Quanto grassi abbiamo nel nostro corpo? Per misurare il livello di grasso di una persona bisogna valutare il rapporto fra due due componenti: la massa magra e massa grassa. La proporzione relativa tra queste due parti può essere misurata con tecniche diagnostiche come la plicometria.
I metodi più comunemente utilizzati, a questo scopo, sono la plicometria e la densitometria. La plicometria si basa sul principio che vi è una relazione diretta tra il tessuto adiposo sottocutaneo e la sottile massa corporea nel modo in cui si misura nella profondità di alcune pieghe nella pelle, realizzata con una specie di regolo, è possibile conoscere la massa grassa e poi il resto è la massa corporea magra.
Invece la densitometria è una metodologia basata sull’osservazione che i tessuti sottili assorbono particolari onde elettromagnetiche… In modi diversi rispetto a tessuti grassi e consente la valutazione delle due percentuali. Le stime densiometriche sono più affidabili con strumenti che effettuano misurazioni campione su tutto il corpo. Entrambe le tecniche sono affidabili e ripetibili, non invasiva e non dolorosa.
La plicometria viene applicata con uno strumento economico e preciso, una produzione italiana. Serve a misurare lo spessore delle pieghe cutanee in varie aree dell’organismo, in funzione delle caratteristiche dello strumento ideato da Tanner e Whitehouse. Si misura la pressione esercitata sulla piega: 10gr / mm2 circa – superficie di contatto sulla piega: 6 x 11 mm. Su questi, lo strumento permette di dare una valutazione precisa dello stato nutrizionale. E come si distribuiscono settoriale suo tessuto adiposo. L’utente solleva tra una piega della pelle al fine di misurare lo spessore con lo strumento a pinze.
Sul bordo superiore c’è una scala in millimetri che si muove una freccia per misurare immediatamente la plica (tricipiti, sottoscapolare, ecc.). All’interno ci saranno spazi di circa 1 / 2 mm. Contemporaneamente per misurare le bande di colore inserite in prossimità di quella scala permettono di confrontare il valore misurato con i percentili di riferimento separati per uomini e donne. Questo strumento solitamente viene fornito con un manuale che aiuta nella interpretazione dei valori. Utile in dietetica, cardiologia, medicina dello sport, medicina estetica, ginecologia, pediatria.
I valori normali di percentuali di grasso corporeo sono i seguenti: per le donne di età compresa tra 15 e 35 i valori normali fra sono tra il 17 e il 25%, per gli uomini di età compresa tra 15 e 35 i valori normali fra sono tra il 9 e il 17%. E’ vero che gli uomini hanno di solito la metà del grasso corporeo presente nelle donne. Ma questa è una valutazione di spazio geneticamente predisposto che non è legato alla volontà. Una donna che è di 20 anni con il grasso corporeo del 9% sarà anoressica. E un uomo della stessa età con il grasso corporeo del 25% sarà in sovrappeso.
La percentuale di grasso corporeo (BFP) di un essere umano è la massa totale di grasso divisa per la massa totale del corpo; il grasso corporeo comprende il grasso corporeo essenziale e il grasso corporeo da stoccaggio. Il grasso essenziale è necessario per mantenere la vita e le funzioni riproduttive. La percentuale di grasso corporeo è una misura del livello di fitness, poiché è l’unica misura del corpo che calcola direttamente la composizione corporea relativa ad una persona senza riguardo per altezza o peso. L’indice di massa corporea ampiamente utilizzato (BMI) fornisce una misura che permette il confronto delle adiposità individui di diverse altezze e pesi.
Un plicometro è un dispositivo che consente di misurare il grasso corporeo misurando le pieghe cutanee. Quando si misura in varie parti del corpo può effettuare una misura abbastanza precisa della percentuale di grasso corporeo. Un metodo semplice per determinare la massa corporea magra. Questo metodo consiste nel misurare lo spessore della piega nello strato di pelle di grasso sotto la pelle in diverse parti del corpo con una pinza speciale. I risultati vengono poi elaborati per calcolare la percentuale di grasso corporeo. Questo metodo può portare a risultati non accurati se una persona inesperta ne fa uso, sia qualcuno con un notevole grado di obesità.
