Di solito quando si parla di apoplessia ci si riferisce a quella cerebrale, conosciuta anche come ictus o colpo apoplettico.
A seguito di questa si arrestano improvvisamente alcune funzioni cerebrali e segue di solito uno stato di coma.
L’ictus tuttavia può essere emorragico o anche ischemico, cioè può essere provocato da una mancanza di flusso sanguigno, e non da una perdita di sangue, a livello cerebrale. Ad ogni modo il termine viene usato anche per indicare altre condizioni patologiche che sono date da emorragia, con perdita della funzionalità.
Il termine apoplessia viene usato in modo generalizzato per indicare condizioni in cui si perdono alcune funzionalità a seguito di una improvvisa emorragia in una data zona.
L’apoplessia può distinguersi quindi in funzione della parte del corpo interessata.
Le tipologie di apoplessia più note e diffuse sono:
Le cause che scatenano l’ apoplessia, quindi l’emorragia che porta al danneggiamento dei tessuti e degli organi interessati, sono di solito da ricondurre a disturbi, compromissioni, alterazioni del sistema cardiovascolare.
Questi fattori variano comunque molto in base alle tipologie viste. Nel caso dell’apoplessia cerebrale la causa che provoca l’insorgenza dell’emorragia è spesso: aneurisma, ipertensione cronica, trauma cerebrale, malformazioni arterio-venose congenite, trombosi, embolia.
L’apoplessia pituitaria è provocata invece spesso dalla presenza di un cosiddetto adenoma ipofisario, anche se l’esatta causa che innesca il meccanismo non è del tutto chiara ancora. Molti ritengono che questo tipo di apoplessia possa essere data da un incremento delle dimensioni dell’adenoma, il quale va a comprimere strutture che sono adiacenti ad esso, provocando poi i danni in questione.
L’apoplessia utero-placentare è invece una forma grave di distacco della placenta, in pratica una complicanza grave della gravidanza in cui si assiste al distacco totale o parziale della placenta dall’utero, precedentemente al compimento del parto. A causare questo distacco può essere un trauma, o anche la conseguenza di altre patologie delle quali soffre la gestante.
Gli strumenti impiegati per fare la diagnosi dell’apoplessia sono diversi e possono variare a seconda del tipo di apoplessia. In linea di massima comunque si può dire che gli strumenti diagnostici usati per individuare questa condizione patologica sono:
I sintomi possono variare in base alla tipologia di apoplessia. I sintomi dell’ apoplessia cerebrale sono: difficoltà di deambulazione, di parola (afasia), di vedere con gli occhi, dolore alla testa, paralisi di parti del corpo, nausea, vomito, tachicardia.
I sintomi invece dell’apoplessia pituitaria determinano l’insorgenza di mal di testa, in particolare nella zona dei bulbi oculari, delle tempie, poi vomito, nausea, disturbi alla capacità visiva.
In alcuni casi con questo tipo di apoplessia si manifestano rigidità del collo, diminuzione dello stato di coscienza, fotofobia. I pazienti che sono stati colpiti da apoplessia, va ricordato, molto spesso mostrano un deficit nella secrezione degli ormoni cortisolo e adrenocorticotropo, determinato dall’adenoma ipofisario, che può in alcuni casi condurre anche al collasso circolatorio.
In caso di apoplessia utero placentare, le donne colpite possono mostrare sintomi come: continue contrazioni uterine, perdite di sangue vaginali, ipotensione, tachicardia, shock. In questo caso ne soffre molto anche il feto in grembo.
Il trattamento per l’apoplessia dipende dalla tipologia da trattare. Nella fase acuta comunque si interviene in primo luogo cercando di sopperire alle funzioni vitali che sono state compromesse, in particolare con un’assistenza respiratoria, cardio circolatoria.
Viene tenuti sotto controllo l’intestino e la vescica, si procede all’idratazione del soggetto e alla sua nutrizione. Dopodiché si procede con una riabilitazione che è diversa a seconda dei casi, alcune volte può essere necessario un supporto psicologico.
In caso dell’apoplessia cerebrale la prima cosa è quella di bloccare o comunque controllare l’emorragia con la somministrazione di farmaci adeguati con azione coagulante. Se l’emorragia tuttavia è stata cospicua è necessario un intervento chirurgico al fine di rimuovere il sangue fuoriuscito, così da evitare che questo dia luogo ad una pressione cerebrale.
Successivamente il paziente è bene venga tenuto sotto osservazione. In base alle cause dell’ apoplessia cerebrale potrebbe comunque essere necessaria un’operazione chirurgica.
La riabilitazione per questo tipo di apoplessia è un percorso lungo, perché è mirata al recupero di tutte o quante più possibili funzionalità che sono state compromesse a causa dell’emorragia.
Il trattamento per l’apoplessia pituitaria deve partire dalla stabilizzazione dell’apparato circolatorio. Di solito avviene somministrando dei corticosteroidi ad alto dosaggio, al fine di sopperire ai deficit sviluppati dai pazienti. A volte è necessario il ricorso ad un intervento chirurgico, urgente se i sintomi sono alla vista e se si manifesta paralisi del nervo oculomotore.
In caso di apoplessia utero placentare il ginecologo può decidere se fare un taglio cesareo al fine di salvaguardare il bambino. Per bloccare l’emorragia in questi casi infatti la terapia farmacologica potrebbe non bastare, quindi è possibile intervenire solamente con un intervento chirurgico. Nei casi più gravi è possibile che si sia costretti all’asportazione dell’utero, l’isterectomia. Il feto comunque ne soffre in tutti i casi.