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Luppolo selvatico: impariamo a coltivarlo per fare la birra in casa

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Chi ha la fortuna di avere uno spazio verde tutto per sé, potrebbe essere interessato alla coltivazione del luppolo selvatico per realizzare una scorta di birra fatta in casa. Ma questo particolare germoglio non è indirizzato solo allo sviluppo della birra. Qualcuno lo usa per creare tisane calmanti dall’ottimo aroma. Sul sapore non possiamo garantire, ma sappiamo con assoluta certezza che la fragranza è deliziosa e ha un effetto rilassante!

Un po’ di storia

Dobbiamo ringraziare un monaco francese del 822 dC se oggi conosciamo le tecniche per la coltivazione del luppolo selvatico. Il monaco, infatti, è stato il primo a voler provare il luppolo nel suo stato selvatico.

La storia dal canto suo ci insegna che dobbiamo rendere conto ai tedeschi per la realizzazione della birra con il luppolo. Il periodo è il 1150 dC e da quel momento il luppolo si diffonde in tutta Europa, passando per prima in Inghilterra. L’obiettivo era donare alla birra un sapore più intenso, prima aromatizzata con spezie e frutta. Il tutto condito da polemiche che hanno portato Enrico VI a ordinare una protezione per i produttori di birra e le sue scorte. Questo perché il luppolo selvatico veniva utilizzato come conservante e non come aroma. Ma non solo. Molto prima che diventasse a tutti gli effetti uno dei principali ingredienti della birra, il luppolo era famoso per alleviare l’ansia e lo stress e veniva utilizzato come sedativo.

Come si coltiva

Il luppolo selvatico è disponibile nei due generi, maschile e femminile, ma solo la femmina produce i coni che possono essere adibiti a uso domestico. Come si riconosce? I fiori del maschio sono composti da cinque petali e non sono produttivi. Nel vostro giardino è meglio inserire solo piante femmine, perché è preferibile che producano solo sementi non fecondati.

La propagazione non sarà un problema: se viene curato adeguatamente, il luppolo selvatico produrrà rizomi da cui cresceranno nuove piantine.

Ci sono tre fattori base che permettono al luppolo selvatico la massima crescita e produzione: il terreno, il sole e lo spazio. Vediamoli uno per uno.

Il terreno

Il suolo è un fattore importante nello sviluppo del luppolo selvatico. Nonostante non sia una pianta esigente, predilige un terreno di argilla o sabbia. Infatti, per un miglior rendimento, il terriccio deve essere ricco, argilloso e ben drenato. Il luppolo selvatico preferisce anche un pH del terreno tra i 6,0 e i 6,5, così potrebbe essere necessario aggiungere un po’ di calce.

Quando pianterete i vostri germogli, aggiungete tre cucchiai di fertilizzante a una profondità di cinque centimetri. Dopodiché, aggiungete del compost e dell’azoto supplementare ogni primavera.

Il sole

Queste piante perenni crescono bene in ombra parziale. Tuttavia, il luppolo selvatico ha bisogno di molto sole per garantire un raccolto abbondante. Quindi una posizione esposta a Sud è l’ideale. Inoltre, le viti del luppolo crescono rigogliose e spesso trasbordano le recinzioni il che ci porta al fattore successivo.

Lo spazio

Il luppolo selvatico ha bisogno di molto spazio. Le piante infatti devono raggiungere un’altezza di sei metri prima che i germogli laterali crescano e producano i coni. Otterrete, poi, parecchi rami da ogni sezione del rizoma.

Quindi che cosa fare?

Scegliete un paio di germogli tra i più vigorosi e tagliate via gli altri. Quando questi saranno cresciuti, rivolgeteli verso il senso opposto del vento e supportateli con un sostegno. Le viti possono crescere fino a 15 centimetri al giorno!

Il raccolto

Nei mesi di agosto e settembre iniziate la raccolta dei coni e fateli essiccare in un luogo fresco e asciutto. Il profumo inebriante che ne svilupperà vi ripagherà della pazienza e del duro lavoro. Infatti, questo processo può richiedere anche alcune settimane e non può definirsi completo fino a quando i coni non diventano fragili.

Nel tardo autunno, quando il raccolto sarà completato e il freddo comincia a farsi sentire, tagliate di nuovo le viti per una lunghezza di circa 30 centimetri e seppellite i germogli tagliati nel terreno. La primavera successiva, il processo ricomincia e potrete di nuovo godere dell’intensa fragranza del luppolo selvatico.

Francesca Rotondo