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Glucagone: l’anti-insulina per rialzare la glicemia

Pubblicato da
Lorenzo

L’essere umano ha nell’organismo un sistema di regolazione che permette di mantenere la glicemia entro un certo range, cioè la concentrazione di glucosio viene disciolta nel sangue. Avere una glicemia costante è importante per la sopravvivenza cerebrale perché esso, a differenza per esempio dei muscoli, non ha la capacità di immagazzinare il glucosio, quindi il glucosio ematico è l’unico carburante che ha.

Il cervello utilizza energia in modo costante, indipendentemente dalle attività che il soggetto compie. In assenza di glucosio le cellule del cervello muoiono, per questo l’organismo sano, normale ha un sistema di regolazione della glicemia che si basa su due ormoni antagonisti, cioè il glucagone e l’insulina.

L’insulina serve a livello metabolico per accumulare glicogeno nei muscoli e nel fegato, per spingere la formazione di trigliceridi partendo da proteine e carboidrati e per promuovere l’immagazzinamento di grassi nei tessuti adiposi. Essa deprime invece il consumo di proteine e grassi, favorendo i carboidrati, ovvero l’insulina stimola le cellule a bruciare i carboidrati anziché proteine e grassi.

Il glucagone nel metabolismo ha effetti contrari, cioè favorisce la liberazione del glicogeno dal fegato, il quale si riversa come glucosio nel sangue. Interviene inoltre promuovendo il consumo di proteine e grassi in sfavore questa volta dei carboidrati, o meglio spinge le cellule a consumare grassi e proteine piuttosto che carboidrati, promuovendo anche la mobilizzazione di sostanza lipidica dai tessuti adiposi, rendendoli disponibili come energia.

A cosa serve il glucagone

Il glucagone, scoperto dal Nobel Christian De Duve, è un ormone dalla natura polipeptidica proteica che viene sintetizzato e secreto dal pancreas, nella parte endocrina e precisamente dalle cellule di tipo alfa delle cosiddette isole di Langerhans, che hanno come bersaglio favorito certe cellule del fegato. Il calo di glicemia, cioè del quantitativo di glucosio che è presente nel sangue, rappresenta uno stimolo per la secrezione di questo ormone: è un iperglicemizzante, cioè permette il controllo del livello di glucosio a livello ematico, in modo che rimanga entro i limiti opportuni. Il glucagone è la sostanza antagonista quindi dell’insulina e la sua azione agisce promuovendo la glicogenolisi, cioè la produzione di glucosio, a livello epatico.

Esso inibisce la glicogenosintesi e invece al contrario stimola la produzione di glucosio partendo da alcuni amminoacidi, dal glicerolo e dall’acido lattico, quindi stimola in pratica la cosiddetta gluconeogenesi. Il glucagone non stimola la produzione di glucosio nei muscoli, perché è sensibile all’adrenalina, che non trova invece a livello epatico. In caso di crisi ipoglicemica, cioè se il glucosio va al di sotto della soglia 80-100 mg /dl, quindi il glucagone può agire alleviando i sintomi in caso di una dose eccessiva di insulina o di ipoglicemizzanti. Quando le cellule beta producono glucagone a seguito di ipoglicemia, questo si lega subito ai recettori che sono presenti sugli epatociti e si va attivando la degradazione del glicogeno, la glicogenolisi, e il glucosio viene rilasciato nel sangue. Questo perché questo ormone attiva un enzima, il glicogeno fosforilasi e inibisce  invece l’enzima glicogeno sintetasi. Lo stimolo maggiore per questo ormone è dato dal digiuno e da un’attività fisica intensa e prolungata.

Oltre a questo il glucagone agisce:

  • favorendo la sintesi di catecolamine nei surreni
  • aumenta invece l’attività di contrazione del cuore, cioè l’azione inotropa positiva
  • interviene anche a livello metabolico stimolando lo smaltimento di acidi grassi nel tessuto adiposo, favorendo l’ossidazione e inibendone la formazione.

Anche se glucagone e insulina sono antagonisti in realtà essi intervengono in sinergia quando vengono introdotte proteine e amminoacidi, perché l’insulina determina l’accumulo di amminoacidi (si parla di proteo sintesi) a livello dei tessuti, mentre il glucagone previene la glicemia causata dall’altra.

Come si assume il glucagone

Il glucagone è un ormone che viene somministrato con un iniezione per via sottocutanea, endovenosa oppure intramuscolare. In alcuni casi esso richiede una somministrazione tempestiva, infatti coloro che sono affetti da diabete mellito di tipo 1 per esempio sono soliti averlo sempre con sé nel caso pervenga una crisi di ipoglicemia severa, condizione che rende l’assunzione di zuccheri per bocca non possibile. Chi gira con una persona affetta da questa patologia è bene sappia dove viene custodito, in modo da poter intervenire in soccorso casomai serva.

Il glucagone viene per questo spesso venduto anche in kit trasportabili, con l’ormone  e una sostanza per sciogliercelo. Gli adulti possono prendere una dose (sono preconfezionate), se invece si tratta di somministrarlo a un bambino sotto ai 25 chili di peso non va dato un dosaggio sopra la mezza dose standard. Il metodo di iniezione più usato è quello intramuscolare, in zone ampie come la coscia o il gluteo. Di norma in 10 minuti la persona poi torna allo stato di coscienza, per evitare ricadute si somministra poi qualcosa di dolce.

Effetti collaterali

Tra gli effetti collaterali più comuni figurano vomito e nausea, specialmente se il dosaggio è superiore a 1 mg o se l’iniezione di glucagone è stata effettuata troppo rapidamente. Questo ormone è inoltre in grado di far aumentare i battiti cardiaci, tachicardia. Raramente si sono avuti casi con manifestazioni di ipersensibilità.

Controindicazioni e avvertenze

Il glucagone non ha mai dimostrato dare problemi per quanto riguarda la guida e l’uso di macchinari. Dal momento che esso non attraversa la barriera placentare, non si sono mai avuti effetti dannosi quando assunto in gravidanza, né sul feto o sul neonato. La quantità inoltre escreta dalle donne in allattamento, anche a seguito di una crisi ipoglicemica, è estremamente bassa, anche perché il glucagone viene disattivato a livello del tubo digerente, non può essere assorbito nella sua composizione integra e quindi non può avere effetti metabolici nel lattante. Non c’è quindi alcun utilizzo controindicato in questo ormone durante la gravidanza e l’allattamento.

Glucagone e dimagrimento

Il glucagone può essere un elemento da tenere in considerazione se si desidera un aiuto nel dimagrimento, infatti tenere basso il valore della glicemia e dell’insulina può far entrare in attività il glucagone, l’ormone anche detto “del digiuno”. Esso svolge un’azione sul fegato liberandolo dal glucosio e bloccando la formazione di grassi nel fegato. Queste azioni sono ottime per ridurre la circonferenza addominale e per calare di peso. Il glucagone infatti agisce sugli adipociti, svuotandoli.

Lorenzo