Peridon sciroppo è un farmaco che viene somministrato in presenza di nausea e vomito. Le persone adulte possono assumere facilmente le compresse e la soluzione solubile, mentre per i bambini sono particolarmente indicate le supposte. In base all’età del paziente si stabilisce il dosaggio ed il tempo della somministrazione di tale farmaco. Per i più piccoli, il dosaggio sarà ridotto e può variare anche in base al peso del bambino. Le controindicazioni sulla somministrazione riguardano solamente il periodo della gravidanza e dell’allattamento, ed in casi di ipersensibilità verso uno o più principi attivi che si trovano nel Peridon sciroppo. Prima della somministrazione chiedete consiglio al vostro medico di base oppure al farmacista di fiducia.
Peridon sciroppo non deve essere somministrato in determinati casi, ora vedremo insieme quali:
1. Perdin sciroppo non deve essere somministrato in pazienti con compromissione epatica moderata oppure grave.
2. In pazienti con accertato prolungamento degli intervalli di conduzione cardiaca, in particolar modo dell’intervallo Q Tc.
3. In pazienti affetti da importanti disturbi elettrolitici.
4. In pazienti con patologie cardiache preesistenti come l’insufficienza cardiaca congestizia.
5. Non deve essere somministrato in concomitanza con tutti quei farmaci che prolungano l’intervallo QT.
6. Non deve essere somministrato in concomitanza con potenti inibitori del CYP3A4 indipendentemente dai rispetti effetti sul prolungamento dell’intervallo QT.
7. Non deve essere somministrato in pazienti con ipersensibilità accertata verso il principio attivo o verso uno degli eccipienti presenti nel farmaco.
8. Non deve essere somministrato in presenza di tumori pituitari con rilascio della prolattina
Tale farmaco non va somministrato anche in presenza di emorragie gastrointestinali, ostruzione meccanica o perforazioni perché la stimolazione della motilità gastrica potrebbe essere dannosa.
In presenza di insufficienza renale, l’emivita di eliminazione di domperidone viene prolungata. Quando tale patologia renale grave manifesta la creatinina sierica maggiore di 6 mg/100 ml i.e. o è maggiore di 0.6 mmol/l potrebbe determinare un aumento dell’emivita di eliminazione di tale farmaco da 7,4 a 20,8 ore, anche se gli effetti del farmaco sono risultati più bassi in soggetti sani. Solo un piccolo quantitativo di farmaco viene escreto tramite via renale, è possibile che il dosaggio di una sola somministrazione possa subire una correzione in pazienti affetti da insufficienza renale. In casi di somministrazioni frequenti e ripetute, il dosaggio di domperidone deve essere ridotto ad una massimo due volte al giorno in base alla gravità della malattia renale. I pazienti con compromissione renale che fanno uso di tale farmaco, devono essere costantemente monitorati.
La somministrazione di Perdon sciroppo è stata associata al prolungamento dell’intervallo QT a seguito dell’elettrocardiogramma. Nel periodo della sorveglianza farmacologica che precede la commercializzazione, sono stati riscontrati in casi molto rari, prolungamenti dell’intervallo Qtc e torsione di punta in tutti i pazienti che assumono tale farmaco. In questi casi appena descritti vi erano pazienti con fattori di rischio molto confondenti, disturbi elettrolitici e trattamenti concomitanti che potrebbero aver contribuito a scaturire tale prolungamento. Grazie a degli studi epidemiologici, è stato possibile evidenziare che la somministrazione di tale farmaco conduceva i pazienti ad un rischio maggiore di aritmie cardiache ventricolari oppure morte cardiaca improvvisa.
Tale rischio è stato evidenziato in pazienti con età superiore ai 60 anni, ed anche in pazienti che assumevano dosi giornaliere superiori a 30 mg ed anche in concomitanza con farmaci che prolungano l’intervallo QT o inibitori del CYP3A4. Peridon sciroppo deve essere somministrato nella dose minima efficace e non si deve superare tale dosaggio. Il farmaco è controindicato in pazienti con accertato prolungamento degli intervalli di conduzione cardiaca in particolar modo del QT, ed in presenza di ipopotassiemia, iperpotassiemia, ipomagnesemia oppure bradicardia, o nei pazienti affetti da patologie cardiache preesistenti come l’insufficienza cardiaca congestizia a causa del rischio maggiore di aritmia ventricolare. I disturbi di ipopotassiemia, iperpotassiemia, ipomagnesemia e bradicardia, sono patologie note per far aumentare il rischio di proaritmia. Se il paziente manifesta segnali di aritmia cardiaca, la somministrazione di tale farmaco deve essere interrotta tempestivamente, ed inoltre il soggetto deve rivolgersi al più presto dal proprio medico di fiducia. Il medico deve segnalare al paziente prima della somministrazione, della possibilità di eventuali sintomi cardiaci.