Il piloro, dal greco piloro che significa “guardiano della porta”, ha questo nome perché è la valvola che da accesso all’intestino. Questo è una regione valvolare, cioè un organo appartenente all’apparato digerente e che costituisce di fatto la regione terminale dello stomaco.
Esso ha la funzione importante di regolare quello che è il passaggio del contenuto gastrico nell’intestino tenue, o meglio nel duodeno,la sua parte iniziale. Nel punto esatto di separazione fra questi due organi si colloca uno sfintere, cioè un restringimento, costituito da un anello muscolare, che viene definito anche sfintere pilorico.
Con la sua apertura e chiusura esso permette o meno il passaggio del materiale gastrico nel duodeno, o meglio del chimo gastrico,cioè la poltiglia di cibo semi-digerito nello stomaco. Didatticamente il piloro è suddiviso in antro pilorico, cioè la parte, l’orifizio, che fisicamente lo connette allo stomaco ed il canale pilorico, che invece lo mette in connessione con il duodeno.
In radiografia il piloro appare come un canale che collega stomaco e duodeno.
Nell’antro vi sono ghiandole sensibili alla quantità e alla natura del chimo e che sono capaci di emettere ormoni che possono regolare alcune fasi della digestione. A livello del piloro la mucosa non ha caratteristiche particolari da segnalare, se non qualche piega o plicatura leggermente accentuata.
Il limite tra lo stomaco e la sua parte pilorica è segnalato da un incisura, dopo la quale cambia la direzione dell’asse principale della cavità dello stomaco, che qui si fa orizzontale.
La prima parte della zona del piloro è anche detta vestibolo pilorico che nella parte bassa prende il nome di tuberosità. Segue una parte pressoché cilindrica, che è l’antro. Dopo l’antro c’è un solco, con la valvola pilorica vera e propria. Più in profondità c’è la tonaca mucosa che circonda l’orifizio circolarmente.
L’apertura e la chiusura del piloro sono regolate da fattori umorali e nervosi: lo scopo è quello di dare allo stomaco le tempistiche sufficienti per effettuare un’azione digestiva che sia efficace, quindi poi riversare con progressione il materiale in esso contenuto nel duodeno. La gradualità di questo processo è fondamentale, per questo il piloro è importantissimo. Questa infatti dà il tempo agli enzimi e anche ai succhi gastrici digestivi che sono presenti nel primo tratto dell’intestino, di completare la digestione e assorbire al meglio i nutrienti contenuti nel chimo, tutto questo prima che arrivi di nuovo un’altra ondata di contenuto gastrico dallo stomaco.
La valvola pilorica inoltre non consente al contrario il reflusso del materiale dal duodeno allo stomaco, tranne in caso di disturbi particolari. Dal punto di vista anatomico, il piloro, ha sostanzialmente un decorso pressoché orizzontale e è sito attorno al corpo della prima vertebra lombare. Il piloro è costituito da un ispessimento delle fibre di tipo circolare della tonaca muscolare gastrica, tra cui si aprono le fibre che decorrono in modo longitudinale, più esternamente: è ricoperto quindi di fibre muscolari che servono per aprirlo e chiuderlo.
La contrazione delle fibre circolari da luogo alla chiusura del piloro, mentre una maggioritaria contrazione delle fibre lo fa aprire.
Il piloro quindi:
Quando gli alimenti arrivano nell’esofago, i succhi gastrici, che hanno un ph molto acido, si spostano verso la neutralità, a causa della saliva mista al cibo. Questo determina la chiusura del piloro. Le contrazioni gastriche mescolano poi il cibo che quindi entra in contatto con il succo gastrico acido, la cui secrezione quindi aumenta. Di conseguenza poco a poco il Ph dello stomaco ritorna ad essere acido. Quando la poltiglia di alimenti nello stomaco, precisamente nell’antro è diventata acida, lo sfintere pilorico si apre (si parla di sistole atriale) e consente il passaggio del materiale nell’ampolla duodenale (così si definisce la prima parte del duodeno).
Quando il cibo, per meglio dire il materiale acido, attraversa la zona del piloro e arriva nel duodeno, determina di nuovo la chiusura del piloro. Mentre nello stomaco giunge altro materiale alcalino dalla bocca. Mentre il contenuto dell’antro pilorico poi si acidifica, nel bulbo duodenale l’acidità viene neutralizzata dal muco alcalino prodotto dalle ghiandole di Brunner: questo determina di nuovo l’apertura del piloro. Il ciclo così si ripete daccapo. Il contenuto del duodeno mano a mano viene trasportato a valle dalla cosiddetta peristalsi. L’apertura del piloro avviene a stomaco pieno, circa ogni 30 secondi.
Una delle principali patologie che colpiscono il piloro è la stenosi, che è dovuta nei bambini ad una ipertrofia congenita del muscolo e invece negli adulti è dovuta ad una lesione ulcerosa oppure tumorale.
Di solito questo disturbo si verifica nella zona del piloro, da una parte o dall’altra e consiste in un’erosione del rivestimento interno della mucosa, che resta quindi infiammata e priva di protezione. L’ulcera può essere piccola come uno spillo o avere anche estensione di qualche centimetro.
L’ulcera può essere una degenerazione della gastrite, cioè di un’infiammazione, derivare da un ceppo aggressivo di Helicobacter pylori, derivare da un’ipersecrezione di acido cloridrico che erode la mucosa. Una causa non indifferente è anche psicologica: stress, ansia, emotività forte possono favorire l’insorgere dell’ulcera. La guarigione di queste ulcere è abbastanza problematica perché la struttura è soggetta a notevole attività motoria involontaria. L’intervento è chirurgico.
Il bambino in questo caso ha i seguenti sintomi:
La diagnosi in questo caso viene fatta con un esame all’addome che mette in evidenza la presenza di un’eventuale tumefazione riferibile all’ipertrofia. La stenosi ipertrofica del piloro consiste in una patologia tipica dell’età pediatrica e riguarda di solito bambini tra la terza e la decima settimana, con un’incidenza di 3 bambini su 1000 nati e che interessa più i maschi che le bambine. Il rischio di sviluppare questo disturbo è legato a madri che hanno avuto questo problema nel 20% nei maschi e nel 10% nelle femmine.
La causa non è ancora chiara tutt’oggi, ma sembrano di sicuro implicati diversi fattori, comunque la malattia non è presente alla nascita, ma si sviluppa dopo forse a causa di un’anomalia nell’innervazione muscolare. In questi neonati sono anche stati evidenziati livelli sierici elevati di prostaglandine (sostanze simili agli ormoni) e invece ridotti livelli di ossido nitrico sintetasi pilorica, che determina l’ipertrofia liscia del piloro. La stenosi si associa anche ad alcune malattie, quali: la gastroenterite eosinofila, la sindrome di Apert, la sindrome di Zellweger e quella di Smith-Lemli-Opitz, la sindrome di Cornelia de Lange e la trisomia 18.
I sintomi della stenosi del piloro sono vomito violento, gonfiore nella parte superiore destra dell’addome, perdita di peso. Una radiografia mostra chiaramente che c’è un’ostruzione che impedisce al cibo di passare dallo stomaco al duodeno. Per risistemare la situazione è necessario un intervento chirurgico, talvolta in alcuni casi si ottengono comunque risultati con una terapia a base di preparati antispastici.