Tale malattia prende il nome di tachipnea, e in questa sede cercheremo di capirne le cause, di elencarne i sintomi ad essa correlata, e di conoscere quali sono principali tipologie di approcci terapeutici per la cura.
Conosciuta anche col termine di polipnea, la tachipnea consiste in un aumento della frequenza del respiro, la quale in media si aggira tra le 16 e i 24 respirazioni, le quali comprendono sia la fase di inspirazione che quella di espirazione.
La media di respiri al minuto è calcolata chiaramente in assenza di sforzi fisici, durante i quali è invece del tutto ovvio e naturale avere un innalzamento della frequenza di respirazione; tuttavia, qualora il soggetto presenti un numero frequente di respiri in assenza di attività fisica di qualunque tipo, è bene procedere con accertamenti medici al fine di diagnosticare questa particolare patologia.
Passando invece a quelli che sono i valori di riferimento medi a seguito di attività fisica, nel momento in cui un soggetto presenta valori di respirazione compresi tra i 40 e i 60 atti respiratori al minuto, potrebbe essere affetto da tachipnea, in quanto la giustificazione dello sforzo non è comunque sufficientemente valida per motivare un tale innalzamento di frequenza.
Confronti e differenze
La condizione di tachipnea è una delle tante modificazioni del ritmo respiratorio che un individuo può subire: infatti va distinta da un’altra patologia, definita col termine di iperpnea, la quale presenta, oltre all’aumento della frequenza media di respirazione anche un aumento della profondità degli atti respiratori stessi.
Anche la stessa iperpnea può essere giustificata da uno sforzo fisico, che il nostro corpo cerca di gestire migliorando l’ossigenazione del sangue e dei tessuti proprio mediante l’aumento della ventilazione. Tuttavia se questo stato di iperventilazione si manifesta a riposo, esso può essere causato da stati di acidosi metabolica, da abuso di sostanze alcoliche, da infezioni e da stati di alterazione psichici, come ad esempio ansia e attacchidipanico.
Un’altra alterazione del ritmo respiratorio è infine costituita dispnea, una patologia che invece causaun’alterazione del ritmo degli atti respiratori in senso negativo, con il soggetto che fatica a incamerare aria e presenta un respiro lento e affannoso. La dispnea spesso è diretta conseguenza di traumi, oppure di patologiecardiovascolari e polmonari.
Sintomi principali
Tornando invece alla tachipnea, tra i suoi sintomi principali annoveriamo:
- un aumento notevoledel numero di respiri al minuto;
- uncorrelatoaumento dei battiti del cuore;
- unagenerica sensazione di affaticamento;
- un senso di mancanza d’aria, accompagnata anche da uno stato di iperventilazione.
Quali sono i principali fattori scatenanti che portano ad uno stato di tachipnea?
La causa più comune, come detto in precedenza, che può essere associata alla tachipnea è quella di un recente sforzo fisico da parte del soggetto.
Qualora invece quest’ultimo sia a riposo, vanno ricercate altre patologie ad essa correlate, tra cui si annoverano, nell’ordine:
- l’acidosi metabolica;
- l’embolia polmonare;
- la sepsi;
- l’infarto polmonare;
- una possibileintossicazione da monossido di carbonio;
- una diagnosi di fibrosi cistica;
- un’infezione come la polmonite, oppure una broncopolmonite acuta;
- un’ulcera duodenale;
- una insufficienza cardiaca;
- uno stato generale di ansia;
- unainfezione di carattere tetanico;
- una sindrome da aspirazione di meconio;
- un arresto cardiocircolatorio,;
- un’ischemia;
- una stenosi venosa;
- altre patologie connesse con l’apparato cardiaco;
- una malattia polmonare quale l’asbestosi, che causa un restringimento degli alveoli dei polmoni.
L’accelerazione del respiro può essere infine causata da un’occlusione delle vie respiratorie a causa di un corpo estraneo, oppure dalla presenza di cibo all’interno dell’esofago.
Come si arriva alla diagnosi?
Una volta che il paziente manifesta uno di tali sintomi, oppure è colpito da una delle patologie correlato alla tachipnea, dovrà necessariamente rivolgersi al proprio medicodi base, il quale provvederà a prescrivere un consulto specialistico, oppure una serie di esami atto a stabilire un quadro clinico definito.
Tra gli esami di routine più utilizzati per arrivare alla diagnosi di tachipnea vi è l’emogas, ossia un semplice prelievo sulla arteria radiale, e in particolare nel punto dove si percepisce la pulsazione cardiaca, con una siringa speciale: infatti il sangue dovrà entrare in essa solo mediante la spinta del cuore.
Una volta effettuato il prelievo, si valuterà lo stato di ossigenazione dei tessuti e del sangue, e si capirà se il paziente avrò necessità di ausili alla respirazione.
Se poi l’origine della tachipnea fosse di natura cardiaca, o comunque sia dovuta a crisi cardiovascolari già accertate, si procederà con ecografie e analisi per immagini atte a valutare lo stato di funzionamento di cuore e polmoni.
Una volta stabilita l’origine della tachipnea, il medico stesso provvederà a prescrivere la terapia più corretta da seguire, a seconda del caso specifico.
Cure e rimedi
Sulla base delle premesse fatte in precedenza, è chiaro che non si ha un rimedio univoco per la cura della tachipnea:infatti in base alla sua natura, si individuerà la soluzione clinica piùadeguata per ristabilire il corretto ritmo respiratorio nel paziente.