotto penetrante, utilizzato per mettere in evidenza la presenza di eventuali crepe nei metalli, nell’ambito di controlli non distruttivi.
Data la sua particolare colazione rosso scura, tale sostanza mostra uno svantaggio nell’individuare la presenza di presunti eritemi o infiammazioni che potrebbero formarsi con facilità intorno alle ferite o abrasioni. Questi sono indice di infezione in corso e che per questo andrebbero trattate tempestivamente. Parliamo quindi di acqua ossigenata ad esempio, o soluzioni che contengono lo iodio, come il betadine, o la tintura di iodio.
Con il termine eosina, si vuole indicare un colorante di contrasto dell’ematossilina, utilizzato principalmente in ambito istologico, per colorare il citoplasma. Dal punto di vista chimico, tale prodotto è un tetrabromofluoresceina. Da qui è possibile estrarre anche dei derivati mono e di-bromo. Nello specifico, vengono utilizzate principalmente due molecole di eosina, ovvero la eosina Y e l’eosina B. Sono entrambe analoghi strutturali, ma presentano quattro sostituenti bromo, ovvero due sostituenti bromo e gli altri due nitrogruppi-NO2.
L’eosina è uno dei coloranti citoplasmatici più importanti, e rappresenta il solo colorante di contrasto di elezione dell’ematossilina. Colora i cosiddetti granuli eosinofili, ovvero gli acidofili di ogni singola cellula. Esso viene impiegato moltissimo in microscopia e rientra a far parte della composizione di diversi coloranti ematologici.
La sua soluzione al 2%, viene utilizzata anche come disinfettante al posto del mercurio cromo, in presenza di affezioni dermatologiche come eritemi e candidosi, per mantenere la pelle pulita e disinfettata.
È possibile realizzare l’eosina in differenti concentrazioni. La prescrizione è valida per 10 preparazioni nell’arco di sei mesi. L’eosina si prepara in qualsiasi quantitativo, da 10 ml fino ad oltre 200 ml, dipende sempre dalle indicazioni mediche che si forniscono alle farmacie. Una volta realizzato il prodotto, il farmacista fornirà al cliente tutte le indicazioni utili riguardo la conservazione e l’utilizzo della preparazione galenica di eosina.
Essendo un prodotto particolarmente instabile, l’eosina, impiegata come alternativa del mercurio cromo, deve essere consumata entro 30 giorni. Proprio per questo che deve essere conservata il flaconi sicuri, in maniera tale da proteggerla dalla luce e ben chiusi. Non è necessario riporla in frigorifero e la scadenza quasi sempre ravvicinata, è dovuta alla natura della preparazione liquida ed acquosa, che è priva di sostanze conservanti, allergeni, ed additivi.
Infine come ultima cosa, il prodotto è un fortissimo colorante, che può macchiare gli indumenti irrimediabilmente. Per lo stesso motivo, conferisce alla pelle una colorazione rossastra nella zona di applicazione, che tende a scomparire nell’arco di qualche giorno. Il prodotto va tenuto fuori dalla portata e dalla vista dei bambini, e non deve essere somministrato in prossimità degli occhi.