Sono gimnosperme piante molto comuni come il ginepro, il pino marittimo, il pino comune e il pino cembro e, ancora, l’abete bianco e rosso e il larice. Sono tutte piante arboree o arbustive che si riconoscono per le foglie aghiformi, la presenza di quelle che volgarmente sono indicate come pigne e nella maggior parte dei casi anche di una resina dal forte odore balsamico sui tronchi. Il territorio italiano, anche per la varietà di paesaggi, sembra particolarmente idoneo alla crescita delle gimnosperme.
La maggior parte di queste preferiscono i terreni aridi, ragione per cui i ginepri per esempio fanno parte per lo più della macchia marina. Piante legnose di questo tipo si trovano però anche sulle colline, dove la macchia è costituita soprattutto da pini e cipressi. Né vanno dimenticate le grandi peccete e le radure di larici che si trovano in montagna e, più in generale, a quote più alte.
Le gimnosperme sembrano essere, poi, tra le piante più longeve. Alcune specie come il pinus longaeva o la sequoia sempervirens possono arrivare a vivere fino a oltre duemila anni. La ragione è da cercare per lo più in una delle loro caratteristiche fondamentali: la capacità di resistere alla mancanza d’acqua – sono infatti quelle che, in gergo, si dicono piante xerofile. È una caratteristica che dipende, in parte, dalla forma delle foglie: aghiformi (tranne in poche eccezioni come la ginkgo e la cicadee) tendono a disperdere poca acqua. Anche la presenza di sughero sul tronco svolge in questo senso una funzione protettiva. Già le gimnosperme sembrano aver sviluppato, poi, un meccanismo di regolazione del flusso d’acqua dal terreno verso la chioma – poi perfezionato nelle angiosperme- che permette loro di sopravvivere anche in condizioni idriche ostili.
Non solo più longeve, le gimnosperme sembrano essere anche tra le piante più antiche in assoluto sulla terra. Le prime tracce risalgono infatti al Devoniano, tra i 410 e i 360 milioni di anni fa. Crescevano per lo più intorno alle paludi, dove formavano grandi foreste. Qui i tronchi che cadevano, impossibili da attaccare perché ricoperti di resina e per la mancanza, nei primi microrganismi, di enzimi in grado di digerire cellulosa e lignina, formavano ampi giacimenti di carbone.
Più tardi, durante il Carbonifero (ossia tra i 360 e 285 milioni di anni fa), le gimnosperme cominciarono a popolare zone immediatamente soprastanti le lagune, formando ampie foreste e creando un sottobosco di foglie in parziale decomposizione particolarmente utile perché germinassero spore e semi. Di lì a poco, insomma, si sarebbero sviluppate nuove piante e moltiplicate le forme di vita sulla terra.
Alcune gimnosperme primitive oggi risultano completamente estinte: è il caso delle cordaitacee e benettitacee. Il resto delle piante di questo tipo, però, è classificabile in quattro ordini di complessità e varietà via via crescente.