Questo tendine svolge la funzione di collegare la rotula con la tibia e si estende in maniera longitudinale in una collocazione centrale rispetto alla rotula. Ecco spiegato il motivo per cui si può trovare con grandissima facilità proprio al di sotto della rotula e appena sopra la parte superiore della tibia.
Il tendine rotuleo presenta una forma tipicamente piatta, con una lunghezza che si aggira intorno ad otto centimetri e una larghezza pari a circa quattro centimetri.
Questo tendine ha la capacità di sostenere delle tensioni che possono arrivare fino a otto volte il peso del corpo. Secondo diversi teorici, questo tendine si può definire anomalo, dal momento che presenta numerosi aspetti in comune con un legamento.
Ecco spiegato il motivo per cui, tantissime volte, questo tendine viene chiamato anche con il nome di legamento rotuleo oppure legamento patellare e si può considerare come la vera e propria prosecuzione di un altro tendine, ovvero quello del quadricipite.
Questa struttura, piuttosto di frequente, viene colpita da processi infiammatori.
Tra i soggetti che sono potenzialmente più a rischio troviamo gli atleti professionisti di un gran numero di sport, tra cui calcio, rugby, pallacanestro e tennis, in cui la stimolazione del tendine è frequente e, in alcuni casi, decisamente improvvisa.
Si tratta di una patologia che, però, può colpire anche tante persone che passano diverso tempo della giornata in macchina, così come gli autotrasportatori.
Sintomi e cura
I sintomi sono da ricollegarsi essenzialmente a quelli tipici di ogni processo infiammatorio. Il dolore, infatti, si concentra spesso nella zona inferiore della rotula e si intensifica con lo sforzo, soprattutto dopo dei salti oppure dei piegamenti del ginocchio. Quando il dolore non viene curato in maniera adeguata, ecco che può insorgere con sempre maggiore frequenza, anche nel momento in cui il paziente si trova a riposo.
Tra gli altri sintomi caratteristici dell’infiammazione troviamo gonfiore, rossore nella zona colpita e una notevole complicazione nell’estensione della gamba. Per il trattamento della tendinite rotulea, la prima cosa da fare è quella di bloccare l’attività fisica per alcune settimane.
Durante la fase acuta viene indicata l’assunzione di farmaci FANS, mentre nei primi due giorni che seguono l’insorgere dell’infiammazione si può sfruttare una borsa del ghiaccio da applicare diverse volte al giorno, per almeno 10-15 minuti.
Già dai primi giorni che seguono tale problematica, il paziente deve eseguire uno stretching che coinvolge i muscoli posteriori della coscia (quelli che vengono chiamati ischiocrurali), mentre i vari esercizi di potenziamento vengono ripresi nel momento in cui il dolore comincia a diminuire e solamente in seguito ad un adeguato consulto con il medico curante.
Per rendere più rapida la guarigione da questo tipo di infiammazione, si consigliano anche terapie accessorie, come ad esempio ipertermia, onde d’urto, laserterapia e Tecar. Nella maggior parte dei giorni una tendinite rotulea si può curare nel giro di poche settimane.
L’operazione chirurgica viene lasciata proprio come ultima spiaggia, solamente nei casi in cui la tendinite diventa cronica e nessuna cura riabilitativa ha una benché minima efficacia. In ogni caso, l’operazione viene effettuata in artroscopia e comporta l’incisione di una particolare area del tendine che andrà a fungere da stimolo per la rigenerazione spontanea.
Cosa succede in caso di rottura del tendine rotuleo
La rottura di questo tendine è uno di quegli eventi che insorgono molto raramente, visto che il meccanismo deve essere notevolmente violento, come ad esempio il salto verso il basso eseguito da una certa altezza.
In ogni caso, ci sono delle condizioni, che possono essere patologiche o meno, che possono operare come fattori di rischio.
Tra le varie condizioni troviamo la patologia di Sinding-Larsen-Johansson, l’impiego del terzo centrale per ricostruire il legamento centrale anteriore, un impiego troppo alto di corticosteroidi e un consumo eccessivo di steroidi anabolizzanti, così come delle tendinopatie croniche inserzionali rotulee.
Chi subisce la rottura di tale tendine prova un dolore notevolmente intenso, al punto tale che non riesce nemmeno a piegare o ad estendere il ginocchio, con quest’ultimo che denota rossore, calore, tumefazione e gonfiore.
La diagnosi corretta può certamente derivare da un’ecografia piuttosto che da una risonanza magnetica: in modo particolare, quest’ultimo è l’esame migliore visto che riesce ad essere più specifico per quanto riguarda la gravità della patologia.
Nel caso in cui, invece, si fosse verificata solamente una rottura parziale del tendine rotuleo, allora la cura prevede, nella maggior parte dei casi, all’immobilizzazione, in estensione completa per circa un mese.
In seguito, poi si dovrà provvedere all’organizzazione di un programma di riabilitazione in cui il paziente dovrà mantenere sempre la massima pazienza e cautela nell’esecuzione dei movimenti. Nel momento in cui la rottura è totale (ma anche nel caso in cui sia parziale, ma con un’importante degenerazione tendinea), allora l’intervento chirurgico è fondamentale.
Fonti e bibliografie
- GIOT, Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia.
- SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia.
- https://siot.it/
- Manuale di ortopedia e traumatologia. Federico A. Grassi, Ugo E. Pazzaglia, Giorgio Pilato; Ed.Elsevier.