Il coledoco si apre nella seconda metà del duodeno, riversandovi quindi i liquidi contenuti, che finiscono nell’intestino tenue. Nella parte superiore questo tubicino è sostanzialmente la continuazione del dotto epatico.
Si tratta quindi in realtà di un unico canale unitario, che prende la denominazione di coledoco dal momento in cui il dotto cistico, che proviene dalla cistifellea, si unisce con quello epatico che proviene dal fegato. Non a caso il coledoco è altrimenti chiamato dotto biliare comune.
Quando nella parte inferiore il coledoco si apre in direzione del duodeno (intestino tenue) si fonde con il dotto pancreatico maggiore, il quale trasporta succhi digestivi prodotti dal pancreas e ricchi di enzimi. Dove si fonde il coledoco con il dotto pancreatico si forma un breve canale unitario, leggermente slargato, che viene comunemente chiamato ampolla di Vater.
Questo non si apre nel duodeno direttamente, ma viene controllato da una struttura muscolare liscia che fa da sfintere, che prende il nome di sfintere di Oddi. Questa valvola permette di non fare riversare i succhi pancreatici e la bile continuamente nell’intestino, ma è un processo che avviene in corrispondenza dei pasti.
La presenza di cibo nel piloro e nel lume dell’intestino stimola l’apertura di questa valvola. Nella maggior parte dei casi il coledoco e il dotto pancratico si uniscono prima di gettarsi nel duodeno, ma non è così raro trovare varianti anatomiche che rientrano comunque nella normalità.
Il coledoco quindi si può dividere in 4 porzioni che decorrono nella zona epato-duodenale:
Dal punto di vista istologico il coledoco è costituito da una tonaca muscolare esterna e da una tonaca mucosa interna. Quest’ultima è costituita da epitelio di rivestimento: ha cellule alte di forma cilindrica e dotate di microvilli, e cellule che secernono muco.
La lamina interna ospita quindi ghiandole biliari che secernono sempre una sostanza mucosa e in certi casi queste possono essere posizionate in profondità, nella tonaca esterna muscolare.
La tonaca muscolare esterna al coledoco è costituita da fibre muscolari di tipo liscio, intervallate fra loro da fibre di collagene. Questa parte tende ad ispessirsi mano a mano che si avvicina allo sfintere epatopancreatico di Oddi.
Il coledoco nell’embrione si forma a partire dalla proliferazione cellulare di dotto epatico e cistico, a seguito della formazione della parete destra del duodeno. Considerando la sua origine di formazione il coledoco va considerato come un dotto escretore del fegato, quindi la sua funzione ufficiale è quella di trasportare i liquidi da questo organo eventualmente accumulati nella colecisti.
I succhi biliari e del pancreas sono elementi fondamentali per la digestione umana e precisamente per i processi che avvengono a livello del duodeno.
Questi rappresentano sostanze chiave per il corretto assorbimento dei nutrienti che vengono introdotti con l’alimentazione. La bile viene secreta nei canalicoli biliari e viene convogliata nei dotti epatici.
Quando lo sfintere di Oddi si chiude tra un pasto e l’altro, viene favorito lo stoccaggio di liquidi nella cistifellea. A seguito dei pasti il cibo presente nel tratto iniziale del duodeno determina la contrazione della colecisti e la conseguente espulsione della bile, attraverso il coledoco, nell’ampolla di Vater. La bile entra quindi nel duodeno con il succo del pancreas e lo sfintere si rilassa.
Il coledoco non è immune da malattie, infatti non sono rari disturbi a carico di questa struttura anatomica.
Le patologie legate al coledoco vengono diagnosticate con un esplorazione fatta con coledoco scopia, attraverso le vie biliari.