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Colonscopia virtuale, un’alternativa meno invasiva all’esame tradizionale

Pubblicato da
Lorenzo

In questo modo si può ottenere lo stesso esito dell’esame tradizionale, senza però i fastidi e le varie problematiche legate all’esame più comune. Non dobbiamo dimenticare come non preveda nemmeno l’impiego di farmaci sedativi e antidolorifici, senza dimenticare come abbia una durata notevolmente inferiore in confronto all’esame tradizionale, con dimissioni immediate. Infatti, subito dopo l’esame si può già guidare ed eseguire nuovamente tutte le attività della vita quotidiana.

Quali possono essere i fastidi legati alla colonscopia virtuale

Bisogna sottolineare come, anche con questo esame, è necessario seguire una corretta preparazione per quanto riguarda la dieta, utilizzando degli adeguati lassativi. Poco prima di eseguire l’esame, il paziente deve essere oggetto di un’insufflazione di anidride carbonica all’interno del retto, sfruttando un’adeguata sonda rettale. Ovviamente prima di questa piccola operazione sarà necessario assumere un dosaggio adatto di Buscopan, in modo tale da limitare il più possibile il fastidio connesso all’inserimento della sonda. L’impiego di tale medicinale ha essenzialmente lo scopo di trasmettere una distensione maggiore alle pareti del colon, in maniera tale che si possano analizzare in modo più semplice e dettagliato. Quindi, per tale ragione, spesso il paziente può avvertire una sensazione di distensione dell’addome per colpa dell’aria che è stata introdotta nel retto. In generale, però, è importante mettere in evidenza come la colonscopia virtuale si deve considerare un esame quasi del tutto indolore, soprattutto quando viene confrontato con l’esame tradizionale.

Quando si deve effettuare questo esame

Tale esame viene indicato in modo particolare per lo screening del carcinoma colon-rettale, nelle persone che hanno almeno 50 anni, ma anche come metodica di secondo livello per un approfondimento della situazione di salute di quei pazienti in cui è stato individuato sangue occulto all’interno delle feci. Per tutti quei pazienti che non vogliono eseguire l’esame tradizionale, questo esame può rappresentare davvero un’alternativa molto importante, soprattutto quando soffrono di dolori a livello addominale, stipsi, diarrea, sanguinamento del retto, continue alterazioni dell’alvo, tenesmo, anemia sideropenica di cui non si conoscono le cause e notevole quantità di muco rinvenuto nelle feci. Un gran numero di tali sintomi, tra l’altro, possono portare a pensare anche che il paziente abbia sviluppato un tumore del colon-retto.

Il funzionamento di questo esame

La colonscopia virtuale impiega un sistema che viene denominato TC spirale multistrato, ma anche un programma particolare che viene aggiornato di continuo e che è in grado di effettuare la ricostruzione completa sul display delle pareti coliche. Questo risultato è diventato realtà per via dell’impiego delle radiazioni ionizzanti, che passano penetrando l’organismo del paziente. Alle varie estremità si trova un ricevitore che la capacità di effettuare la registrazione di queste radiazioni, che fuoriescono dal corpo del paziente con vari livelli di intensità in relazione ai tessuti che sono stati penetrati. Tutti tali dati subiscono una conversione per diventare un vero e proprio segnale elettrico e, in questo modo, c’è la possibilità di effettuare la ricostruzione dell’anatomia di tutti i vari tessuti e gli organi che sono stati attraversati dalle radiazioni. Il radiologo, di conseguenza, ha la possibilità di dare un’occhiata alla parte interna del colon ricostruito in modo virtuale, esattamente come se stesse eseguendo una colonscopia normale. Teoricamente, ha anche l’opportunità di analizzare i vari organi addominali, andando a riscontrare la presenza eventualmente di alterazioni patologiche al di fuori delle pareti coliche. Tale scansione presenta una durata pari a pochi secondi e, di conseguenza, il quantitativo di radiazioni che colpiscono il paziente è davvero molto basso e del tutto diverso in confronto ad un esame come la TC dell’addome normale.