Se è vero che bisogna accettarsi per quello che siamo, possiamo migliorare il nostro corpo con l’attività fisica ed una buona alimentazione. Quando si inizia un programma di controllo del peso, è importante per determinare il grasso corporeo al fine di comprendere se il peso si sta perdendo è costituito da grassi o massa magra. La perdita di peso ideale per le persone in sovrappeso, è quella che porta alla perdita di massa grassa, ma conserva o aumenta la percentuale di massa relativamente. La perdita di massa potrebbe causare flaccidità tissutale, perdita muscolare, diminuzione del metabolismo e, di conseguenza, un ulteriore aumento di massa grassa. In breve, meno peso ma più grasso corporeo, esattamente il contrario dello scopo!
Ora che dovreste essere dei (quasi) esperti ed esperte di plicometria, possiamo addentrarci almeno parzialmente nel comprendere quali sono le caratteristiche di analisi di questo approccio. Come già rammentato, in tal senso, il valore di percentuale di grasso corporeo è un valore che molte persone utilizzano per poter monitorare il proprio stato di forma, ma non è certamente l’unico e il più importante: i professionisti sanno bene che a rilevare maggiormente è la somma totale delle pliche (di norma, 3 o 7 a seconda dell’approccio che sarà prescelto), il suo andamento nel tempo e le singole pliche integrate con il valore di circonferenza corrispondente.
Purtroppo, invece, una discreta superficialità in questo comparto fa sì che le persone siano condotte a ragionare erroneamente, così come peraltro avviene per il peso corporeo, andando a valutare esclusivamente i termini quantitativi e non quelli qualitativi. In questo modo, è facile trovare un discreto entusiasmo quando magari ci sono riduzioni di circonferenza della coscia (per le donne). O un aumento della circonferenza del braccio (per gli uomini). Sebbene… non si sappia esattamente per quale motivo reale bisognerebbe essere concretamente consapevoli delle determinanti di base.
Di fatti, la variazione di una circonferenza di un arto può essere determinata dalla modificazione di due componenti. I cui riflessi e le cui conseguenze sono ben differenti! Pertanto, l’incremento della circonferenza del nostro bicipite può essere frutto sia dello sviluppo della muscolatura sia… del tessuto adiposo sottocutaneo.
Oltre a ribadire l’attenzione nei confronti di una “giusta” misurazione, non possiamo che compiere un rapido cenno sul fatto che una circonferenza, rispetto alla precedente misurazione, può essere uguale, aumentata o diminuita.
Anche quando è uguale, in realtà la misurazione potrebbe celare un miglioramento in termini di composizione corporea (cioè, è calato il grasso sottocutaneo ed è cresciuta la muscolatura sottostante) o un peggioramento (ovvero, è diminuita la componente magra mentre è aumentata la grassa).
Quando invece la misurazione è aumentata, se avete letto con attenzione le precedenti righe dovreste aver intuito che le cause sono da ricercarsi o in un aumento della componente magra o/e di quella grassa o per una combinazione di eventi inversi (pertanto, l’incremento del magro è maggiore della diminuzione grasso o viceversa). Se infine la misurazione è diminuita, la causa può essere da ricondursi a diminuzione della componente magra o/e di quella grassa o per una combinazione di eventi inversi (cioè, la diminuzione del grasso è maggiore dell’aumento del magro o viceversa).
Proseguendo tale filo logico conduttore, se è vero che il valore in centimetri può subire numerosi combinazioni diverse, è anche vero che ciò che conta veramente è la variazione del valore in rapporto alla variazione della plica sottocutanea di grasso locale. Solamente in questa maniera sarà possibile comprendere in modo efficiente se stiamo procedendo verso la strada più appropriata, o meno.
Insomma, se la circonferenza del braccio di un uomo è in aumento, magari dopo qualche sessione in palestra, potrebbe non essere affatto determinato da uno sviluppo della muscolatura.
Quanto sopra non sta naturalmente a significare che la plicometria non possa essere utile per una simile misurazione di efficacia. O che, comunque, non sia alla portata di tutte le persone.
La verità è che – come avviene per qualsiasi aspetto legato alla salute del proprio corpo e del proprio organismo – sarà fondamentale parlarne con un esperto e condividere con lui una progressione dei risultati che si stanno ottenendo. In questo modo si potrà evitare qualsiasi pregiudizio e “stortura” nella conduzione di valutazioni errate sul proprio effettivo stato di forma.
Nel dubbio, potete procedere già ad acquistare un plicometro: ne trovate di molto buoni a partire da soli 10 euro!