Come sappiamo le coliche gassose nel neonato sono molto frequenti, e si manifestano principalmente nei primi mesi di vita del bambino.
Tale condizione e del tutto transitoria ed il piccolo non corre nessun pericolo e a soffrirne è un bambino su 5 dopo le prime due o tre settimane di vita, per poi scomparire in maniera spontanea intorno al quarto mese.
A scaturire queste “colichette” è un eccessivo contenuto di aria che determina a sua volta la dilatazione delle anse intestinali provocando forte dolore al bambino. Molto spesso un genitore specialmente se è il primo figlio, si preoccupa più del dovuto, ma le coliche gassose non sono pericolose e non compromettono lo sviluppo del bambino, per questo tale problema transitorio deve essere affrontato con la massima calma.
Quando si manifestano le coliche gassose, il primo sintomo è il forte dolore all’addome accompagnato dal pianto inconsolabile del neonato, e tendono a manifestarsi nelle ore serali anche se possono insorgere anche nell’arco dell’intera giornata. Una cosa importante da ricordare è che il pianto non è solo sinonimo di colica: i motivi del pianto del bambino possono essere diversi.
Il pianto per un neonato è il solo mezzo di comunicazione e con questo può esprimere fame, sonno, voglia di coccole, stanchezza, noia in generale, quindi non solo dolore. Molte mamme spesso si chiedono come fare a riconoscere il pianto associato alle coliche gassose, su questo non abbiamo dubbi, di certo ne se accorgeranno all’istante.
Le coliche dalle altre necessità del bambino che esprime con il pianto, sono inconsolabili ed il pianto stesso è molto diverso dal solito, perché assomiglia più che ad un pianto, ad un grido disperato.
Il lattante che sta soffrendo di coliche gassose, si agita in continuazione, piega le gambe, trattiene il respiro e stringe le manine ed inoltre potrebbe emettere feci e gas intestinali durante o dopo il pianto. Un’altra caratteristica che fa capire alla mamma che il bimbo sta avendo una colica gassosa è la ricerca del capezzolo, che viene rifiutata dopo qualche minuto dall’inizio della poppata.
Purtroppo le coliche gassose sono una grande seccatura, sia per il neonato che li subisce, sia per il genitore, ma come abbiamo accennato prima, queste non sono pericolose per il piccolo e non danneggiano in nessun modo la sua salute. Bisogna ricordare che i motivi del pianto del bambino sono due: il primo è il dolore che spesso può essere minimo ed è molto probabilmente il fattore meno rilevante, il secondo è la paura del dolore, che è la causa primaria del pianto del neonato che non si rende conto di cosa gli stia accadendo.
Molto spesso, le mamme, proprio per far fronte a tale problema, si rivolgono al proprio pediatra, che oltre ad indicare dei metodi casalinghi, prescrive per il neonato degli integratori a base di estratti vegetali, ed uno di questi è proprio l’Ectanacol, che grazie ai suoi meccanismi di azione è in grado di ridurre il dolore, ma che molto spesso purtroppo non funziona in tutti i bambini.
È disponibile in commercio la confezione in gocce da somministrare in base al peso corporeo del neonato con una dose massima giornaliera di 40 gocce da far assumere al piccolo prima oppure durante le poppate.
Le gocce vanno diluite in pochissima acqua, o latte tiepido, e consigliamo di suddividere il dosaggio giornaliero in due somministrazioni. Tale integratore può anche essere utilizzato per ottenere in casa una tisana rilassante, sciogliendo 10 gocce in 50 ml di acqua alla temperatura che gradite.
Quando il vostro bambino è in preda ad una crisi di pianto per la paura del dolore, consigliamo di massaggiare delicatamente il suo pancino con movimenti circolari in maniera tale da aiutare la risoluzione della colica gassosa.
Oltre a questo potete riscaldare la sua pancia con una borsa dell’acqua calda, oppure con dei sacchetti riempiti di noccioli di ciliegia e parlargli dolcemente e con tono di voce basso. Anche il sorriso del genitore può essere di aiuto, perché il bambino anche essendo molto piccolo, è in grado di percepire lo stato d’animo del genitore.
Una cosa alquanto strana, è che un bambino colpito da coliche gassose, riesce a calmarsi grazie al suono di particolari rumori, come ad esempio quello del phon per capelli o dell’aspirapolvere. In conclusione, bisogna mantenere la calma e non urlare chiedendo al bambino di smettere di piangere, anche se è difficile perché molto spesso i genitori sono stressati dal pianto inconsolabile del figlio e per questo tendono ad alzare il tono della voce.