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Tracheotomia, una pratica per aprire una via secondaria alla respirazione

Pubblicato da
Lorenzo

Tale pratica chirurgica viene eseguita con frequenza nei pazienti che necessitano di intubazione endotracheale per periodo che generalmente superano una settimana, oppure prima di sottopore un paziente ad intervento chirurgico alla testa o al collo, che rendono dunque impossibile la normale intubazione.

Percutanea e chirurgica

La tracheotomia percutanea è una tecnica differente dalla quella tradizionale, e viene praticata in sala rianimazione direttamente al letto del malto, ed ha sostituito col passare del tempo, in terapia intensiva la pratica chirurgica.

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Per eseguire la tracheotomia percutanea si utilizza nel paziente un approccio dilatativo che serve a creare una apertura, ovvero uno stoma.

Essendo una procedura reversibile, viene impiegata in tutti quei pazienti che necessitano di una assistenza respiratoria artificiale prolungata.

Con il passare degli anni, sono stati diverse le tecniche percutanee proposte e gran parte di queste si rifanno all’originale. I principali metodi attuali sono:

  • Ciaglia Blue Dolphin, ovvero che utilizza un palloncino per dilatare la trachea
  • Blue Rhino, ovvero che utilizza un cono ricurvo
  • PercuTwist, ovvero che utilizza un vitone
  • Fantoni
  • Griggs

Mediante la tracheotomia chirurgica, si apre una nuova via respiratoria provvisoria, ed il paziente viene posto sul lettino chirurgico in maniera tale da poter iperestendere il collo, anche grazie all’ausilio di un cuscino gonfiabile sotto le spalle, poi successivamente viene rasata e disinfettata la superficie in cui verrà posizionata in un secondo momento la cannula, approssimativamente ad un centimetro al di sotto della cricoide.

Dopo aver reciso la cute, viene eseguita una sezione e saturazione dell’Istmo Tiroideo ed a seguire l’incisione del secondo e terzo anello della trachea, che può essere eseguito sia in senso orizzontale, che verticale, oppure a cerniera inferiore, ad H o a H rovesciata, creando in questa maniera lo stoma per inserire la cannula di cui sopra.

Tracheotomia di Fantoni

La tracheotomia di Fantoni, detta anche translaringea, è anch’essa una tecnica percutanea, che si realizza mediante una modalità esclusiva per creazione dello stoma. Attraverso le corde vocali del paziente, viene fatto passare un cono flessibile realizzato in plastica saldato alla cannula, e successivamente estratto dalla parte esterna del collo attraverso i tessuti pretracheli. Successivamente il cono viene estratto dalla cannula che si trova all’interno della trachea senza dover adoperare ulteriori forzature.

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La manovra per la dilatazione si esegue mediante una direzione In/Out, ovvero completamente opposta a quella Out/In che si utilizza in tutte le altre tecniche percutanei.

Tale metodo offre non pochi vantaggi, come l’abolizione del rischio di provocare lesioni nel paziente nella parete posteriore, il punto debole delle pratiche Out/In, ed inoltre il basso trauma che si ottiene grazie alla mancanza di lacerazioni tissutali perché viene evitato un ulteriore trauma da inserimento della cannula.

Durante il tempo necessario alla procedura, il malato viene fatto respirare tramite un catetere di ventilazione, che consente il pieno controllo delle vie aeree e permettere inoltre di estendere tale pratica anche in pazienti affetti da gravi patologie respiratorie.

Tracheotomia con palloncino

La tracheotomia con palloncino è una delle tecniche più recenti in campo medico, e consiste in un dispositivo rivoluzionario, realizzato per eseguire in tutta sicurezza e facilità la tracheotomia percutanea dilatativa direttamente al letto del paziente. Essa è una combinazione tra l’azione espansiva di un palloncino dalla forma oblunga, e l’inserimento della cannula con un solo passaggio.

I metodi tradizionali con il passare del tempo hanno evidenziato qualche complicanza, ovvero principalmente nella frattura degli anelli tracheali, oppure lesioni della parete posteriore della trachea, causate principalmente dalla pressione angolare che viene esercitata dallo strumento dilatatore.

L’azione dilatativa di tale palloncino, viene prodotta mediante forze che si muovono su un piano parallelo rispetto all’asse del cilindro tracheale e si estrinsecano radialmente a 360 gradi.

Il pallone quindi elimina tutta la pressione angolare sulla parete anteriore necessaria a forare la trachea e fornisce al paziente una dilatazione radiale controllata. La lunghezza del palloncino è di 5,4 centimetri ed una volta gonfio ha un diametro esterno di 16 millimetri e la sua massima pressione di gonfiaggio è pari ad 11 atmosfere.

Fonti e bibliografie

Lorenzo