Attraverso l’attività mineralcorticoide, si promuove l’assorbimento di Na+ da parte del rene, delle ghiandole salivari, delle ghiandole sudoripare e dell’intestino con la conseguenza di ritenzione di Na+nel liquido extracellulare.
Gli ormoni implicati nell’azione mineralcorticoide più importanti sono l’Aldosterone ed il DOC, ovvero il Desossicorticosterone.
Anche il Cortisolo ha un ruolo importante nell’attività menieralcorticoide intrinseca, e la sua azione è repressa a livello dei reni da parte di una degradazione localizzata, in cortisone.
Mediante l’Aldosterone, si promuove la sintesi di Canali Enac, ovvero dei canali di riassorbimento del Na nel tubolo contorto distale e nel dotto collettore, ed anche il riassorbimento del Na+ tramite la pompa idrogenionica che determina l’alcalosi metabolica causata dall’eccesso particolarmente elevato di mineralcorticoidi.
I livelli elevati di Aldosterone sono in grado di determinare a loro volta delle disfunzioni:
Con il passare del tempo, tutti questi fattori, possono provocare nel soggetto affetto da Iperaldosteronismo, l’ipertensione arteriosa.
Uno dei segni più evidenti e che può essere anche solo il primo allarme in presenza di Iperaldosteronismo, è l’ipertensione arteriosa, mentre i sintomi ed i segni comprendono: astenia, crampi, cefalea e parestesie, e nel 30% dei casi, è possibile la comparsa di Ipokaliemia. In presenza di alcalosi metabolica nelle forme più gravi, abbiamo invece: poluiria, polidipsia, ipereccitabilità neuromuscolare, nicturia, respiro lento e superficiale, vomito, disidratazione, confusione generale ed astenia.
L’Ipokaliemia, è un sintomo poco frequente in presenza di Iperaldosteronismo e dunque, come abbiamo introdotto inizialmente, l’aumento della pressione arteriosa normokaliemica è un segnale evidente di tale patologia. L’ipocalcemia è una conseguenza dell’ipoparatiroidimo, oppure di ipovitaminosi d, di IRC, di dabdomiolisi, di pancreatite ed infine di pseudoipoparatiroidismo.
Un sospetto diagnostico di Iperaldosteronismo, è l’ipertensione con o in assenza di Ipokaliemia, resistente alla terapia farmacologica a base di medicinali utili a far diminuire la pressione arteriosa. Nella sindrome di Conn, bisogna sottolineare che l’utilizzo di quantitativi abbondanti di sale, non sopprimono la secrezione di Aldosterone, che rimane dunque elevato.
L’ipokalemia deve essere presente dopo circa 3 settimane dalla sospensione dei farmaci diuretici, ed il rapporto di Aldosterone plasmatico con Attività Reninica Plasomatica, è uno dei migliori test di screening per valutare la presenza o meno di Iperaldosteronismo Primario. I valori di riferimento di tale test sono compresi tra i 20 ed i 40, ed in caso di range superiore, l’esame è considerato positivo.
Questo test è utile per comprendere se un soggetto è affetto da potassiemia <3,5 meq l o K urinario >30 meq/24h, in presenza di ipertensione con marcata ipopotassiemia indotta da farmaci diuretici, in caso di ipertensione resistente, in presenza di incidentaloma surrenalico e nei bambini o giovani affetti da ipertensione senza familiarità.
Il test di conferma di Iperaldosteronismo comprende: