Se avete intenzione di coltivare una pianta di pistacchio in ambito domestico (o quasi) sappiate che non si tratta di un’impresa impossibile, soprattutto se vi trovate nel Mezzogiorno della Penisola (non è certo un caso che una buona parte dei pistacchi italiani provengano dalla Sicilia). Ma come coltivare la pianta di pistacchio cercando di ottenere buoni risultati? E in che modo poterla potare?
Il pistacchio, il cui nome scientifico è Pistacia vera, è una pianta che appartiene alla famiglia delle Anacardiaceae e può raggiungere un’altezza massima di 10 metri. In origine la pianta era tipica dei territori del Turkestan, della Siria e soprattutto dell’ Iran, il quale risulta essere il maggiore paese produttore a livello mondiale dei questi squisiti frutti.
Un’altra caratteristica peculiare della pianta di pistacchio è senza dubbio la sua longevità: infatti la pianta del pistacchio raggiunge anche i 300 anni d’età. Ai fini produttivi, la pianta è solitamente mantenuta bassa, all’altezza di circa 5 metri, per questioni di comodità. Ma oltre alla coltivazione dei pistacchi, questo albero può esser piantato anche a scopi ornamentali: infatti i suoi frutti hanno un bellissimo aspetto prima di raggiungere la loro effettiva maturazione.
Per quanto invece riguarda i suoi fiori, essi sono solitamente raggruppati in alcune specie di pannocchie, che presentano una lunghezza variabile dai 5 ai 10 cm, e rimangono presenti fino al mese di maggio.
La pianta di pistacchio possiede una forte capacità di adattamento, anche se gradisce terreni aridi e ricchi di calcare e calcio. La posizione ideale per la sua coltura è certamente la collina, anche se la pianura è comunque un buon territorio su cui attecchire.
Unica controindicazione per la sua coltivazione, è quella di evitare di far ristagnare l’acqua alle radici, e per tale motivo è bene piantare tale arbusto lontano da fonti acquifere, o da terreni ricchi d’argilla, e quindi più soggetti ad accumulare liquidi in profondità.
Per quanto riguarda invece le condizioni climatiche ideali, la pianta di pistacchio necessita di temperature miti, anche se durante l’ inverno è capace di sopportare temperature anche di 15 gradi sotto zero.
Ciononostante, nella fase di geminatura e fioritura è bene che il pistacchio stia ad una temperatura compresa tra i 7 e i 10 gradi: infatti possibili gelate ne inficiano gravemente la produttività.
Per poter coltivare il pistacchio è anzitutto necessario mettere a dimora delle piantine già innestate in vivaio di almeno 1-2 anni di età. Durante il momento dell’impianto sarà molto importante cercare di correggere le eventuali carenze del suolo e cercare di arricchire il terreno con sostanze nutrienti per le piante (il vostro giardiniere di riferimento potrebbe consigliarvi il fosforo e il potassio).
Per quanto attiene la concimazione, la stessa potrà essere effettuata con cadena annua, e sarà differente sulla base del periodo di sviluppo: le piante giovani ad esempio richiedono un’aggiunta di azoto pari a 300 – 600 grammi di nitrato di ammonico. Per le piante che sono già in fase produttiva, è certamente meglio privilegiare concimi ternari, da somministrare in primavera.
Per la potatura del pistacchio ricordiamo che, innanzitutto, è consigliabile cimare la pianta all’altezza di circa un metro, cominciando dalla messa a dimora. Nelle stagioni autunnali – invernali a quella della messa a dimora, è opportuno effettuare il taglio dei rametti laterali, in maniera tale che possa essere favorito lo sviluppo di 3 – 4 gemme nella parte alta del fusto. Con la pianta a riposo, meglio altresì cimare i germogli che si sviluppano durante l’estate e nell’autunno – inverno successivi.
Quando vi avvicinate alla potatura del pistacchio, la prima cosa da fare è ricordare che la pianta fruttifica sul legno di due anni; alla fine della stagione invernale sarà dunque sufficiente un leggero diradamento della chioma, che sia volto a liminare i rami deperiti o troppo secchi, e favorire l’arieggiamento e la buona illuminazione della vegetazione.
Infine, si rammenta che la procedura di potatura del pistacchio dovrà assumere in considerazione anche il fatto che potrebbe essere opportuno ricorrere all’alternanza di produzione a cui il pistacchio è soggetto: in altri termini, per poter disporre di abbondanti produzioni ogni due anni, potrebbe essere consigliabile procedere a una potatura verde da effettuarsi nel mese di maggio – giugno, eliminando le gemme a frutto e favorendo così una c.d. “annata di scarica”.
Come già detto ad inizio articolo, in Italia la varietà più prestigiosa e coltivata di pistacchi è rappresentata da quelli di Bronte, che assieme alla qualità Napoletana, alla Cerasola, alla Ragalina e all’Insolia, costituiscono le principali tipologie di frutti nel nostro territorio.
Per ciò che riguarda invece le varietà straniere, tra le più famose rientrano le seguenti tipologie:
Di norma il pistacchio viene colto nel mese di agosto, anche se la sua totale raccolta va effettuata in più turni, in quanto il frutto ha una maturazione lenta e spesso tardiva. Una volta raccolto, il pistacchio va fatto poi essiccare per 3 o 4 giorni, una volta tolto il mallo che lo ricopre.