È relativamente semplice cercare di ricondurre i sintomi all’ernia del disco: l’ernia del disco, localizzata in sede lombare, viene manifestata tipicamente con la “sciatica”, ovvero con un dolore che si estende dal gluteo fino al piede, passando lungo la gamba. Se invece l’ernia del disco viene localizzata nella parte superiore, in zona cervicale, il paziente soffrirà di cervicobrachialgia, un dolore che dalla regione cerviale si irradia lungo il braccia e lungo la spalla.
Quel che molte persone sottovalutano è che l’ernia del disco può essere oggetto di un’attenta prevenzione mediante una serie di accorgimenti che miglioreranno il benessere dell’intero organismo. Ad esempio, è fortemente consigliato cercare di mantenere un buon tono muscolare, soprattutto dei muscoli che sono fondamentali per poter garantire le funzioni del nostro corpo, come quelli addominali, obliqui, lombari, paravertebrali. Vengono inoltre consigliate attività di stretching per poter migliorare la flessibilità, una corretta postura e corrette abitudini alimentari.
L’ernia del disco può derivare da una serie concomitante di cause. Per comprenderne la portata, è sufficiente ricordare che la nostra spina dorsale è costituita da ossa rivestite da piccole pastiglie di cartilagine, o dischi, formate da uno strato duro esterno (anello) e morbido interno (nucleo), con cui abbiamo già preso confidenza nelle righe che precedono. I dischi agiscono come se fossero delle piccole molle, assorbendo urti e garantendo movimenti di flessione della colonna. Se però si verifica un’ernia del disco, una porzione del nucleo esce fuori mediante una lacerazione della corona, generando l’irritazione di uno dei nervi spinali.
Per quanto concerne le cause, le più comuni sono quelle relative alla degenerazione dei dischi che è concomitante all’invecchiamento: con l’avanzare dell’età, infatti, i dischi perdono una parte del loro contenuto di acqua, rendendoli così meno flessibili e più inclini allo “strappo” o alla rottura.
Oltre all’età, costituiscono tradizionali fattori di rischio anche il fumo, il peso corporeo in eccesso, l’altezza superiore a 180 centimetri, le occupazioni che sono particolarmente in grado di sollecitare impegni sul piano fisico, come tirare, sollevare, spingere, e così via.
Come risulterà facilmente intuibile, non tutti i dolori alla schiena sono relativi all’ernia del disco (fortunatamente!). Tuttavia, se il vostro fastidio dura per più di una settimana ed è piuttosto insistente, tanto da impedirvi di svolgere alcune delle attività quotidiane con la stessa efficacia di prima, vi consigliamo di condividere il vostro stato di salute con il vostro medico. Lo stesso dicasi se il dolore incrementa quando siete seduti, tossite o starnutite: in tutte queste ipotesi, un disco erniato potrebbe essere la causa.
Un’attenzione particolarmente elevata dovrebbe inoltre essere mostrata nell’ipotesi in cui avvertiate sintomi molto specifici come la perdita del controllo della vescica o dell’intestino, o l’intorpidimento o la debolezza a una o a entrambe le gambe.
Fermo restando che – lo ribadiamo ancora una volta – è fondamentale condividere con il proprio medico il da farsi, evitando qualsiasi cura fai-da-te, potete comunque cercare di attenuare il fastidio con alcuni pratici accorgimenti che vi permetteranno di trovare del sollievo in attesa che il medico sciolga la sua diagnosi e vi indichi la cura. Per esempio, potete provare a rimanere attivi per comprendere se il dolore è legato a qualche particolare movimento o, se vi accorgete che l’attività causa fastidio, smettete di effettuarla. Evitate sempre e comunque attività che possono impattare negativamente sul problema, e preferite quelle più dolci, come la camminata o il nuoto. Evitate anche di stare per troppo periodo di tempo a letto, poiché perderete la vostra forza muscolare, peggiorando il problema.
Per quanto concerne i farmaci, dopo aver sentito il medico potete assumere farmaci da banco come gli antinfiammatori non steroidei, ibuprofene, naprossene e paracetamolo, senza superare la dose indicata. Possono inoltre aiutare anche il ghiaccio o gli impacchi freddi, che possono contribuire a ridurre il dolore e l’infiammazione, pur nell’accortezza di non utilizzarli per più di 20 minuti alla volta. Bene anche, a seconda dei casi, l’utilizzo di creme topiche da banco a base di mentolo, canfora o antinfiammatori.
Il trattamento conservativo dell’ernia del disco si effettua eseguendo una serie di esercizi per la schiena e un regime di farmaci antidolorifici. Molte persone, sulla base del trattamento conservativo, riescono a migliorare nell’arco di 30-60 giorni, ottenendo anche una riduzione dello spostamento del disco. Oltre a attività fisiche supervisionate da esperto, ricordate che anche calore e freddo possono essere utilizzati per poter alleviare il dolore e l’infiammazione. Il medico potrebbe inoltre indicare antidolorifici se il dolore è lieve o moderato, farmaci miorilassanti o, nei casi più gravi, narcotici in combinazione con idrocodone – paracetamolo, ma solo per brevi periodi, o farmaci per il dolore neuropatico o le nevralgie.
È inoltre spesso consigliato il riposo a letto (uno o due giorni di riposo totale). Non abbiate inoltre fretta: spesso i sintomi dell’ernia del disco impiegano dalle 4 alle 6 settimane per poter migliorare in maniera considerevole.
Mediamente, una persona su dieci affetta da ernia del disco deve sottoporsi a intervento chirurgico. E generalmente si tratta di persone che non hanno ottenuto alcun miglioramento attraverso una terapia conservativa protratta per alcuni mesi.
Le specificità dell’intervento chirurgico andranno ponderate sulla base della singola fattispecie, in compagnia del vostro medico e di uno specialista: l’intervento più comune è comunque quello di microdiscectomia, standard o aperta, mediante microscopio operatorio e piccole incisioni che contengono i traumi ai tessuti e riducono i tempi di recupero.