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Gimnosperme: cosa sono e dove e quando crescono

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Sono gimnosperme piante molto comuni come il ginepro, il pino marittimo, il pino comune e il pino cembro e, ancora, l’abete bianco e rosso e il larice. Sono tutte piante arboree o arbustive che si riconoscono per le foglie aghiformi, la presenza di quelle che volgarmente sono indicate come pigne e nella maggior parte dei casi anche di una resina dal forte odore balsamico sui tronchi. Il territorio italiano, anche per la varietà di paesaggi, sembra particolarmente idoneo alla crescita delle gimnosperme.

La maggior parte di queste preferiscono i terreni aridi, ragione per cui i ginepri per esempio fanno parte per lo più della macchia marina. Piante legnose di questo tipo si trovano però anche sulle colline, dove la macchia è costituita soprattutto da pini e cipressi. Né vanno dimenticate le grandi peccete e le radure di larici che si trovano in montagna e, più in generale, a quote più alte.

Le gimnosperme sembrano essere, poi, tra le piante più longeve. Alcune specie come il pinus longaeva o la sequoia sempervirens possono arrivare a vivere fino a oltre duemila anni. La ragione è da cercare per lo più in una delle loro caratteristiche fondamentali: la capacità di resistere alla mancanza d’acqua – sono infatti quelle che, in gergo, si dicono piante xerofile. È una caratteristica che dipende, in parte, dalla forma delle foglie: aghiformi (tranne in poche eccezioni come la ginkgo e la cicadee) tendono a disperdere poca acqua. Anche la presenza di sughero sul tronco svolge in questo senso una funzione protettiva. Già le gimnosperme sembrano aver sviluppato, poi, un meccanismo di regolazione del flusso d’acqua dal terreno verso la chioma – poi perfezionato nelle angiosperme- che permette loro di sopravvivere anche in condizioni idriche ostili.

Un po’ di storia e di tassonomia delle gimnosperme

Non solo più longeve, le gimnosperme sembrano essere anche tra le piante più antiche in assoluto sulla terra. Le prime tracce risalgono infatti al Devoniano, tra i 410 e i 360 milioni di anni fa. Crescevano per lo più intorno alle paludi, dove formavano grandi foreste. Qui i tronchi che cadevano, impossibili da attaccare perché ricoperti di resina e per la mancanza, nei primi microrganismi, di enzimi in grado di digerire cellulosa e lignina, formavano ampi giacimenti di carbone.

Più tardi, durante il Carbonifero (ossia tra i 360 e 285 milioni di anni fa), le gimnosperme cominciarono a popolare zone immediatamente soprastanti le lagune, formando ampie foreste e creando un sottobosco di foglie in parziale decomposizione particolarmente utile perché germinassero spore e semi. Di lì a poco, insomma, si sarebbero sviluppate nuove piante e moltiplicate le forme di vita sulla terra.

Tipologie

Alcune gimnosperme primitive oggi risultano completamente estinte: è il caso delle cordaitacee e benettitacee. Il resto delle piante di questo tipo, però, è classificabile in quattro ordini di complessità e varietà via via crescente.

  • Le cicadine: sono piante legnose tipiche dei paesi tropicali e subtropicali; appartengono tutte a un’unica famiglia, quella delle cicadacee e presentano un fusto colonnare o tuberoso e foglie generalmente di un colore verde intenso e di consistenza cuoiosa. La più nota tra le gimnosperme di questo tipo è la cycas, originaria dell’Asia e considerata “tipo” della famiglia.
  • Le ginkgoine: anche in questo caso c’è un’unica famiglia, quella delle ginkgoacee e, per di più, l’unico esemplare superstite sembra essere il ginkgo biloba, un albero alto fino a quaranta metri, originario della Cina e del Giappone ma oggi coltivato comunemente anche in Europa. La caratteristica principale della pianta sono le foglie: dalla tipica conformazione a ventaglio, sono caduche e durante l’autunno acquisiscono una colorazione giallo intensa che conferisce all’intero albero un’immagine spettacolare. Il ginkgo bilboa, perché molto resistente agli agenti inquinanti, è utilizzato soprattutto nei parchi cittadini.
  • Le conifere: sono forse le più conosciute tra le gimnosperme; sono dette anche piante aghifoglie, dal momento che gli alberi o arbusti presentano foglie aghiformi o squamiformi, e hanno una ramificazione caratteristica che gli conferisce una forma piramidale perfetta, in grado di essere mantenuta anche con il passare del tempo. Caratteristiche delle zone temperate, le conifere sono piante “del nord”, adatte a vivere anche nelle vicinanze dei poli. Ne esistono più famiglie diverse e hanno largo uso, sia nell’industria del legno che in quella farmaceutica.
  • Le gnetine: comprendono una sola famiglia, quella delle gnetacee, ma con tre generi diversi. Le ephedra, tipiche delle regioni calde e asciutte specialmente dell’emisfero nordico; i gnetum, più che alberi vere e proprie liane tipiche dei Tropici e la welwitschia, pianta dei deserti dell’Africa sud-occidentale con foglie lunghe anche 3 metri e sdraiate sul terreno.
Francesca Rotondo