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Stent Ureterale, come viene inserito e quali sono gli effetti collaterali

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Ha due estremità arrotolate. Questa sua conformazione gli permette di rimanere nella giusta sede senza salire o scendere.

Viene inserito quando la via urinaria è ostruita. Può capitare nel caso di un calcolo ureterale. Questo strumento permette di drenare l’urina e donare sollievo alla persona che soffre di coliche renali. Questo non è l’unico caso. Lo stent ureterale viene usato anche quando il lume dell’uretere è ridotto per via di un restringimento oppure a causa di una compressione provocata da una neoformazione. E’ molto usato anche negli interventi che riguardano l’uretere e le cavità renali, perché consente una guarigione veloce della zona. Quando viene effettuata l’ureteroscopia per rimuovere i calcoli, lo stent aiuta ad evitare linfiammazione e le coliche renali.

Come viene inserito?

Lo stent ureterale viene inserito grazie alla procedura endoscopica, effettuata o sotto anestesia generale o regionale. Viene usato il cistoscopio, il quale permette di entrare nella vescica attraverso l’uretra. Grazie a un filo guida risale nell’uretere. Con la radio-scopia il dottore si assicura che sia inserito correttamente.

La lunghezza degli stent varia dai 24 ai 30 centimetri nei pazienti adulti. Quando lo stent ha il filo, può essere rimossi dall’infermiere o dal paziente in pochi secondi, tirando appunto il filo. Quando non lo possiede, è il medico a rimuoverlo con la cistoscopia.

Per quanto tempo va usato?

Lo stent ureterale è in genere una soluzione non definitiva ma temporanea. Viene usato per proteggere le vie urinarie fino a quando la patologia o l’infiammazione non viene risolta. Alcune volte deve rimanere permanente, perché potrebbe rivelarsi la soluzione migliore per un determinato paziente. Visto che nel tempo s’incrosta, ecco che deve essere sostituito con una certa periodicità.

Anche se in via temporanea, lo stent ureterale può dover essere usato per periodi più o meno lunghi. Può capitare che deve essere usato per oltre un anno quando l’uretere verrebbe altrimenti chiuso a causa ad esempio di un tumore. Ci restano magari per una settimana soltanto quando l’uretere viene danneggiato o irritato durante la rimozione di un calcolo.

Ci sono effetti collaterali?

Il nostro organismo in linea di massima li tollera bene. Alcune persone però accusano degli effetti collaterali. Non vi sono pericoli di salute, tuttavia possono risultare molto fastidiosi. Per prima cosa, la maggioranza dei pazienti ne avverte la presenza e già questo, specialmente per chi deve usarlo per lunghi periodi, è una cosa da non sottovalutare.

Alcuni pazienti poi, accusano vari sintomi come ad esempio una minzione frequente e spesso urgente, oppure la sensazione di non aver svuotato completamente la vescica. Può comparire anche del sangue nelle urine. Sono effetti collaterali che svaniscono con la rimozione stessa dello stent ureterale. Lo stesso vale per il fastidio avvertito durante la minzione su un fianco.

Il fastidio causato dalla sua presenza può diventare particolarmente invadente dopo molte ore passate in piedi, dopo l’attività fisica o la minzione.

Per ridurre gli effetti collaterali, è consigliabile ad esempio bere molta acqua. Così si riduce la probabilità che si presenti un’infezione urinaria e ugualmente viene ridotta anche la presenza del sangue nelle urine. Tutto questo serve anche durante il trattamento dei calcoli. Se è particolarmente fasidioso il medico può consigliare di assumere antidolorifici come il paracetamolo oppure gli alfa-litici come l’alfuzosina, che riduce i sintomi legali allo stent.

Un altro effetto collaterale è dato dal filo usato per la rimozione, può causare irritazione specialmente in quei pazienti con ipospadia. Può essere d’impiccio anche per l’attività sessuale quello con filo.

Francesca Rotondo