Il coma epatico è una delle condizioni più gravi della cirrosi epatica. Tendenzialmente le cause della cirrosi epatica sono da ricercare principalmente nell’abuso di bevande alcoliche, oppure nella contrazione di malattie infettive del gruppo delle epatite C, D e B, ovvero steatopatite non determinata da alcol e patologie che coinvolgono i dotti biliari, come ad esempio la coliciste non curata tempestivamente o per la quale l’intervento chirurgico non è stato risolutivo nella patologia. Una volta progredita la cirrosi, questa potrebbe a sua volta provocare alcune complicazioni come ascite, emorragie del tratto gastrointestinale, sindrome epatorenale ed inoltre la più pericolosa di tutte l’encefalopatia epatica che inoltre si manifesta con differenti gradi di gravità.
Coma epatico: caratteristiche
L’encefalopatia di 4° grado è appunto il coma epatico: il fegato che ormai ha le funzionalità compromesse e che quindi non è più in grado di sintetizzare gli amminoacidi assorbiti ed anche di svolgere l’azione depurativa a cui è preposto. Il fegato si ritrova ad essere escluso dal sistema circolatorio ed così facendo il sangue in circolo, ricco di ammoniaca e di tutte le sostanze di scarto provenienti da vari organi, non subisce la filtrazione, e quindi non viene ripulito dal fegato e gran parte ristagna nella vena porta, provocando aumento della pressione arteriosa. Una volta che il sangue non depurato va in circolo ed raggiunge il cervello, provoca la diffusione di tutte le sostanze tossiche che si sono accumulate, danneggiando in questa maniera anche tutti gli altri organi interni del nostro apparato. Tutto questo da origine ad una sintomatologia che va dall’alterazione momentanea della coscienza fino a portare il paziente allo stato comatoso. La terapia adeguata per trattare tale patologia prevede il ricovero ospedaliero tempestivo per effettuare i dovuti accertamenti ed in un secondo tempo si potrà decidere per trattamenti di sostegno metabolico in base alla gravità.
Coma epatico: encefalopatia epatica
Con il termine in encefalopatia epatica, si vuole indicare un gravissimo stato morboso che interessa il fegato, irrimediabilmente danneggiato e quindi incapace di adempiere al gran parte delle sue funzionalità. Tra le principali funzionalità epatiche ricordiamo:
1. Produzione sia di proteine che di ormoni essenziali
2. Produzione di fattori che determinano la coagulazione, ovvero per bloccare eventuali perdite di sangue
3. Regolazioni dei livelli di colesterolo presenti nel sangue
4. Pulizia del sangue, ovvero filtrare da questo tutte le tossine che si accumulano ed eventualmente gli agenti infettivi
5. Rifornire l’organismo della giusta energia, specialmente quando questo è carente
La mancanza della pulizia ematica dalle scorie ed agenti potenzialmente infettivi, come abbiamo accennato sopra, è determinante anche nella malattia di encefalopatia epatica. Con il passare del tempo queste presenza indesiderate aumentano in maniera esponenziale fino a provocare il progressivo deterioramento delle cellule nervose che si trovano nel nostro cervello. Semplificando tale processo, potremmo paragonare il fegato ad una grande città, che priva di servizi, ovvero che non svolge le sue funzionalità, si riempire di immondizia, scorie e quant’altro, fino a provocare cattivo odore e malattie. Tale patologia potrebbe essere temporanea, permanente ed in casi gravi condurre il paziente alla morte, a seconda delle condizioni mediche che scaturisce. Purtroppo in questi casi, quando si parla di salute, più le cause scatenati sono gravi, più la malattia potrebbe avere conseguenze durature nel tempo o addirittura letali. L’encefalopatia epatica progredisce in maniera repentina e quando la malattia si trova in uno stato acuto, il fegato è seriamente malato e bisogna intervenire tempestivamente.