Almarytm: cos’è e per cosa si usa

Almarytm è un farmaco che viene impiegato solitamente in pazienti che soffrono di una malattia cardiaca del gruppo organico. Questo prodotto torna utilissimo anche per la cura delle tachicardie sopraventricolari parossistiche, compresa la tachicardia da rientro nodale atrioventricolare, ma anche altri tipi di tachicardie sopraventricolari.

Questo farmaco piuttosto di frequente viene usato anche per la cura delle aritmie ipercinetiche ventricolari documentate e che possono mettere a rischio la vita del paziente, come ad esempio la tachicardia ventricolare sostenuta. In quest’ultimo caso, la terapia a base di tale farmaco deve essere cominciata in ospedale e poi dovrà essere monitorata (ed eventualmente modificata) da parte del medico specialista.

Quali sono le principali controindicazioni di Almarytm

Si sconsiglia l’impiego di tale farmaco nel caso in cui il paziente abbia un’ipersensibilità rispetto al principio attivo flecainide o a uno dei vari eccipienti. Inoltre, si tratta di un prodotto che non deve mai essere impiegato in pazienti che soffrono di scompensi cardiaci oppure che hanno sofferto in passato di infarto miocardico oppure che soffrono di tachicardia ventricolare senza sintomi e non sostenuta.

Un’importante controindicazione si ha anche nel caso in cui il soggetto abbia uno shock cardiogeno. Inoltre, non deve essere utilizzato nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale prolungata nel tempo e nei pazienti con una patologia valvolare cardiaca emodinamicamente importante. Inoltre, si deve evitare l’impiego nei pazienti che hanno una disfunzione del nodo del seno, oppure delle problematiche nella conduzione atriale.

Qual è la posologia consigliata

Quali sono le principali controindicazioni di Almarytm

In tutti i pazienti che soffrono di tachicardia ventricolare sostenuta, un trattamento a base di questo farmaco, esattamente come le terapie con simili farmaci antiaritmici, deve cominciare in ospedale, in maniera che il ritmo cardiaco possa essere tenuto in ogni momento sotto controllo. La flecainide si caratterizza per avere un’emivita decisamente prolungata (si va da un minimo di 12 ore fino ad un massimo di 27 ore). Ad una concentrazione ematica equilibrata si arriva nel giro di tre o cinque giorni, dopo che il paziente ha seguito un dosaggio ben definito con tale farmaco. Quindi, le modifiche alla posologia devono avvenire non più di una volta ogni quattro giorni.

Per tutti coloro che soffrono di tachicardia ventricolare sostenuta, la dose che viene consigliata, all’inizio del trattamento, è pari a 100 mg due volte al giorno. La dose si può incrementare di ulteriori 50 mg due volte ogni 96 ore, fino a raggiungere la dose che viene ritenuta maggiormente efficace. I pazienti che soffrono di aritmia sopraventricolare la dose suggerita, all’inizio della terapia, è pari a 50 mg due volte al giorno.

L’assunzione di Almarytm in gravidanza

Per il momento non ci sono delle ricerche adeguati per quanto riguarda la sicurezza del principio attivo flecainide nel corso della gravidanza. In alcuni animali, nello specifico conigli, un dosaggio particolarmente elevato ha provocare delle problematiche a livello fecale. Secondo tali studi il principio attivo flecainide penetra fino al feto, penetrando nella placenta.

Per questo motivo tale farmaco deve essere assunto solo ed esclusivamente nel caso in cui gli effetti benefici per la futura madre siano superiori in confronto ai rischi. Lo stesso discorso vale anche per le donne durante la fase di allattamento. Infatti, il principio attivo può finire all’interno del latte materno. In realtà, però, il pericolo di effetti collaterali per il neonato è molto basso, ma indipendentemente da questo l’assunzione di tale farmaco deve essere valutata con attenzione in relazione al rapporto benefici-rischi.

Quali sono le principali interazioni

Quali sono le principali interazioni

Si consiglia di non assumere mai questo farmaco in associazione con altri farmaci antiaritmici che fanno parte della classe I. Invece, per quanto riguarda l’associazione con degli antiaritmici di classe II ci potrebbero essere degli effetti collaterali che devono essere tenuti in considerazione. Per quanto riguarda l’interazione con dei farmaci antiaritmici di classe III, invece, il dosaggio di questo farmaco deve essere semplicemente ridotto della metà, mentre chiaramente il paziente deve essere seguito e controllato con grande attenzione, per capire l’insorgere o meno di effetti collaterali.

Nello specifico, si consiglia di tenere sempre monitorate le concentrazioni plasmatiche. L’associazione con farmaci antidepressivi, invece, potrebbe andare ad incrementare la concentrazione plasmatica di Almarytm, con il conseguente pericolo aumentato di aritmie quando l’associazione è con antidepressivi triciclici. Per quanto concerne l’interazione con i farmaci antiepilettici, i dati ottenuti sono pochi, ma è stato riscontrato unicamente un incremento del 30% nella rapidità nell’eliminazione del farmaco. Gli antimalarici, invece, sono in grado di incrementare i livelli plasmatici di questo farmaco, esattamente come potrebbe fare un’associazione con farmaci antivirali. Gli antistaminici in associazione con tale farmaco possono portare ad un incremento nel pericolo di aritmie ventricolari.

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