Quali sono i principali vantaggi

Dal momento in cui è stata utilizzata per la prima volta, la colonscopia virtuale ha fatto numerosi passi in avanti dal punto di vista della sensibilità e della specificità. Infatti, il funzionamento deve essere sempre il meno invasivo possibile per il paziente, ma al tempo stesso l’efficacia dell’esame deve essere garantita tout court, permettendo di individuare eventuali lesioni sospette che vanno a colpire il colon. Fin dal primo momento l’efficacia di questo esame è sempre stata legata alle dimensioni della sospetta ed eventuale lesione che ha subito il colon. Infatti, la colonscopia virtuale è davvero molto efficace per quanto concerne tutte quelle lesioni che hanno un diametro pari ad almeno un centimetro, mentre invece non riesce ad essere altrettanto affidabile per quelle che hanno un raggio che rimane al di sotto dei 3 millimetri e che, di conseguenza, hanno percentuale molto ridotta di diventare dei veri e propri tumori maligni in futuro. Come si può facilmente intuire, i continui e costanti aggiornamenti di cui è oggetto il software che caratterizza tale esame hanno come obiettivo quello di garantire anche la possibilità di individuare senza troppe difficoltà lesioni estremamente piccole. Quindi, per merito proprio di questi frequenti passi in avanti, la sensazione è che nel corso dei prossimi anni la colonscopia virtuale andrà a prendere il posto di quella normale e che la rettosigmoidoscopia diventi l’esame di screening principale per quanto riguarda il tumore che va a colpire il colon-retto. Proprio la rettosigmoidoscopia è un esame che si può considerare certamente invasivo e, inoltre, non ha la capacità di individuare la presenza di eventuali polipi adenomatosi oppure dei tumori che si trovano all’interno dei tratti vicini e centrali rispetto al grosso intestino. Certamente, bisogna anche sottolineare come la colonscopia abbia un numero di complicazioni decisamente più ampio e, in tanti casi, viene tollerata con difficoltà da parte dei pazienti. Tra i vari vantaggi connessi all’uso della tecnica virtuale, in confronto alla metodica tradizionale, troviamo certamente il fatto che permette di visualizzare in modo estremamente completo ed efficace l’intero colon. In alcuni pazienti, infatti, il colon presenta una conformazione del tutto particolare, oppure quando si soffre di stenosi e diverticoli e allora l’esame tradizionale può non risultare possibile in alcuni tratti bene specifici, come ad esempio quello del cieco-ascendente.

Quali sono gli svantaggi e le possibili controindicazioni

Questo esame presenta l’esigenza di provvedere all’insufflazione di aria all’interno del colon e, di conseguenza, non è assolutamente indicato in tutti quei pazienti che soffrono di diverticolite acuta, ma anche megacolon tossico e, nel corso degli ultimi tempi, hanno subito delle operazioni chirurgico in tale zona del corpo. Chiaramente, quando si verificano tali condizioni, nemmeno la colonscopia tradizionale viene consigliata. Lo svantaggio che emerge con maggiore forza di questa versione virtuale della colonscopia è certamente relativo al fatto che non consente di effettuare alcun tipo di intervento nel corso dell’esame, in maniera tale da poter eseguire dei prelievi bioptici oppure per completare la rimozione di un polipo dotato di anomalie. Chiaramente, quando tale esame rileva alcune anomalie a carico del colon del paziente, allora questi interventi chirurgici, seppur non pericolosi, dovranno essere affrontati dal paziente, che dovrà per forza di cose essere sottoposto alla tecnica tradizionale della colonscopia. Inoltre, anche se il quantitativo di radiazioni che subisce il paziente è davvero molto ridotto e notevolmente al di sotto dei limiti che sono stati imposti dalle autorità vigenti, dobbiamo sottolineare come questa tecnica virtuale venga spesso consigliata in tutte quelle pazienti che sono in gravidanza. Inoltre, un altro limite di questa metodologia diagnostica è sicuramente quella di avere una ridotta capacità di rilevare delle lesioni piatte a carico del colon.

Qual è la preparazione adatta per questo esame

È fondamentale che le pareti coliche siano perfettamente pulite: altrimenti, il rischio principale è quello che questo esame virtuale possa confondere dei normali residui di feci con delle masse del tutto anomale. Come prevenzione nei confronti di tale situazione, sarà direttamente il centro di endoscopia digestiva a mettere a disposizione del paziente e ad informarlo di tutto ciò che deve fare prima dello svolgimento dell’esame. La preparazione, infatti, ha numerosi aspetti in comune con quella che precede l’esame tradizionale, anche se di solito presenta molte meno restrizioni.

Quando se ne consiglia l’uso

Questo esame deve essere impiegato in modo particolare come una sorta di completamento dell’analisi del colon in ogni situazione in cui il normale test endoscopico non possa garantire tali termini di completezza oppure nel momento in cui una malattia faccia diventare troppo pericoloso l’uso della tecnica tradizionale.

La tecnica virtuale ha chiaramente il vantaggio di non avere alcun tipo di condizionamento da ostacoli meccanici dell’endoscopio che non si possono valicare e, di conseguenza, permette di analizzare in modo approfondito i tratti intestinali che si trovano alla base di neoformazioni occlusive oppure subocclusive, andando a mettere in evidenza la presenza di possibili alterazioni.

Questo esame virtuale si può considerare come una sorta di test di screening utile in tutti quei pazienti che hanno già compiuto 50 anni e che presentano una certa familiarità con il carcinoma del colon-retto (ad esempio in famiglia hanno dei parenti di primo grado che sono stati colpiti da tale tumore) oppure nei pazienti che in precedenza hanno subito un intervento di polipectomia endoscopica in cui si è rilevato come fosse necessario giungere ad altri accertamenti.

Fonti e bibliografie

  • Harrison Principi di Medicina interna. Dennis L. Kasper Anthony S. Fauci Dan L. Longo Stephen L. Hauser J. Larry Jameson Joseph Loscalzo; Ed. Ambrosiana; 2018
  • Sitaraman and Friedman’s Essentials of Gastroenterology. Lawrence S. Friedman, Shanthi Sitaraman; Ed. Wiley-Blackwell; 2018
  • Manuale di Chirurgia Generale. Davide F. D’Amico; Ed. Piccin; 2018
Lorenzo