Il kiwi è un apprezzato frutto dell’actinidia chinensis, una pianta rampicante piuttosto forte, molto diffusa in Asia e in Australia, e sicuramente tanto conosciuta qui da noi: in Italia l’introduzione di questo frutto è inoltre relativamente recente, e il merito si deve principalmente alla diffusione dei kiwi di origine neozelandese. Nonostante tale carattere “esotico“, si deve comunque ritenere come la coltivazione dell’actinidia in Italia abbia comunque ottenuto un successo sicuramente confortante, tanto che oggi il nostro Paese è il maggior produttore mondiale di kiwi.
Le prime coltivazioni di actinidia chinensis si diffusero inizialmente solo in Trentino, per poi divenare ampiamente conosciute anche in Veneto, in Piemonte, in Friuli, nel Lazio, in Puglia e in Campania.
Come si presenta la pianta dei kiwi
La pianta, come abbiamo anticipato, si presenta come un rampicante piuttosto prolifico per quanto concerne i frutti, e dall’aspetto solido e vigoroso. Si tratta inoltre di una pianta dioica, con i fiori maschili ed i fiori femminili che sono presenti su piante diverse (si dice, in merito, che per poter ottenere un buon raccolto è necessaria almeno una pianta maschile ogni 5-6 piante femminili).
Come si effettua la potatura della pianta dei kiwi
La potatura dell’actinidia deve essere effettuata in maniera non dissimile da quanto si potrebbe effettuare con le viti per quanto attiene la tecnica e il periodo di intervento. Tuttavia, attenzione a non esagerare con le somiglianze, visto e considerto che le attinenze sono finite qui: l’actinidia viene infatti tendenzialmente lasciata un po’ più lunga e con più rami e gemme, visto e considerato che una singola pianta può ben sopportare più rami e più frutti rispetto a quanti invece ne sostiene una vite.
Quando si potano le piante dei kiwi
Le actinidie diventano oggetto di potatura nel corso dei mesi di febbraio e di marzo, ovvero alla fine della stagione invernale, quando è praticamente scongiurato il rischio di gelate intense.
Consigli
La potatura viene effettuata procedendo vicino alla base, individuando i rami che hanno fruttificato l’anno precedente. Sui restanti rami (cioè, quelli che nell’anno precedente non sono stati oggetto di fruttificazione) vengono invece lasciate circa 5 o 6 gemme. Inoltre, se alla base della pianta si creano dei succhioni vigorosi, si procede alla loro eliminazione e, allo stesso modo, si punta a eliminare rami rovinati o rami intrecciati o che ancora si sviluppano in maniera troppo fitta.
Non è inoltre escluso (dipende dalle caratteristiche ambientali, e per questo motivo vi consigliamo di parlarne con un esperto) che con cadenza biennale o triennale possa essere opportuno procedere a una potatura di svecchiamento, andando ad accorciare tutti i rami in maniera piuttosto ordinata, e limitandosi a lasciarne solo un paio con almeno 3 o 4 gemme (serve per poter favorire lo sviluppo di una vegetazione più forte, rischiando un raccolto scarso nell’anno in cui viene effettuata la potatura, ma raccolti molto più abbondanti in quelli successivi). Sempre in relazione ai principali suggerimenti di potatura, ricordiamo che se sulla pianta hanno già fatto la loro comparsa i frutti, di norma si cimano i rami che portano gli stessi, fino a 2-3 foglie dopo l’ultimo frutto, e si punta invece ad accorciare con gradualità i rami che non portano frutti.
Ad ogni modo, anche se quanto sopra sembra essere piuttosto “complicato” alle persone che non hanno ampia esperienza nel settore, ribadiamo in questa parte conclusiva che i kiwi sono piante piuttosto resistenti, soprattutto se sono stati messi a dimora da qualche tempo. Per evitare sgradite sorprese e possibili sofferenze, vi consigliamo di posizionarli in una zona del giardino riparata dal vento, concimandoli a base di stallatico ogni anno, a fine inverno. Annaffiateli in maniera generosa durante la stagione più calda, ma senza mai esagerare con l’umidità del terreno (o ancora peggio con acqua stagnante).