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Osteoma osteoide: le possibili complicazioni e la diagnosi

Pubblicato da
Lorenzo

La zona in cui può insorgere con la maggiore frequenza questo problema è rappresentato dal terzo prossimale del femore. Tra le altre parti in cui può manifestarsi questa lesione ossea troviamo la tibia, la zona posteriore della colonna vertebrale, ma anche l’omero.

L’osteoma osteoide si sviluppa, nella gran parte dei casi, nella zona della diafisi o nella metafisi vicino all’osso. In pochissimi casi, invece, si può sviluppare sulla parte più estrema distale.

Ecco quando può insorgere

Questo tipo di lesione si caratterizza per insorgere con minore frequenza nelle persone che hanno una pelle scura. Per quanto riguarda il genere, invece, tale patologia va a colpire sia le femmine che i maschi. Dal punto di vista dell’età, invece, si va dai 5 fino ai 56 anni. Nel 75% dei casi, si tratta di pazienti che hanno un’età che va da 10 fino a 30 anni. Bisogna sottolineare, però, che nel 90% dei casi i pazienti hanno un’età che va da 5 a 25 anni. Il tumore si presenta molto raramente nei bambini che hanno meno di 5 anni e nelle persone adulte che hanno più di 40 anni. Dal punto di vista dell’anatomia, invece, questo tipo di lesione nell’80% dei casi va a colpire l’osso corticale, mentre il restante 20% dei caso è intramidollare.

Manifestazioni cliniche

Il principale sintomo che si manifesta a causa di tale neoplasia è il forte dolore. Questo tende a comparire in maniera precoce nella storia clinica del tumore stesso, contrariamente a quanto avviene nelle neoplasie di origine maligna del tessuto osseo, come ad esempio nell’osteosarcoma.

Il malato lamenta forte dolore che va aumentando durante la notte, oppure dopo l’assunzione di farmaci che inducono la vasodilatazione. Questo avviene perché il tumore si trova murato nell’osso che a sua volta è circondato da una reazione che prende il nome di “Osteosclerotica”, per questa è sufficiente una variazione minima del flusso sanguigno interno, per aumentare sia la pressione che il dolore. Tramite l’ipervascolarizzazione del tumore si contribuisce a far aumentare tale fenomeno.

La somministrazione di FANS antinfiammatori come l’Aspirina ad esempio, solitamente è sufficiente a contrastare le manifestazioni di dolore con una dose pari 2-3 mg per chilogrammo. Osservando la cute che si trova in prossimità del tumore, è possibile notare arrossamento e calore al tatto, mentre la presenza di tumefazione è una manifestazione assai rara. Se il tumore ha colpito la colonna vertebrale, questo si accompagna con una scoliosi di tipo antalgica e rigidità muscolare.

Quali sono i principali sintomi

Nella maggior parte dei casi i pazienti che soffrono di questo tipo di lesione ossea hanno a che fare con un forte dolore osseo scheletrico focale. Quest’ultimo insorge e si fa più intenso specialmente nel corso delle ore notturne. Spesso, però, è sufficiente un dosaggio molto basso di aspirina per poter alleviare.

Il dolore continua ad aumentare nel momento in cui il paziente svolge una qualsivoglia attività sportiva. Durante le ore notturne, quindi, i pazienti possono lamentarsi soprattutto di questo dolore che prende in modo particolare la zona vertebrale. Addirittura nel 29% dei casi, i pazienti non riescono a dormire e vengono svegliati dal dolore. La zona in cui è insorta la lesione può essere soffice oppure anche tesa tastandola. I sintomi tradizionali, normalmente, non ci sono.

Quali sono le possibili complicazioni

Questo particolare tumore si caratterizza per non avere una progressione di natura maligna. Nella maggior parte non aumenta di dimensioni e, solamente in pochissimi casi, può compiere una regressione del tutto spontanea. In altre occasioni, invece, può regredire fino a lasciare solamente una piccola sclerosi. Questo tipo di patologia può comportare un problema come la scoliosi che, in un primo periodo, si può considerare solamente un disturbo di postura. Con il passare del tempo, invece, possono insorgere anche delle alterazioni nella struttura. Ad ogni modo, si tratta di un problema che ha una lieve incidenza nelle persone adulte, anche nel caso in cui i sintomi durino da oltre due anni.

Come si arriva ad una diagnosi

Da un punto di vista diagnostico i criteri che devono essere seguiti sono quattro. Stiamo parlando di una lesione che deve avere dei margini piuttosto ben definiti e dalla forma tondeggiante oppure ovalare. Questa lesione deve essere caratterizza da un diametro al di sotto dei 2 centimetri. Il terzo criterio è rappresentato dal fatto che nella zona in mezzo di tale lesione ci deve essere una parte particolarmente densa e omogenea. Infine, il cercine periferico radiotrasparente deve avere una dimensione pari a 1-2 millimetri.

La classificazione dell’osteoma osteoide

Questo tipo di disturbo si può classificare come trabecolare, corticale e sottoperiosteo. Il primo tipo di tumore si caratterizza per avere una posizione tipicamente intramidollare. Questo tipo di tumore si sviluppa nella maggior parte dei casi nella zona juxta-articolare che caratterizza il collo femorale, ma anche nella parte posteriore della colonna vertebrale e nelle ossa di minori dimensioni delle mani, così come dei piedi. Piuttosto di frequente compare una lieve sclerosi nei pressi del nidus. I tumori corticali sono indubbiamente quelli che insorgono con la maggiore frequenza.

Infatti, il nidus radiotrasparente si trova esattamente nell’osso corticale e tutto intorno si trova un ispessimento corticale fusiforme. Il tipo sottoperiosteo, invece, è una forma che insorge con la minore frequenza. Nella maggior parte dei casi ha l’aspetto di una massa piuttosto rotonda, che si trova all’interno del tessuto molle vicino alla corticale ossea, portando un’escavazione proprio in quest’ultima.

Lorenzo