Si tratta di un deposito che va a causare sostanzialmente un gonfiore a livello renale. Tale situazione viene provocata in modo particolare da un’ostruzione delle vie urinarie che, quando funzionano in modo normale, vanno a portare verso l’esterno l’urina che si crea all’interno dei reni.
Il blocco ostruttivo dei dotti urinari può derivare da tanti fattori. Di solito, però, si sviluppa in seguito a dei calcoli renali, anche se in ogni caso è fondamentale arrivare ad una diagnosi corretta per poter capire non solamente quanto sia grave l’idronefrosi, ma anche cosa abbia provocato tale situazione. In questo modo si potrà decidere un trattamento adeguato e maggiormente efficace.
In questa condizione patologica che colpisce i reni, sia i calici renali che la pelvi renali subiscono una notevole dilatazione un rigonfiamento per via di un accumulo di urina. Tale eccesso si deve a un blocco del suo reflusso, che può derivare da un calcolo, ad esempio, oppure da una compressione dall’esterno di uno dei vari dotti che formano il tratto escretore renale, come ad esempio nel caso dell’ipertrofia prostatica.
Nella maggior parte dei casi questa condizione patologia investe solamente un rene (e in questo caso si parla di idronefrosi unilaterale), ma non si può certamente escludere che sia anche bilaterale e, di conseguenza, possa colpire entrambi i reni. Nel caso in cui non si intervenga in maniera immediata ed efficace, il rene che ha subito tale situazione può essere soggetto ad atrofia, ovvero diminuisce le sue dimensioni, nonché le sue funzioni.
Non ci sono solamente le forme di tale patologie che vanno a colpire le persone adulte, indipendentemente dall’età (visto che possono colpire sia persone molto giovani che anziane), visto che esiste anche un tipo molto particolare di idronefrosi, che si sviluppa nel corso dell’età prenatale. Questa particolare forma viene chiamata idronefrosi prenatale oppure idronefrosi fetale. Stiamo parlando di una situazione che può insorgere molto di frequente e che di solito non comporta particolari rischi per la salute del feto, così come per quella della madre. Infatti, nell’80% circa dei casi, chi viene colpito da tale patologia non ha alcuna conseguenza in seguito alla nascita, visto che tale problematica si risolve subito dopo la nascita.
Abbiamo già capito che tale condizione patologica si sviluppa in seguito ad un’ostruzione interna del percorso urinario, così come per via di una compressione esterna che colpisce i dotti oppure le cavità dell’apparato urinario. In tutti i due i casi l’urina non riesce ad essere espulsa e, di conseguenza, si deposita nel rene, in modo particolare nei calici renali e nella pelvi renale. Ci sono delle cause che sono comuni sia a soggetti maschili che femminili e altre che invece sono tipiche di uno dei due sessi.
La più importante causa in comune a donne e uomini è indubbiamente rappresentata dai calcoli renali, ovvero delle formazioni di Sali minerali che crescono nelle vie urinario e vanno a bloccare il tradizionale flusso che caratterizza l’urina. Negli uomini, invece, le cause più diffuse corrispondono all’adenoma prostatico (meglio conosciuto come iperplasia prostatica benigna) e al tumore che colpisce la prostata. In tutte e due queste situazioni viene provocato un aumento nelle dimensioni della ghiandola prostatica, che va a provocare una compressione su uno o su tutti e due gli ureteri. Tra le principali cause nelle donne, invece, troviamo la gravidanza, un tumore che va a colpire uno degli organi che si trovano all’interno del tratto urinario, un tumore che va a colpire uno degli organi dell’apparato riproduttivo. In altri casi, decisamente più rari, tale condizione patologica può derivare da tubercolosi, da un coagulo di sangue causato da un’embolia, da cisti ovariche, da stenosi dell’uretere e dalla vescica neurogena.
Tra i motivi che possono portare ad un’idronefrosi prenatale troviamo una prima causa che si può definire congenita o naturale, dal momento che può crescere una sorta di blocco degli ureteri, esattamente nella zona in cui i reni si uniscono, senza che vi sia una causa ben precisa. Vi è poi una seconda causa, che è essenzialmente nota come reflusso vescico-ureterale primario. Si solito si tratta di un difetto che va a colpire quella particolare valvola che ha la funzione di gestire e tenere sotto controllo il flusso dell’urina nel punto tra l’uretere e la vescica. Questa problematica, quindi, può comportare il reflusso urinario, ma di solito tende a risolversi in modo del tutto spontaneo nel momento in cui il bambino nasce.