L’utero bicorne, come sottolineato una anomalia congenita dell’utero che, come l’utero setto e l’utero didelfo viene classificata tra le anomalie dei dotti Mülleriani, origina da errori nello sviluppo che avvengono durante la vita dell’embrione.
Se si soffre di questa particolare malformazione uterina, si potrebbe andare incontro a conseguenze poco piacevoli nel caso ci si trovi in stato interessante. Perché si possa avere una corretta diagnosi, sovente si è costrette a ricorrere ad alcuni esami di tipo strumentale.
Se l’utero bicorne non induce alcuna particolare manifestazione sintomatologica, allora non è necessario ricorrere a terapia alcuna. Se non è questo il caso, invece, gli specialisti potranno prendere in considerazione l’ipotesi di intervenire per le vie chirurgiche.
Se le donne con utero bicorne non manifestano disturbi associati all’anomalia, non devono sottoporsi ad alcun trattamento. In caso contrario, i medici prendono in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente.
L’utero bicorne è una malformazione uterina per la quale l’organo prende la ideale forma di un cuore (normalmente la morfologia dell’utero lo fa assomigliare ad una pera in posizione rovesciata), presentandosi con due formazioni dalla forma di “corna” che convergono verso la pozione inferiore del corpo dell’utero, restando, però, divise da un setto.
L’utero bicorne rientra tra le anomalie congenite, cioè quelle che sono presenti fin dalla nascita. Dire “utero bicorne” vuol dire “utero a cuore”, i termini indicano entrambi, cioè, la stessa malformazione.
L’utero bicorne può essere di due tipi, vale a dire l’utero bicorne bicolle ed unicolle
Le differenze tra queste due malformazioni consiste nel fatto che mentre nel primo esistono 2 canali cervicali (appartenenti, cioè, alla cervice uterina), nell’utero bicorne unicolle ne esiste soltanto uno. In merito alle 2 biforcazioni, occorre dire che il loro aspetto risulta sovrapponibile.
Nonostante le ricerche su questa malformazioni siano state tante e da parte di valenti scienziati, nessuno di loro è ancora riuscito nell’identificazione delle cause che possono indurre la comparsa di un utero bicorne. Si è, invero, capito quali siano i meccanismi patofisiologici sottostanti.
Secondo quanto stabilito da alcuni studi effettuati in merito, l’utero bicorne potrebbe derivare da un errato sviluppo dei dotti chiamati paramesonefrici (malformazione che avrebbe origine durante il processo di embriogenesi, ad ulteriore riprova che l’utero bicorne rientra tra le malformazioni congenite).
Questi dotti, anche chiamati “dotti del Müller”, sono dei condotti genitali di piccolo calibro, presenti solo nello stato embrionale che successivamente, sotto stimolazione estrogena, danno vita alla vagina, alle tube di Falloppio ed all’utero.
In parole povere questi dotti di Müller sono gli organelli embrionali da cui prendono vita gli organi genitali femminili principali.
In presenza di utero bicorne, ma per cause ancora del tutto sconosciute, abbiamo la certezza che non è andato a buon fine il processo di sviluppo embrionale cui sono soggetti i dotti paramesonefrici, con due effetti risultanti;
L’utero bicorne è una malformazione congenita uterina sicuramente sotto-diagnosticata, pertanto non ci è dato conoscere la reale incidenza di questa patologia. In un grande paese come gli States pare che essa colpisca una percentuale di popolazione femminile compresa tre lo 0,1 e lo 0,5. Tra tutte le anomalie dei dotti paramesonefrici sembra che l’utero bicorne rappresenti circa il 25 percento dei casi.
Tra le donne in gravidanza questa particolare malformazione potrebbe avere alcune conseguenze, tra le quali menzioniamo:
I medici hanno la possibilità di tentare la risoluzione di questa malformazione uterina con una operazione chirurgica nota come “metroplastica di Strassmann”. E, però, necessario sottolineare che tale soluzione si adotta esclusivamente quando le pazienti affette da utero bicorne abbiamo una storia caratterizzata da problemi riproduttivi come, ad esempio, degli aborti spontanei. Resta chiaro che se le gravidanze, invece, sono state portate a termine senza alcun problema di rilievo la paziente non necessita di alcun intervento chirurgico.
Per quelle pazienti, invece, affette da utero bicorne ed incompetenza della cervice le quali non siano mai rimaste incinte (da qui l’impossibilità di conoscere gli sviluppi di una eventuale gravidanza) esiste una terapia possibile, ed è nota come “cerchiaggio cervicale”.