L’oziorrinco, appartenente alla famiglia dei coleotteri curculionidi, è un parassita delle piante che agisce al crepuscolo. Esso quando cala il sole, esce dal suo rifugio nel terreno, che si trova di solito ai piedi delle piante, se non nella parte bassa del tronco, e comincia a risalire lungo il tronco stesso o lungo i paletti tutori che sono piantati nel terreno per reggere le piante. Essi risalgono sino in cima, fin quando non trovano le foglie giovani, il loro pasto preferito.
Continuano a divorare queste foglioline fino all’alba, dopodiche tornano a rifugiarsi nella loro tana. L’oziorrinco si presenta come un insetto di colore scuro, con una piccola proboscide che gli permette di divorare le foglie delle piante. Le uova invece possono essere bianche, gialle o grigie, deposte dalla femmina a giugno. Ognuna di queste può produrre anche centinaia di uova. In pochi anni questo insetto è in grado di infestare ampi metri di giardino, colpendo dalle siepi, ai cespugli, agli alberi da frutto.
Quando si riproducono generano larve, anche queste molto dannose per le piante. Queste creature sono bianche e carnose, con la testa con un colore che va dal giallo al rosso e che sono lunghe circa 1 cm. Il corpo ha una forma a C, facilmente riconoscibile. Anche le larve dell’oziorrinco vivono all’oscuro, esse restano nel terreno e si nutrono delle radici e di bulbi fino a 4 anni. Non importa se si tratta di fiori, piante verdi, piante da frutto o orticole.
Le zone più colpite da questo insetto sono quelle del Centro e Sud Italia e di solito attaccano le piante in maggio e in giugno, scomparendo per i mesi più caldi estivi e riprendendo poi l’”attività” ad autunno. Le piante attaccate da questo insetto sono destinate a morire. Si capisce che c’è l’insetto dal momento che la pinta mostra sulle foglie giovani delle erosioni di forma a mezza luna, che rovinano l’estetica della pianta e al contempo riducono la sua capacità di fotosintesi (quindi di produrre la clorofilla, ovvero la linfa vitale per la pianta), compromettendone lo sviluppo e la crescita.
L’oziorrinco può essere eliminato con una terapia specifica che è meglio applicare nei mesi fra giugno e ottobre, ovvero quando si trova ancora allo stato larvale. La lotta agli esemplari adulti è più difficile poiché hanno una resistenza maggiore ai pesticidi e agiscono di notte. Se le larve tuttavia vengono rimosse la guerra sarà più breve. Se si tratta tuttavia di piante destinate all’alimentazione è bene fare attenzione all’utilizzo di pesticidi, anche perché il processo di eliminazione è lungo sino a 4 mesi. Se non si tratta di questo tipo di piante, di solito si agisce utilizzando disinfettanti per il terreno. Di solito si utilizzano prodotti che contengono nematodi, che vengono anche venduti in forma di granuli da mettere in sospensione in acqua prima di essere utilizzati.
Le larve si possono anche combattere con degli insetti antagonisti, o meglio delle larve: le Heterorhabditis bacteriophora sono vermetti innocui per la pianta che si nutrono proprio di queste larve: il metodo consiste nel distribuirle sul terreno alla base della pianta interessata, con dell’acqua. Il terreno deve restare bagnato per favorire queste larve cacciatrici. L’acqua versata con queste larve deve essere a una temperatura precisa, compresa tra i 15 e i 30° C, per questo affinché si mantenga entro questo range è meglio eseguire questo intervento appena prima dell’estate o prima dell’autunno. Se il terreno è sabbioso oppure pastoso, questa è una soluzione perfetta, se invece è argilloso, difficilmente funzionerà.
L’esemplare adulto il metodo migliore è quello di rivestire il tronco della pianta (o parte di esso creando una specie di anelli come un fungo) con un materiale che assomiglia alla lana di vetro, in modo da impedire il passaggi all’insetto. Un sistema alternativo, altrimenti è quello di ricoprirlo con dell’adesivo, in modo che lo stesso resti bloccato lì. O in alternativa all’adesivo del cartone ricoperto di vischio e legato al tronco con del filo di ferro. Ogni tanto si controlla lo stato dei cartoni e si sostituiscono per catturare altri insetti. Questo metodo, come l’altro con l’adesivo è buono, tuttavia è bene utilizzarlo solo per poco tempo poiché si eliminano anche insetti “buoni” che servono alla pianta.
L’ultima soluzione è quella di stendere un telo (o in alternativa della paglia) sotto alla pianta affetta da questo parassita, sul terreno e di scuotere la pianta con forza affinché l’insetto cada sul telo. Tutto questo ovviamente deve essere fatto la sera, quando l’animale esce e sale a mangiare le foglie. In molti casi poi si brucia tutto per evitare scappi qualche esemplare, rendendo vano tutto il lavoro fatto per sbarazzarsene, abbiamo infatti già sottolineato le moltissime uova che un solo esemplare può produrre.
Queste diverse tecniche sono quelle che si adottano di solito per catturare l’esemplare adulto, altri rimedi con veleni naturali e chimici di solito non funzionano, è un insetto resistente. Purtroppo non esistono nemmeno insetti antagonisti in grado di contrastare l’oziorrinco che è dotato di una corazza abbastanza resistente. Dal momento che, come detto, è un animaletto malefico e resistente, è consigliato utilizzare tutti questi metodi insieme contemporaneamente.