Per questo motivo, la resistenza rispetto alle sollecitazioni funzionali si riduce e, nel caso in cui la patologia si trovi in una fase decisamente avanzata, comportando anche uno spessore sempre più ridotto, così come uno spazio minore tra le vertebre.
Questa situazione è in grado di provocare una diminuzione della larghezza dei forami mediante i quali le radici nervose emergono dal canale vertebrale; al tempo stesso insorge una condizione di notevole instabilità per colpa di un movimento troppo elevato tra le varie vertebre che può portare, in alcuni casi, anche ad uno scivolamento in avanti di una vertebra.
Quali sono i sintomi più diffusi della discopatia lombare
Questo tipo di discopatia può colpire unicamente un disco oppure può riguarda un numero maggiore di dischi. Di solito, i livelli a cui insorge più di frequente sono L4-L5 e L5-S1.
Nella lombalgia acuta il dolore lombare fa soffrire in modo particolare il paziente, provocando una notevole difficoltà a conservare una posizione eretta. Nel momento in cui il dolore diventa cronico, ecco che comincia man mano ad essere meno intenso, ma al tempo stesso insorge più spesso fino a quando non si può definire continuo.
Come si arriva ad una diagnosi di discopatia lombare e le principali cause
Tra le cause più diffuse della discopatia lombare e cervicale, ci possono essere quelle di natura traumatica, di natura degenerativa, di natura infettiva, infiammatoria oppure autoimmune.
La discopatia traumatica può insorgere improvvisamente per colpa di uno sforzo troppo intenso. La tipologia degenerativa può attaccare in modo particolare le persone più anziane, ma tante volte può derivare anche da cause congenite, vascolari, così come può essere legata al sovrappeso e alla sedentarietà.
La discopatia infettiva, invece, può insorgere per via di alcune infezioni che vengono causate dallo strafilococco, così come dallo streptococco o dalla tubercolosi disco-vertebrale, ma anche per colpa della febbre di Malta. Infine, la discopatia infiammatoria e quella autoimmune possono attaccare le persone più giovani e vengono provocate da sostanze infiammatorie che si trovano all’interno del disco vertebrale.
Qual è la soluzione chirurgica migliore per la discopatia lombare
Nel momento in cui il dolore diventa veramente insopportabile, ecco che il paziente deve fare i conti con delle sollecitazioni funzionali piuttosto ridotte e nessuna terapia medica o fisioterapica è in grado di portare a buoni risultati. Per questa ragione, solamente in queste occasioni, si può optare anche per un trattamento chirurgico.
Ci sono diverse tipologie di interventi chirurgici, che si suddividono in modo particolare tra tecniche mini invasive, come ad esempio la radiofrequenza oppure la termocoagulazione discale (detta anche IDET), e le tecniche di artrodesi. Di solito le prime tecniche mini invasive vengono impiegati nelle situazioni meno gravi, eseguite in regime di Day Hospital.
Come si svolge l’artrodesi vertebrale
L’artrodesi vertebrale si può considerare come l’intervento chirurgico più diffuso in tutto il mondo e prevede l’asportazione del disco intervertebrale danneggiato e comporta anche l’impianto di spaziatori di metallo oppure di carboni tra le vertebre coinvolte, insieme chiaramente alla collocazione delle viti in tali zone.
Anche se si può considerare come un’operazione chirurgica piuttosto invasiva, in realtà è in grado di garantire ottimi risultati nei confronti del dolore, così come necessita di non troppi giorni di degenza e un recupero post-operatorio particolarmente veloce.
La degenza, nella maggior parte dei casi, ha una durata pari a circa quattro giorni: il paziente ritorna a camminare nel corso del secondo giorno dopo l’operazione e non c’è quasi mai l’esigenza di usare un busto.
Quali sono i rimedi migliori da attuare
Nel corso della fase acuta, è fondamentale stare a riposo, evitare quindi troppo movimento, così come non sollevare pesi o recarsi in palestra.
In alcuni casi i corsetti lombari possono essere utili specialmente negli episodi acuti. Il trattamento vero e proprio a base di farmaci deve prevedere la somministrazione di medicinali antinfiammatori evitando l’impiego di farmaci antidolorifici, che possono avere un maggiore o minore peso specifico, che non riescono ad avere alcun tipo di efficaci nel bloccare la catena patogenetica relativa al dolore lombare, in cui senza ombra di dubbio l’infiammazione è l’elemento principale.
Solamente dopo che è stata trovata una cura efficace per la fase di acuzie, si può procedere con il trattamento riabilitativo, in ogni sua forma. Per quanto riguarda la prevenzione, è importante evidenziare come è fondamentale una certa igiene della colonna vertebrale, ovvero cercare di limitare il più possibile il sovraccarico funzionale. Senza ombra di dubbio, prima di effettuare delle indagini strumentali, è fondamentale capire bene la situazione.
Ecco spiegato il motivo per cui una persona che soffre di tale patologia per la prima volta con un primo episodio acuto e isolato non dovrebbe porsi il problema di approfondire il disturbo tramite la diagnostica per immagini. Nel caso in cui invece il problema e il dolore si ripetano nel tempo e diano davvero fastidio, allora il primo passo non può che essere quello di svolgere un esame clinico ed anamnestico.
Il primo esame diagnostico è rappresentato dall’indagine radiografica normale: solamente dopo aver individuato qualcosa d’altro, allora si potrà far eseguire al paziente una risonanza magnetica per approfondire la questione.
Fonti e bibliografie
- Sistema Nervoso – Neurologia – Neurochirurgia – Neuroradiologia. P. Barone, A. Brunetti, P. Cappabianca, A. Filla, M. Gangemi, E. Maiuri, L. Santoro; Ed. Idelson-Gnocchi; 2012
- Medicina di emergenza e di pronto soccorso – IV edizione completamente rivista e aggiornata. Balzanelli – Miniello – Ristagno – Berlot – Sinagra – Locatelli – Astuto – AAVV; Ed. CIC Edizioni Internazionali; 2018
- Il Bergamini di Neurologia. Roberto Miutani, Leonardo Lopiano, Luca Durelli, A. Mauro, A. Chiò; Ed. Cortina Torino; 2017