Nella maggior parte dei casi, per questa condizione il sangue proviene dal retto o dalla sigmoidea. Ad ogni modo, la rettorragia può anche avere una correlazione con i sanguinamenti che sono drenati all’interno del retto, ma che in realtà non provengono da quest’ultimo (come ad esempio nel caso in cui il paziente sia stato colpito da carcinoma dell’utero).
Tra le principali caratteristiche di questo disturbo troviamo sicuramente la colorazione rosso vivo del sangue che fuoriesce dall’ano. Nel caso in cui si riscontrasse la presenza di sangue dalla colorazione rossa più scura, allora significa che è in corso un’emorragia che ha colpito le zone digestive superiori. Si tratta di un’indicazione che, però, non è valida nel caso in cui siano in atto delle emorragie superiori correlate ad un transito intestinale più rapido, che possono comportare anche l’espulsione delle feci che si mischiano insieme al sangue rosso. Nel caso in cui si dovessero rilevare delle striature di sangue all’interno della carta igienica, insieme ad un dolore anale difficilmente sopportabile nel corso della defecazione, allora si tratta di un sintomo che può essere connesso alle ragadi anali.
In alcuni casi, questo disturbo può essere certamente causato anche dalle emorroidi. Infatti, quest’ultime, nel momento in cui si trovano nei pressi dell’ano, nel corso della defecazione vengono sottoposte ad uno sfregamento insieme alle feci. Nel caso in cui abbiano già subito un processo di infiammazione, ecco che può avvenire la contaminazione e, di conseguenza, può avere luogo il sanguinamento. Nel caso in cui le feci apparissero solamente con una colorazione rossa, ma non siano sanguinolente, allora ciò potrebbe semplicemente derivare dal tipo di cibo che avete consumato. In quest’ultimo caso, infatti, è possibile che tale colorazione delle feci derivi da cibi come frutta rossa, barbabietole e pomodori. La rettorragia, in ogni caso, si può considerare come uno dei sintomi più diffusi della patologia emorroidale. Come abbiamo già avuto modo di dire, però, quando si rinviene del sangue all’interno delle feci è fondamentale svolgere tutti gli esami del caso, in maniera tale da accertare se tale disturbo non sia per caso collegato ad altre malattie più gravi, come ad esempio alcune tipologie di tumore del colon-retto.
Nel caso in cui l’emorragia sia insorta a gocce, che vengono individuate in seguito alla defecazione, il disturbo principale collegato è quello relativo alle emorroidi prolassate. Quando invece si trova del sangue direttamente sulla carta igienica, oppure ci siano delle strisce di ridotte dimensioni sulle feci si può notare una ragade anale, ma anche nel momento in cui si sviluppano degli episodi di diarrea con sintomi emorragici, allora la causa è strettamente legata con un’infezione. Un ottimo esempio potrebbe essere rappresentato dalla colite ulcerosa. In altri casi, invece, la fuoriuscita di sangue non ha alcun tipo di legame con la defecazione: in tutti questi casi, quindi, il problema reale potrebbe essere collegato ad un’angiodisplasia. Nel caso in cui ci sia una massa tumorale, invece, sia il sangue che le feci saranno presenti, ma in maniera mista.
Tra le possibili cause di questo disturbo troviamo sicuramente la colite ischemica, la colite ulcerosa, l’amebiasi, l’angiodisplasia, la diverticolite, la gastroenterite, il morbo di Chron, le emorroidi, il diverticolo di Meckel, le ragadi anali, il tumore dell’ovaio, il tumore del colon-retto, la salmonella.
Il paziente deve recarsi In Pronto Soccorso solamente per i casi più gravi, visto che andarci solamente per un lieve episodio di rettorragia non ha alcuna utilità, soprattutto nel momento in cui insorge senza altri sintomi particolari. Invece, è fondamentale recarsi immediatamente al Pronto Soccorso nel caso in cui il sanguinamento è notevole ed è correlato a dolore nella zona addominale oppure dolore anale, ma anche nel caso in cui il paziente sia in terapia con dei farmaci anticoagulanti (come la warfarina). In ogni caso, fin dal primo episodio, per i casi di minore gravità, è bene comunque informare il proprio medico curante, soprattutto nel caso in cui il paziente non sia stato sottoposto ad alcun tipo di colonscopia nel corso degli ultimi cinque anni, ha sofferto in passato di neoplasia benigna (un polipo ad esempio) oppure maligna (un cancro del colon) o ha una diagnosi confermato di patologia infiammatoria cronica relativa all’intestino (e in questo caso le cause possono corrispondere al morbo di Chron o alla rettocolite ulcerosa). In ogni caso, la rettorragia è un disturbo che non deve mai essere preso sotto gamba, dal momento che è sempre meglio consultare un medico ed evitare di fare finta di nulla.