Coloratissimo grazie alle sue bacche gialle, arancioni o rosse e molto fitto (oltre che spinoso!), è l’arbusto ideale da utilizzare su recinzioni, staccionate o per creare un cespuglio che vi separi da sguardi indiscreti. I più creativi di voi potrebbero cimentarsi, però, a dare alla pianta le forme più strane – perché non realizzare un arco per esempio?
Il piracanta è, del resto, una pianta molto versatile, oltre che piuttosto robusta e di facile manutenzione. Della famiglia delle rosaceae è un arbusto sempreverde caratterizzato, come si è accennato, da bacche colorate di tonalità che vanno dal giallo intenso al rosso. Esistono in commercio, infatti, diverse varietà della pianta. Tra quelle più diffuse e in grado di sopravvivere alle nostre latitudini ci sono, per esempio, il pyracantha orange glow che fa bacche gialle-arancioni, il pyracantha mohave che ha, invece, bacche rosso intenso e il pyracantha soleil d’or caratterizzato da bacche giallo chiaro.
C’è chi sceglie, così, per la sua siepe di mixare le diverse tipologie per avere un effetto a più colori. Le bacche rimangono sull’arbusto per tutta la durata dell’autunno e parte dell’inverno. In primavera invece sui rami crescono piccolissimi fiori bianchi, a mazzetti, che assomigliano ai fiori degli alberi da frutta (anche se di dimensioni notevolmente ridotte) e che hanno come particolarità quella di attirare insetti piuttosto utili per l’equilibrio del giardino.
Procedendo per gradi, comunque, impiantare una siepe o un’aiuola di piracanta significa innanzitutto procedere con la sua messa a dimora. Va considerato che la pianta cresce bene sia in vaso che in terreno: la seconda scelta è preferibile se si hanno spazi adeguati o si intende far crescere molto la pianta, mentre la coltivazione in vaso è più adatta per esempio per la coltivazione a spalliera o se si intende dare all’arbusto conformazione particolare (quella ad arco, di cui si è accennato).
In ogni caso, è necessario procedere alla messa a dimora del piracanta in autunno. Per farlo, basta scavare delle buche distanti tra loro almeno mezzo metro, profonde 30 centimetri e con sul fondo concime organico. La piantina va poi ricoperta di terreno fresco e leggero e innaffiata abbondantemente. Può essere utile predisporre anche dei sostegni (tubi, canne o strutture pensate ad hoc) attorno a cui rami e fusti possano attorcigliarsi per dar vita al rampicante.
Il piracanta sembra non avere particolare bisogno di cure e attenzioni: resiste bene a qualsiasi tipo di clima, non è particolarmente incline a essere attaccato da parassiti o a sviluppare malattie. Basta avere cura, soltanto, di esporre la pianta a una quantità sufficiente di luce: se cresce troppo all’ombra, infatti, rischia di esserne compromessa la fioritura primaverile e di conseguenza la comparsa delle caratteristiche bacche durante l’autunno-inverno. Se non volete rischiare, insomma, di avere in giardino una siepe o un cespuglio troppo rado, dovreste far crescere il vostro piracanta in una posizione ben soleggiata.
Un’altra cosa a cui far attenzione se si vuole godere in pienezza della bellezza del piracanta è la potatura: va effettuata prima della primavera, per assicurarsi una fioritura più ricca e, di conseguenza, una maggiore copertura di bacche della pianta. Nel periodo autunnale e invernale, invece, si può procedere a rimuovere le punte delle pianta che non presentano bacche per regolarne la forma e l’andatura.
Per finire, ci sono delle curiosità sul piracanta che, se siete degli appassionati di giardinaggio, non potete non conoscere. Una delle leggende metropolitane vuole la pianta provenire da paesi esotici: l’equivoco nasce, forse, dal nome che riecheggia immaginari e culture lontani, l’arbusto cresce però spontaneamente e qualche volta in maniera infestante in Italia. Il significato del nome scientifico (pyracantha) andrebbe cercato, invece, nell’etimologia greca: pyr significa infatti fuoco e acanthos significa spine.
Il nome richiama, quindi, i due elementi caratteristici della pianta: il colore rosso-arancione e con tutte le sfumature della fiamma per cui è apprezzatissimo e usato per creare siepi originali e la presenza di spine appuntite sui rami. I meno esperti del settore, comunque, potrebbero aver sentito parlare della pianta come di agazzino – è questo, infatti, il nome comune in uso in Italia tra giardinieri e appassionati. L’altra curiosità riguarda le bacche: non sono solo scenografiche e molto belle da guardare.
Quello che forse non tutti sanno è, infatti, che si tratta di veri e propri frutti, pomi, cioè piccole mele assimilabili anche nel gusto al più comune frutto da tavola con tanto di polpa zuccherina e seme centrale. Pare, insomma, che le bacche del piracanta siano buone oltre che belle, tanto che in passato veniva utilizzate per le confetture.